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Interviste

DiMaio, un artista contemporaneo sospeso nel tempo

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Classe 1978, DiMaio, al secolo Maurizio DiMaio, deve al Premio Oscar Luis Bacalov il coraggio di aver intrapreso la carriera di controtenore. Fu infatti il grande musicista e direttore d’orchestra argentino a notarlo nello spettacolo teatrale “Estaba la Madre”. Grazie alla formazione nel campo del teatro musicale e alla preparazione artistica e vocale acquisita negli anni di studio con i vocal coach Giuseppe Nicodemo e Fabio Lazzara, DiMaio è oggi l’unico artista contemporaneo capace di proporre una formula musicale tra passato e presente, con una vocalità in grado di annullare l’importanza del corpo, fondendo maschile e femminile in un gioco seduttivo teso all’impossibile tra musica e parole.

Nel videoclip del suo ultimo singolo, Prometto, DiMaio con la sua rara vocalità diventa colonna sonora di alcune immagini inedite dello scultore, registrate durante la realizzazione della “P I E T À”, una tra le opere più famose dell’artistaesposta nei luoghi d’arte più importanti al mondo. JAGO è anche l’autore di “Habemus Hominem” che scolpisce all’età di 24 anni quando, selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, espose il busto in marmo di Papa Benedetto XVI (2009) che gli è valso la Medaglia Pontificia. La scultura giovanile è stata poi rielaborata nel 2016, prendendo appunto il nome di “Habemus Hominem” e divenendo uno dei suoi lavori più noti.

Iniziamo parlando del tuo ultimo singolo “Prometto”. Come è nato il brano e cosa ti ha ispirato?
Marco Guazzone, uno degli autori della canzone, me l’ha mandata convinto che fosse adatta al mio progetto musicale e alla mia voce. La canzone “Prometto” mi è piaciuta fin dal primo ascolto, toccando delle corde molto sensibili in me. Sentivo una forte affinità con il mondo che la canzone rappresentava, e desideravo interpretare un brano dolce, intimo ed emozionale, che “Prometto” rappresentava perfettamente. La canzone mantiene lo stile classico del mio progetto musicale, ma si evolve verso sonorità moderne che si amalgamano perfettamente con il suono acustico e la mia voce da tenore sopranista. “Prometto” è come una narrazione che parla del presente, ma racconta il passato, unendo la tradizione del canto alle sonorità moderne del pop. L’orchestra apre con un suono di archi che si trasformano in synth elettronici e si combinano perfettamente con il suono del pianoforte per creare un ambiente sonoro intimo. I ritornelli portano l’ascoltatore in paesaggi sonori lontani e il ritmo intenso dell’ultimo ritornello accompagna la mia potente voce da controtenore. Con questa canzone, ho voluto continuare il mio percorso di ricerca sonora iniziato con il mio album precedente “Debut”, prodotto da Dardust e realizzato in collaborazione con il Maestro Carmelo Patti, che ha curato la direzione musicale e gli arrangiamenti.


Rispetto ai tuoi primi lavori l’interpretazione vocale rimane meno lirica più intima cosa ti ha spinto a questa scelta..?

Mentre ascoltavo la canzone, ho deciso che sarebbe stato meglio eseguirla con una voce più morbida e dolce, perché volevo suscitare emozioni senza dover utilizzare tecnicismi o acuti lirici che avrebbero disturbato la melodia. Credo che questo tipo di interpretazione fosse più in linea con le intenzioni della canzone.


L’arma vincente del tuo progetto è sicuramente la tua rara dote vocale, sono davvero pochi i controtenori nel mondo ci spieghi meglio la differenza tra TENORE E CONTROTENORE?

In ambito musicale, il termine “tenore” si riferisce alla voce maschile più acuta, mentre il termine “controtenore” indica una voce maschile che corrisponde al registro di contralto e ha un forte timbro femminile. Questo tipo di voce è molto raro e in grado di raggiungere note acute che sono tipiche delle voci femminili. In passato, queste voci venivano impiegate soprattutto per alcuni ruoli che un tempo erano riservati ai cantanti castrati, i cosiddetti “sopranisti” come Farinelli.

