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Interviste

JoyCut, TheBlueWave è l’allarme per l’ambiente che deve essere ascoltato

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Se vi siete imbattuti nei Joycut dal vivo, almeno una volta, ve li ricorderete di sicuro: vuoi per i visual, vuoi per la strumentazione, vuoi per l’atmosfera. Ma, soprattutto, vuoi per la musica.
I Joycut suoneranno all’Estragon di Bologna per presentare “TheBluWave”, il loro ultimo disco uscito lo scorso giugno in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, e lo faranno adottando anche la forma del biglietto sospeso: chiunque voglia, e possa, potrà comprare un biglietto e sospenderlo, come si fa con il caffè, donandolo all’Onlus “Piazza Grande” che si prende cura dei senza fissa dimora. 
Una chicca prima di lasciarvi all’intervista: “ThePlasticWhale”, uno dei loro pezzi, è stato scelto da Brian Eno per far parte di “Earth/Percent”, una piattaforma nata per sostenere le associazioni ambientaliste.

Prima di tutto: Brian Eno ha scelto la vostra ThePlasticWhale” per la compilation Earth/Percent”. Come è successo, e credete che finalmente con queste iniziative anche i governi inizieranno a fare qualcosa? Perché dalla COP27 non è che sia uscito un granché di buono. 
ThePlasticWhale è stata liberata il 20 Maggio 2022, nella Giornata dedicata alla Terra, in esclusiva per Earth/Percent, una piattaforma, collettivo/etichetta, che nasce a sostegno delle associazioni ambientaliste, per sensibilizzare l’industria discografica a schierarsi tenacemente e prendere posizione. Lo sguardo di Earth/Percent è molto sensibile, acuto, centrato, esclusivo.  Da tempo scruta sensibilità peculiari, alla ricerca di contenuti che possano sostenere la ragion d’essere del suo fondatore Brian Eno.
Noi evochiamo attenzioni sul tema dal 2007. Finalmente il tempo della fioritura è arrivato ed abbiamo ricevuto un invito credibile, serio, ed unire le forze, collaborare, ci riempie il cuore. Siamo felici di essere ufficialmente entrati a far parte di questa straordinaria comunità, immensamente grati di condividerne i principi, di estenderne la visione, di esserne i portavoce.
L’urgenza è reale, sotto gli occhi di ogni stolto, evidente nella pancia delle balene, nel nostro cibo, nello stravolgimento delle temperature, nell’aberrazione dei campi elettromagnetici, nel superamento di ogni soglia limite e nello sfruttamento di ogni risorsa possibile. Non è rimandabile.
Questo “sentire” non è ancora percepito con cognizione. Non è certamente consolidato nelle agende dei governi.

Pluralizzare è l’ennesimo espediente per dirottare l’attenzione, frammentandola in apprensioni disgiunte, risolvibili con scientismi empirici e narrazioni dall’altroquando della storia umana, sempre capace di fronteggiare estinzioni, catastrofi, guerre ed aberrazioni accidentali. Oggi non possiamo redimerci dalla consapevolezza che questa serie temibile di “crisi” siano frutto delle nostre scelte assetate, che il nostro modus vivendi ci abbiaportato a questo stato di cose. Non c’è soluzione se utilizziamo le “lenti” di indagine di questo modello-mondo.

Dovremmo operare un tuffo lacerante nello spirito della realtà.
Il clima è una delle appendici. La crisi è umana. Siamo disposti a fermarci? Ce la facciamo a “sollevarci e dissentire”? A diffidare dell’etica mascherata delle agende, delle transizioni ecologiche?Ad aprire gli occhi? A leggere i “segni”, a saperli decifrare?“Green and Digital” è un ossimoro?
“Bio e Tecnologia” stanno bene insieme? Si può davvero credere che la rivoluzione gentile passi dalla sala comandi di un sistema che dovrebbe essere divelto, smantellato, interrotto?

