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Interviste

I Regione Trucco e il bisogno dell’ironia per sopravvivere

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Regione Trucco tornano, dopo sei anni dal disco di debutto, con l’album “Mi sono perso”: anticipato dai singoli “Se vuoi venire”, “Linguette” e “Lady Hawk”, “Mi sono perso” riesce nell’infinitamente complicata impresa di dipingere il ritratto di una generazione che è praticamente nata invisibile, quelli che adesso hanno fra i 35 e i quarantaqualcosa anni e ancora non hanno capito che cavolo sta succedendo. Fra metafore e vecchi provini trasformati in nuove canzoni, la band piemontese si muove in questa situazione con l’ironia di chi ha capito che, se vuoi galleggiare in qualche modo, devi accettare di non prendere tutto troppo sul serio. Anche perché, se lo fai, probabilmente sei finito.

Vi faccio una confessione: io non so mai dove sono, non ho senso dell’orientamento e mi perdo pure per andare in bagno. A volte è una rottura, a volte è una figata perché ti permette di trovare cose che altrimenti non vedresti mai se non sbagli strada. Voi come vi sentite quando vi perdete?
Noi veniamo dalla campagna, qualcuno di noi vive perfino nei boschi. Quindi da un punto di vista del senso dell’orientamento geografico siamo messi bene. Noi ci perdiamo più nei nostri pensieri, nei nostri progetti, siamo fatti così. La cosa ci fa sentire sempre un po’ ansiosi perché, anche quando ci mettiamo di impegno, siamo sempre al limite con le tempistiche: ad esempio, il singolo Lady Hawk è stato finito poco prima della sua uscita. Ma va bene così. Se dopo che ti perdi ti ritrovi, è ok.

Lady Hawk è uno di quei film che ti traumatizzano, un po’ stile Heidi: lo vedi da piccola e pensi che se dev’essere così entro in convento, grazie. Il fatto è che non avevo mai pensato che potesse essere una metafora per come viviamo adesso: magari conviviamo e ci vediamo comunque pochissimo. È terrificante. Come la risolviamo la cosa? Ed è risolvibile o siamo condannati a restare lupi e falchi vita natural durante?
Bella domanda. Per fortuna il ruolo delle canzoni non è trovare soluzioni, altrimenti saremmo fregati. Per provare concretamente a rispondere alla tua domanda, dare valore (anche economico) al tempo libero è la prima cosa, non vivere una vita votata al Dio Denaro. Ma le necessità primarie vanno comunque assolte e, alle volte, già solo per assolvere a queste ultime, il tempo libero che resta è davvero minimo. Forse una soluzione concreta potrebbe essere vincere al SuperEnalotto.

Il vostro disco è un disco di metafore: ora, lo so che scrivere testi è un lavoro di metafore, ma voi partite proprio dalla metafora per creare un testo. È il percorso inverso. Da Lady Hawk a Tagadà, alle linguette delle lattine usate per avere risposte. C’è una cosa che si chiama “Suspension of belief”: quando vai a vedere un film accetti tranquillamente quello che succede senza chiederti, per esempio, com’è che a John Wick la polizia non arriva mai e pare che la gente possa spararsi per strada in totale tranquillanza. Voi funzionate un po’ allo stesso modo? Usate le metafore per arrivare alle cose, come l’accettare che le linguette delle lattine nascondano davvero le risposte che ci servono?
Le linguette delle lattine, ovviamente, non hanno risposte e le metafore non aiutano ad arrivare alle cose. Sono più che altro espedienti letterari. Nella scrittura, capita che ci sia un’immagine che ti cattura, come ad esempio quella delle linguette delle lattine, che poi si trascina dietro tutto il resto del testo della canzone. 

“Quelli in mezzo” è il nostro ritratto perfetto, credo: mai abbastanza vecchi da poterne godere i vantaggi, mai abbastanza giovani da poterne ricevere le attenzioni. Le pensioni le prendi solo se hai fortuna, nel nostro mondo, e i bandi non sono aperti agli over 35. E noi in mezzo che facciamo? 
Noi, nel mezzo, stiamo lì, un po’ fuori tempo, un po’ fuori posto. Forse diventiamo un po’ cinici, ma per quanto ci riguarda continuiamo a suonare, sperando che altre persone che, anche loro, stanno nel mezzo, si possano riconoscere nelle nostre canzoni. In fondo siamo fuori posto solo rispetto a quelli prima e a quelli dopo di noi.

Domanda tecnica: come promuoverete il disco, avete già date in ponte?
La promozione del disco è affidata al nostro ufficio stampa “Sfera Cubica” per quanto riguarda la stampa di settore e le radio; alla nostra social media manager Ylenia Fonti che si fa in quattro per gestire dei boomer come noi sui social; infine, il nostro manager Federico Borruso si occupa di tutto il resto, nonché del posizionamento del disco sui digital store.
Le date arriveranno sicuramente con l’estate, ma contiamo di fare una sorpresa già a brevissimo. Invitiamo tutti a seguirci su Instagram e Facebook, dove ci possono trovare come REGIONETRUCCO, per restare aggiornati su tutto quello che accadrà.

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