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Ceneri ci accompagna “Nelle teste degli altri”

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Forse in Universi Paralleli Irene non sarebbe così trasparente ma, nel nostro, l’immersione nel suo mondo puro, cristallino nel suo grigiore, è rassicurante, nonostante le incertezze. 

Nelle teste degli altri, ep rilasciato lo scorso 30 marzo da Peer Italy, è il nuovo sguardo sulla realtà di ceneri, giovane anima friulana che, in un percorso di quattro tracce (nove complessivamente considerando i brani contenuti in Nello spazio che resta), ci accompagna mano nella mano nel suo frastagliato romanzo, un po’ nei pensieri altrui e un po’ nella nostra testa. Con la sua musica è infatti facile empatizzare, lasciando viaggiare l’immaginazione, rimanendo però fortemente ancorati al presente ed esortando al contempo il passato a emergere. Alla fine, si sa, tutte le cose buone fanno male. 

Un progetto quello di ceneri complesso nella sua semplicità, accompagnato da produzioni nude ma cariche emotivamente, una complessa armonia tra elettronica e pop, tra sintetizzatori e dissolvenze, tra chitarre e batterie. La musica di Irene è un urlo bianco, lo specchio della realtà di una generazione: è la storia di quando si è giovani e alla ricerca di sé, un flusso di coscienza fatto di immagini nitide e burrascose, la ricerca di un luogo sicuro dove rintanarsi e fiorire (Sguardo), oltre che di uno nel quale rinchiudere il proprio caos (Appartamento). 

Quello di ceneri, come avrai ben capito, è dunque un universo da esplorare e noi, proprio in occasione della release di Nelle teste degli altri, abbiamo provato a farlo: puoi leggere qui di seguito l’intervista a Irene, nella quale abbiamo indagato un po’ di più sul suo percorso e le varie sfaccettature della sua arte.

Chi è ceneri e qual è lesigenza che ha dato via al tuo percorso? Quali sono gli artisti che hanno influenzato le tue sonorità? Oltre che la visione artistica della tua musica.

Ceneri è un progetto nato dall’esigenza di esprimere quello che io come Irene facevo fatica a dire, rappresenta un modo per raccontare quello che provo e che normalmente non saprei come esternare. Le mie influenze principali sono Bon Iver e Phoebe Bridgers per il cantautorato moderno e delicato che li accomuna, mi piace molto leggere i testi e analizzarli e da qui è nato il mio amore per Frank Ocean. Di italiani non posso non citare I CaniGiorgio Poi e Battisti, tutti molto diversi ma accomunati dalla delicatezza nel saper descrivere una vita banale e renderla unica.

Il 21 ottobre 2021 pubblichi Fiato corto, il tuo primo singolo: cos’è cambiato in questi anni? Hai ancora quella sensazione di estraneità e apnea? Se oggi dovessimo entrare nella tua testa, ci sarebbero ancora quei mostri?

Credo di essere cambiata molto in questo ultimo anno ma questa sensazione di non appartenenza mi segue, nonostante stia ancora cercando il mio posto, sia esterno che interno.

Nelle teste degli altri è un intimo e delicato, seppur burrascoso, viaggio allinterno dei pensieri di unintera generazione. Qual è il caos che oggi risiede in te e che hai chiuso nel tuo appartamento?

La ricerca di un equilibrio. Vorrei imparare a dare il giusto peso e spazio a ogni aspetto della vita in modo da non esserne sopraffatta e soprattutto lasciarmi un momento per respirare serenamente senza ansie e insicurezze.

Com’è cambiata ceneri dalle prime release? Qual è stata la soluzione per aprire il cuore e gettarne via i lucchetti?

Sì, direi di essere cambiata in positivo, di essere cresciuta più che altro. Ho capito che la gente non è davvero cattiva, che ci si può fidare di chi ti vuole bene e che alla fine siamo tutti più simili di quello che crediamo.

Quanto è importante per te la dimensione live? 

Da una parte mi sono abituata ai concerti e tutto quello che comportano a livello logistico, ma quando sei davanti al pubblico è sempre come fosse la prima volta in un certo senso. Sto prendendo consapevolezza di quanto sia importante il contatto con il pubblico e riuscire a comunicare le mie canzoni in modo diretto.

Quanto spazio ha Irene quando ceneri salo sul palco? Hai qualche rito scaramantico prima di esibirti?

Da una parte Irene rimane sempre, anche mentre mi esibisco. Non penso a me, ma a come far arrivare la mia musica a chi mi ascolta. Più che rito scaramantico, ho un rito di riscaldamento e respirazione che seguo attentamente, perché saper di essere pronta a livello fisico mi fa sentire più sicura a livello mentale.

Qual è il ruolo dellarte e, più nello specifico, della musica oggi? Dovrebbe avere un ruolo semplicemente” curativo o dovrebbe essere anche mezzo per esporsi e combattere battaglie?

L’arte in generale, e quindi anche la musica, nasce da un’esigenza di espressione e credo che ognuno debba essere libero di dire ciò che vuole fin quando non nuoce a nessuno. L’arte deve anche essere scomoda e deve saperti smuovere e toccare sul vivo per farti riflettere e crescere. L’arte porta da sempre conforto e confronto ed è giusto che sia così anche oggi.

Concludiamo con un piccolo consiglio per gli artisti emergenti che ti seguono: cosa o chi è stato il game changer nel tuo percorso?

Credo che il game changer sia stato trovare le persone giuste che credano in te e condividano la tua visione delle cose, che ti ascoltino davvero e seguano le tue idee. Trovare queste persone ha cambiato tutto, quindi il mio consiglio è trovare l’ambiente perfetto per crescere, se vi sentite oppressi o incompresi non riuscirete mai ad esprimervi liberamente.

Simone Furlani

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