Interviste

Le Capre a Sonagli e i riti psichedelici di “Funeral Rave Party”

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Le Capre a Sonagli tornano con “Funeral Rave Party”, un “EP in tre anni proiettato verso un futuro distopico”: a metà fra la visione mistica e un rave vero e proprio, “Funeral Rave Party” riesce a unire techno, afrobeat, punk e riti di massa in cui succede di tutto ma alla fine non si fa male nessuno.

Originaria di Bergamo, la band non è estranea allo stoner, al folk e alla psichedelia, e ha il suo personale avviso per tutti coloro che si avvicineranno alla sua musica: “Funeral Rave Party è un rituale ritmico psichedelico, un live fisico proiettato verso un futuro distopico, ossessivo, la perfetta colonna sonora di un film di Cronenberg. Seguite il fauno nel mezzo del dubbio, dove istinti primordiali e macchine volanti si accordano in una danza posseduta, tarantolata, al fine di dissolvere il vostro ego. Sotto la stele del giano bifronte un bad trip parlerà alla vostra mente: accogliete Le Capre a Sonagli nei vostri incubi affrontate le visioni, facendovi trasportare delle correnti del fiume Stige, Caronte sarà inizio e fine.”

Sto per essere brutalmente onesta: non vi conoscevo. Sentito parlare mai mai mai. Quindi ho fatto i compiti: se dal nome mi avevate fatto venire in mente una qualche band che suona taranta (giuro che non so come mai) poi ho visto le foto e mi sono messa ad ascoltare la musica. Ora nella mia testa siete a metà fra Cerunnos e i Mamuthones di Mamoiada. Sono tutti e due molto fighi e altrettanto inquietanti, e la cosa bella è che io adoro le cose inquietanti. Voi questa cosa la cercate, o è una roba che vedo solo io?

Sicuramente l’immaginario ancestrale dei Mamuthones ben si sposa con il nostro. Sebbene la musica sarda non ci abbia influenzato, siamo molto attratti dalle viscere di queste maschere che sanno di terra e di sangue. La ricerca di una bellezza inquietante ed incerta è alquanto naturale e spontanea figlia di un percorso artistico espressivo durato parecchi anni.

“Funeral Rave Party” arriva in un momento in cui sembra che il problema più grande, in Italia, siano proprio i rave party. L’avete fatto a posta? Perché se anche così non fosse ci sta proprio bene.

Non lo abbiamo fatto apposta. La becera retorica di governo non scalfisce la nostra produzione musicale, che si fottano!

Infilate un sacco di roba nei dischi: c’è un sacco di rumore, Blixa Bargeld vi abbraccerebbe stretti stretti. Suonare con gli Einsturzende Neubauten vi piacerebbe? E con chi altri condividereste il palco più che volentieri?

Sparando alto mi sarebbe piaciuto fare un concerto con un’orchestra diretta dal maestro Morricone. Puntando un po’ più in basso direi che un duetto con Rihanna nella pausa del Superbowl potrebbe andare. 

Nel paese da dove viene la mia famiglia c’è una leggenda: è stato conquistato perché la gente del paese rivale si è avvicinata, di notte, con un sacco di capre a cui avevano legato lumini al collo per far finta di essere molti di più. Quindi, secondo voi, se le capre avessero avuto un sonaglio avrebbe funzionato? E non è strano che le capre non abbiano detto BAAAAH nemmeno una volta?

La spiegazione può essere solo una: il paese aggressore venerava la Capra, ergo non si cibava della sua carne. Le capre lo sapevano, così si spiega perché non emisero alcun verso.

Poi la questione che non avessero sonagli è tutta da verificare, le mie fonti dicono il contrario.

Si può dunque sostenere che le capre con sonaglio vinsero una guerra senza colpo ferire, senza manco un bisbiglio.

So che avete suonato a Mezzago: quali altre date avete in ponte?

Il 30 aprile suoneremo al piazzale alpini in centro Bergamo, per il resto consigliamo di seguire le nostre avventure sul sito www.lecapreasonagli.it e sui social (no MySpace, no TikTok) dove sarete aggiornati su tutte le nostre date.

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