Interviste

Gemini Blue: il debutto del dinamico duo con Players will play, lovers will pay

Published

on

Dopo aver dato un assaggio del loro potenziale a pubblico e giuria di XFactor i Gemini Blue debuttano con il loro primo album in studio Players will play, lovers will pay. Il disco è uscito il 21 aprile ed è stato anticipato dai tre singoli AlternativesBullshitSong Demons of The City, un portfolio che già ci abitua alla forma prismatica del long play: Players will play, lovers will pay è una mostra d’arte dove ogni canzone è un quadro dipinto in uno stile diverso, creando una miscellanea cromatica dai toni spirituali ed introspettivi lunga dieci tracce. Complice nella realizzazione la mano di Paolo Blodio Fappani, che nello studio LeKlubHaus di Brescia produce e registra il disco ad inizio anno.

Players will play, lovers will play è la quintessenza dell’album di debutto: un identikit del duo del lago di Garda, che già durante il suo soggiorno alla trasmissione XFactor aveva dimostrato uno spirito sperimentale, una cultura musicale sconfinata ed una grande abilità d’improvvisazione, dalla natura quasi jazzistica(anche se loro, come essi stessi affermano, di jazz hanno ben poco). 

Dopo tre incredibili concerti tra fine marzo ed inizio aprile e una serata di festeggiamenti pre album al Piroka Pub di Toscolano Maderno, i Gemini Blue si esibiranno sabato 29 aprile al Primo Maggio Rock Festival 2023 a Leno

Non perdeteveli!

Il 21 aprile è uscito il vostro disco di debutto Players will play, lovers will pay. Quando avete iniziato a lavorare al disco? 

Noi ci siamo conosciuti nell’estate 2020 e appena abbiamo iniziato a suonare insieme sono subito nati i primi brani molti dei quali sono nel disco. Però abbiamo iniziato a registrarlo e lavorarci circa un anno fa dopo una serata in Latteria Molloy (un locale Bresciano molto bello) in cui abbiamo conosciuto Paolo Blodio con cui abbiamo iniziato a lavorare e registrare appunto.

Cosa dobbiamo aspettarci dall’album?

Dovete aspettarvi una raccolta di 10 brani diversi che toccano diversi generi e culture. Abbiamo impresso quello che siamo ma più in particolare quello che siamo stati nel corso dei nostri primi anni di vita, così che ora possiamo continuare il nostro percorso di crescita e evoluzione.

Players will play, lovers will pay è un titolo interessante e potenzialmente pieno di informazioni, pertanto vi chiedo: di cosa parla il vostro album? Che storia racconta?

Il nostro disco parlo dell’essere vivi, ma soprattutto dell’essere in balia delle proprie emozioni.

Lasciarsi andare è uno dei requisiti fondamentali per percepire la musica dentro di se e players will play lovers will pay cerca di fare ciò.

È un disco che testimonia anche il sempiterno tormento dell’artista romantico, tempestato senza sosta dall’amore.

Il vostro stile è saturo di ispirazione pur restando originale e freschissimo. Avete avuto qualche “musa ispiratrice” durante la produzione del vostro album? 

Grazie prima di tutto, nella scrittura dei brani si naturalmente abbiamo avuto delle muse, delle femme fatali ma non solo, siamo nati sul lago di Garda e viviamo ancora lì, in un luogo estremamente suggestivo con molta natura di ogni genere e animali, spesso una semplice passeggiata può essere di grande ispirazione.

Nella registrazione in studio invece per la ricerca di certi suoni ci siamo ispirati a grandi della musica, prendendo diversi spunti, dai suoni dei Black Keys, Puma Blue, gli All Them Witches o ElliotSmith magari, ai campioni di dj Shadow o Logic. In tutto questo una musa importante era Paolo Blodio produttore del disco.

C’è qualche artista con cui vi piacerebbe collaborare?

Gli artisti con cui vorremmo collaborare sono decisamente tanti, ma credo che gli All Them Witches siano su un piedistallo per noi, anche solo jammare un pomeriggio in una sala prove in mezzo alla campagna…

Tra i grandi italiani sarebbe un onore collaborare con i Verdena, i Calibro 35 o con i C’mon Tigre. 

Parte del vostro fascino sono sicuramente sperimentazione ed improvvisazione. Che ruolo ha, in particolare quest’ultima, nella vostra produzione artistica?

L’improvvisazione è alla base della nostra musica, i brani spesso nascono da lunghe sessioni di jam in sala prove e credo che questo ci permetta di porre l’attenzione sul linguaggio che entrambi vogliami sviluppare.

Pensiamo a Gemini blue come un eterno dialogo fra noi due e col pubblico e quindi saper improvvisare un “discorso” è essenziale, abbastanza jazzistico come approccio ma di jazz abbiamo ben poco.

Avete partecipato all’edizione 2022 di XFactor. Come avete vissuto quest’esperienza? Che impatto ha avuto sulla vostra carriera?

XFactor è stata un’esperienza unica, ci ha fatto capire cosa ci piace di quegli ambienti e cosa ci inorridisce.

A livello di carriera ci ha permesso di fare capolino sul vasto mare che è la scena musicale italiana, ma è un’illusione, non si regala niente e il lavoro da fare è ancora tantissimo. Non vediamo l’ora!

L’uscita dell’album sarà accompagnata da dei concerti? Cosa deve aspettarsi qualcuno che non ha mai visto Gemini Blue dal vivo?

Qualcuno che non ha mai visto Gemini Blue dal vivo deve aspettarsi uno spettacolo dinamico, dai volumi sostenuti, ma soprattutto una intimità totale negli approcci all’esibizioni.

Volete dire qualcosa ai vostri fan?

Ai nostri fan diciamo come sempre grazie, per connettervi con noi e per capirci, e che speriamo di vederci ai concerti e conoscerci! 😊

Exit mobile version