Report Concerti
Gregorio Sanchez – dalle mura di Bologna al nuovo EP, nelle parole l’essenza delle persone
Sabato 21 gennaio Gregorio Sanchez ha presentato per la prima volta live il suo nuovo EP, Nelle parile degli altri, pubblicato lo scorso 18 novembre per Garrincha Dischi, all’Arci Bellezza di Milano, insieme alla sua full band, per una speciale data unica.
Gregorio sale sul palco della Palestra Visconti con il suo fare timido e meravigliato, omaggia il pubblico meneghino aprendo l’esibizione con Sangiuliano “che credo sia vicino a Milano”. Già dall’inizio ringrazia tutti i presenti di essere lì con lui, ad ascoltare il nuovo EP, che è parte di un progetto più ampio: due EP che si completeranno e daranno vita al disco completo, in primavera.
Il disco sancirà il ritorno dell’artista bolognese sui palchi e nelle nostre playlist. Nelle parole degli altri, Disperati, Estatee SN 1987a sono le prime quattro tracce di questo nuovo progetto. Un ossimoro musicale, è la prima cosa che penso al primo ascolto delle tracce, quando sento le melodie pop, leggere, ballabili accostate alla profondità dei testi che in sostanza parlano di un argomento delicato e scomodo: il rapporto tra chi c’è, chi non c’è più e chi non esiste ancora. Parlano della vita e della morte.
Il pubblico si scalda prima cantando insieme a lui pezzi iconici come Vulcani, Pesce Lesso e Orsi e Mondiali.
La divisione degli EP nasce dalla voglia di esprimere due facce della stessa medaglia, creare due atmosfere differenti, che poi viaggeranno insieme. Nelle parole degli altri – dice al pubblico del Bellezza, che lo riempie di applausi e urla d’incoraggiamento – “ha origine da una frase: ‘Prima di nascere, esistevamo nelle parole dei nostri genitori’. L’ho letta da qualche parte a Bologna e inizialmente ho pensato fosse la solita retorica sul muro, poi ha iniziato ad acquisire sempre più significato. Il pensiero che le parole potessero piegare il tempo ha iniziato a spiralizzare e inquietarmi, fino a diventare prima un testo, poi un album”.
Altro tema presentato sul palco dall’autore è quello della lotta per la serenità, su cui è incentrato il brano SN 1987a, nome della supernova esplosa 168.000 anni fa, diventata visibile dalla terra all’inizio del 1987, anno della sua nascita. “La serenità vuol dire smettere di sperare di aver avuto un passato migliore”, così introduce prima di iniziare ad arpeggiare con le corde della chitarra e cantare: “Una macchia sulla felpa nuova / Ha la forma ed il colore di una supernova / Mi parla del passato e mi consola […] Sono un po’ pesante per volare /Scusa, ma il passato non lo digerisco molto bene / La serenità è una maschera scolpita dal vento”.
Segue poi l’intro allegro e ritmato di Estate, che potrebbe sembrare un inno alla leggerezza tipica della stagione delle gonne di cotone e camicie di lino, quando in realtà ne è la parodia esatta, che ci parla di morte, attraverso un viaggio tra mondi, ritorna sul tema della potenza delle parole –“Per certi pensieri hanno inventato l’inferno”– che in questo caso sono capaci di creare un posto ultraterreno, che nessuno ha mai visto, ma che tutti immaginiamo. Contiene persino un mònitoverso “quelli che parlano bene” che sprecano parole e mancano le occasioni per “starsene zitti, a volte bastano i gesti”. Il tutto accompagnato da un sound pop allegro, vintage e delicato, che renderà comunque il brano una delle colonne sonore dei nostri reel di agosto, pieni di tramonti al mare, pizze in spiaggia mangiate dal cartone e concertini di cui ricorderemo poco, per via delle (infinite) birrette.
Sanchez va verso la fine dell’esibizione con Palombaro e poi il pubblico comincia a spandersi per la sala per ballare e cantare, ondeggiando in gruppetti e guardandosi negli occhi declamando le parole di Dall’altra parte del mondo.
In Disperati rende esplicito il quadro metropolitano (gli hatersdiranno Milano?) in cui gli abitanti non ascoltano l’urlo delle proprie anime sofferenti, e inseguono un modello di vita che li rende prigionieri, tra le catene delle costrizioni sociali e lavorative: “Anima mia, non piangere mai / Che fai troppo rumore / E qui la gente deve lavorare / Alla faccia di Dio che non ci vuole soli / Ma qui ci sono solo io e una miniera di persone”. Qui Sanchez non le manda a dire.
Per ultimo lascia quello che possiamo considerare “manifesto” di questo progetto musicale, il brano omonimo dell’EP Nelle parole degli altri, il cui testo racconta esplicitamente di come le parole creano il mondo in cui siamo, descrivono le relazioni con cui stiamo con le persone della nostra vita, che esistono nel passato, nel presente e nel futuro. La parola è una macchina del tempo che gli permette di conoscere se stesso, attraverso i pensieri e le parole degli altri.
Agnese Lucia Ialuna
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