Il videoclip di “Prometto” è un incontro tra musica e arte, super emozionante e artistico e vede la presenza dell’artista Jago. Come è nata questa idea?
Ci siamo incontrati per la prima volta in una chiesa a Napoli, un luogo magico che è diventato il laboratorio di Jago. Ricordo ancora l’energia che ho respirato in quel posto mentre Jago stava scolpendo la Pietà, che non era ancora terminata. Non potevo credere di avere la fortuna di ammirare dal vivo un’opera d’arte destinata a rimanere nella storia.
Bastarono pochi sguardi tra noi per capire che avevamo una grande affinità artistica. In quell’occasione decidemmo di collaborare insieme per realizzare un videoclip.
Ciò che apprezzo di Jago è la sua capacità di comunicare, nonostante le sue opere d’arte siano ispirate al passato. Egli è un artista moderno e attuale e mi rivedo molto in questo. Anch’io ho reinterpretato e reinterpretò aree classiche, mescolandole con suoni moderni.
Capimmo subito che tra noi c’era un’empatia artistica e che avremmo potuto raccontare la nostra arte unendo le forze. E’ stato un grande onore avere Jago al mio fianco in “Prometto”.


Nel tuo primo album ti abbiamo
visto collaborare con Dardust, c’è la possibilità di rivedervi insieme in qualche progetto?
Non ho escluso la possibilità di collaborare ancora con Dardust in futuro. Lo considero un genio contemporaneo, un compositore astuto e sensibile, poliedrico e innovativo. Abbiamo un rapporto di affetto e stima reciproca, e lui mi dà sempre buoni consigli. Non so cosa riserverà il futuro, ma sarei felice di creare ancora qualcosa insieme.

Hai seguito Sanremo? Se dovessi scegliere uno degli artisti in gara per fare un duetto con quale ti piacerebbe collaborare?
Il Festival di Sanremo è un evento che coinvolge molti, piaccia o meno. Personalmente lo seguo da molto tempo con piacere e il mio sogno sarebbe quello di partecipare con una mia canzone. Tra gli artisti presenti in questo anno, se dovessi sceglierne uno per fare un duetto, opterei sicuramente per Marco Mengoni o Giorgia.

Sei stato definito “controtenore contro i pregiudizi”. Ti ritrovi in questa definizione? Ne sei orgoglioso?
Penso che il giornalista si riferisse alle idee preconcette di coloro che mi hanno giudicato solo perché ho cantato arie barocche e che pensano che tali pezzi debbano essere eseguiti seguendo rigorosamente le regole tecniche imposte dal mondo della musica classica. Personalmente, non mi piacciono le regole rigide e i modelli da seguire. Il mio progetto si basa sulla sperimentazione, sulla fusione di diversi generi e registri vocali (tenore/controtenore) e sulla ricerca di emozioni e verità. Quindi, sì, mi piace essere definito come definizione mi, ma inteso in senso più ampio, contro tutti i pregiudizi di ogni tipo.

Nei tuoi prox lavori ritroveremo anche dei brani del repertorio classico?
Stiamo ancora lavorando con il Maestro Carmelo Patti per finalizzare la tracklist del nostro prossimo album. Potremmo anche decidere di includere ulteriori brani del repertorio classico e potremmo anche optare per una modalità di canto più lirica. Al momento, tutto è ancora da decidere.

Dopo il tuo album “Debut” e il tuo ultimo singolo, dobbiamo aspettarci un nuovo disco? Hai già in mente qualcosa che puoi spoilerarci?
Stiamo collaborando con il Maestro Carmelo Patti e un team di autori altamente qualificati per creare ulteriori brani che faranno parte del nostro nuovo album. Non posso svelare troppo al momento, ma posso assicurarvi che ci saranno molte novità interessanti e sorprendenti.

DiMaio

www.facebook.com/sopranistaDiMaio/

www.instagram.com/dimaio.sopranista/  

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