Interviste
Asado Film, Rude Boys è il film che non ti aspetti
Asado Film è un “supergruppo” che riunisce musicisti e producer come il regista e musicista, Francesco Traverso, Olmo Martellacci (Ex Otago), il cantautore spezzino, Matteo Fiorino e il producer U’Elettronicu, all’anagrafe Gabriele Repetto. “Rude boys” è un film strutturato come una sequenza di videoclip che, in sede live, viene letteralmente suonato dal vivo. Girato nella periferia di un paese della Liguria, “Rude boys” è un omaggio ai poliziotteschi italiani degli anni ‘70 e fa venire in mente anche “Hell W10”, il cortometraggio girato dai Clash con Joe Sttrummer dietro la macchina da presa in cui Paul Simonon interpretava Socrate, un fuorilegge da strada.
“Rude boys” è concepito come una puntata di un telefilm in costume in cui due gang si scontrano un strada, e noi ce lo siamo fatto raccontare da Francesco Traverso.
Il progetto “Rude Boys” mi ha ricordato il film che fecero i Clash: Joe Strummer faceva il regista e Paul Simonon un gangster di nome Socrate, mentre gli altri due erano membri di gang verie. Si chiamava Hell W10. Poi mi è venuta in mente anche “La Banda del Brasiliano”. Sono tutti progetti legati al mondo delle bande e alla criminalità di un certo tipo, quasi romantica. Cos’è che vi ha portato in questa direzione?
Ma forse è un tipo di immaginario ricorrente, ma nel nostro caso non abbiamo nessun intento di denuncia ne morale, “Rude boys” vuole solamente essere una extravaganza.
Ora, domanda onesta: sicuramente facendo un progetto del genere ne sono successe di tutte. Qual è stata la cosa più assurda e divertente che è successa? E soprattutto: a che ora avete girato alcune scene per fare in modo che per strada non ci fosse un cane?
Si, ne sono successe di tutte. Ovviamente essendo una produzione punk abbiamo affrontato tutto a modo nostro e ci sono stati tantissimi cambi di programma. A parte un paio di riprese con gli operatori aggrappati alle auto o sui motorini, la cosa più assurda e divertente è stata l’arrivo dei Carabinieri mentre stavamo girando e la lunga conversazione che ne è scaturita sul senso di girare una produzione così ambiziosa nella periferia di un paese della Liguria, ovviamente loro in divisa e noi con i costumi di scena… Per girare in perfetta solitudine abbiamo fatto uno studio sulle strade meno frequentate oppure abbiamo mobilitato chi non era in scena per gestire il traffico. Direi che l’effetto è riuscito.
Domanda improbabile: vi chiamate Asado per via della grigliata?
In verità il nome Asado Film è uscito a caso dal nostro montatore Lorenzo Martellacci, durante una chiacchierata. Stavamo cercando il nome da dare al nostro collettivo e ci è piaciuto subito, insieme all’idea di chiamarci come una casa di produzione. In effetti poi, ripensandoci, “asado” c’entra, perché è in primis una cosa che si fa in compagnia e che, soprattutto, migliora di volta in volta nella realizzazione.
Domanda tecnica: come funzionano i live per “Rude boys”? So che la colonna sonora è suonata dal vivo: le scene vengono proiettate mentre suonate?
Live noi proiettiamo il film mentre suoniamo la colonna sonora. Abbiamo uno show ben organizzato sia dal punto di vista scenico che illuminotecnico, siamo anche tecnici di noi stessi. Ovviamente ci sono delle differenze a seconda dei palchi ma lo abbiamo fatto nei cinema come in posti molto più randagi. La diversità è sempre una sfida interessante e la resa è comunque sempre buona.
Domanda che ho tentato di trattenere ma alla fine ha acquisito vita propria ed è scappata: come vi è venuto in mente? Voglio dire, di solito quando un collettivo di musicisti e producer si riunisce è per fare un disco, voi avete fatto “Rude Boys”. Da dove vi è uscita?
L’idea era quella di unire le forze tra amici per un progetto di supergruppo, principalmente per creare qualcosa che, fino a prova contraria, non fosse mai stato fatto e che, soprattutto, avesse senso andare a vedere dal vivo. Ne è nato questo film musicato dal vivo che in periodi dove non si va al cinema e si va poco ai concerti è decisamente controcorrente.