Avete il biglietto sospeso in un momento in cui andare a vedere uno spettacolo qualsiasi costa carissimo e la cultura rischia di diventare elitaria. È uniniziativa meravigliosa. Cosa pensate della deriva economica dello spettacolo, con biglietti sempre più cari a causa dei costi dei servizi necessari per un tour, e venduti anche uno, o due anni in anticipo?
Ci insegnano che il Mercato sia l’incontro fra Domanda ed Offerta. Abbiamo imparato che troppo spesso la Domanda è generata artificialmente, dall’alto. Richiedere non appartiene più ad una sovrana e sacrosanta spontaneità. Ricercare non è più un bisogno autentico. I Bisogni si creano.

Oramai offrire nasconde sempre un secondo fine, una utilità, ed il linguaggio stesso, inchinatosi alle egemonie economiche, “Offerta”, ha stravolto il suo profondo significato. Ora che è tutto così trasparente, al punto da non rappresentare alcun inganno, la responsabilità si sposta su coloro i quali cedono il fianco a questa macchinazione disgustosa.

Basterebbe ritornare a saper dire di “No”. Il tagliando sospeso restituisce dignità ed umanità, a chiunque lo sostenga, da una parte e dall’altra della sorte, e… senza chiedere nulla in cambio.

In TheBluWave” non parlate solo dei danni che abbiamo fatto alla natura: c’è anche la forza della natura dentro, di un qualcosa che se fosse senziente e decidesse di agire potrebbe tranquillamente farci sparire tutti. A volte, guardando quello che combiniamo, penso che ce lo meriteremmo. Voi che ne pensate?

La distruzione ecologica, non è disgiunta dalla disuguaglianza crescente, dalle ingiustizie razziali, dalle devastanti epidemie, dal ferocissimo processo di industrializzazione, dall’imperialismo ideologico dell’occidente che ha schiacciato prima, colonizzando, e nutrito poi, globalizzando, i nuovi giganti della terra [dei quali vuole ora disfarsene], dal benessere privilegiato e bulimico che a noi viene concesso, fino allo sterminio anoressico dei suoli sfruttati e violentati del sud del mondo.
Meritare di estinguerci sarebbe una medaglia al valore, l’unico atto cosmico e democratico che si sia mai visto nella storia dell’umanità.

Invece temo un estinzionismo selettivo, non spontaneo, eugenetico, non darwiniano. Non ci resta che evocare il caso, l’entropia, l’intoppo cosmico dei piani prestabiliti, la spiritualità naturante, il sommo bene, arrendendosi alla gravità, alla salvezza, alla bellezza in ogni sua forma.


Il tema dellambiente è un argomento che portate con voi da praticamente sempre: corriamo verso lapocalisse e non ce ne accorgiamo nemmeno, e ogni volta che accendo il telegiornalesembra di guardare linizio di uno di quei film catastrofici in cui gli scienziati cercano di avvertire che siamo nei guai e nessuno li ascolta (e poi finisce il mondo eccetera). La musica ha il potere di cambiare tutto questo? E come?
Ho timore che molto presto si perda completamente la percezione vivida e netta di questa disgiunzione tenue, delicatissima, fra realtà immanente e costruzione surrogata di una realtà possibile (reale/virtuale). Che i due paesaggi, cognitivamente, si avvicinino così tanto, da produrre le stesse intuizioni. Che la profondità dell’uno svanisca e si svilisca nella compressione dell’altro.
Che un albero venga clonato così tante volte dallo sguardo, attraverso la serialità di immagini piatte, da non sentirne più la presenza organica, non percepirne più l’essenza, in una dimensione di biodiversità pluridimensionale perduta.

Il suono permette ancora di ritrovarsi, la musica di staccarsi dal suolo, di ritornare ad amare, commuovendosi, confidando in un domani radioso, nell’abbraccio di fibre d’universo temporanee, capaci di esperire l’esistenza in tutta la sua tragica bellezza. Per noi, TheBluWave è un varco. Un filo teso oltre il tempo. Uno scrigno selvatico. Una teca all’interno della quale è custodito un pezzettino organico della natura incontaminata.

La musica tende allo spirito. La nostra è una astronave che si leva verso gli astri, non è interessata a toccare il suolo.

Domanda che tocca a tutti: se poteste suonare in qualsiasi tempo e luogo, con qualunque strumento e musicista, cosa uscirebbe fuori?
Con Ungaretti. In una mattina illuminata d’Immenso. La Musica delle sfere. Finalmente il Silenzio. Il Silenzio è Musica.

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