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“Is It Love” è il nuovo singolo di Loreen: un viaggio interiore fra dolore e romanticismo
Si intitola “Is It Love” il nuovo singolo di Loreen. Disponibile su tutte le piattaforme di streaming, il brano segna il ritorno della cantautrice svedese di origini marocchine, a cinque mesi dalla vittoria (la seconda in carriera, dopo quella del 2012, e un primato assoluto come artista donna) all’Eurovision Song Contest 2023 con “Tattoo”, successo planetario, entrato in classifica in oltre 30 Paesi e arrivato in 5a posizione nella classifica globale di Spotify.
Realizzata assieme all’autore e producer svedese Rami Yacoub (Madonna, Ariana Grande e Lady Gaga), “Is It Love” porta ad un altro livello la narrazione emozionale, sonora e visiva di “Tattoo”, di cui costituisce una sorta di secondo capitolo. Consapevole del valore della dualità e alla ricerca costante dell’equilibrio, Loreen torna a far sentire la sua voce con un brano sulla doppiezza dell’amore, perché non c’è luce senza tenebra, non c’è chiarezza senza distorsione, né amore senza dolore.
«“Is It Love” è nata in un momento in cui cercavo di fare chiarezza, è una canzone che descrive e contempla allo stesso tempo un amore così profondo, ma anche così confuso», racconta Loreen. «È un brano sul realizzare che per avere una conoscenza approfondita di sé, bisogna accettare la dualità della vita, ovvero che la distorsione e la lucidità vanno di pari passo e sono egualmente importanti. Per sperimentare nel profondo il vero amore, sia verso sé stessi, sia verso gli altri, bisogna accettare di toccare la profondità del dolore».
Scritta e composta da un grande team internazionale, che comprende MTHR (Zara Larsson) con Dag Lundberg e Maia Wright, con la produzione vocale affidata ad Albin Nedler (Harry Styles, Sam Smith, Selena Gomez) e mixata da Josh Gudwin (Bad Bunny, J Balvin, Justin Bieber), “Is It Love” lascia emergere potenti le radici marocchine dell’artista. Sostenuta, in un tipico crescendo cinematico, da una produzione stratificata, ma capace di unire complessità timbrica e impatto emotivo, in un blend assolutamente accattivante, la voce calda e potente di Loreen traghetta l’ascoltatore in un viaggio interiore tra luci e ombre, dubbi e speranze. La ritmica affidata alle darbuke, gli inserti di strumenti a fiato nordafricani, gli archi e i backing vocals dal sapore tribale, fanno il resto: total banger!
Nata e cresciuta a Stoccolma, da genitori di origini berbere, Lorine Zineb Nora Talhaoui, in arte Loreen, dopo una prima, sperimentale, partecipazione all’edizione svedese di “The Idol”, nel 2004, a cui seguì un ritiro, lungo sei anni, nelle retrovie dell’underground – «Volevo imparare tutto sulla mia voce, su come si produce musica, ma anche la tv, i reality. Dovevo studiare e la vita è stata la mia scuola» – si è affermata sulla scena internazionale con la vittoria, nel 2012, all’ESC di Baku e la hit “Euphoria”.
Attivista per i diritti umani e icona del movimento LGBTQ+, con 800 milioni di stream totali, singoli di successo, come “My Heart Is Refusing Me”, “Crying Out Your Name”, “Paper Light (Higher)”, “We Got the Power”, due album “Heal” (2012) e “Ride” (2017) all’attivo e un suono capace di abbattere le barriere culturali, di unire le sponde del Baltico a quelle del Mediterraneo, il power pop, alla spiritualità della musica berbera, Loreen è senza dubbio tra gli artisti più interessanti del momento.
Sull’onda del meritato successo, la cantante, in lizza per il “Best Nordic Act” agli MTV EMAs 2023, in scena il 5 novembre a Parigi, partirà sempre a novembre in tour tra Europa e UK, una produzione, che vanta per la parte visual la collaborazione di Tobias Rylander (già dietro il Renaissance World Tour di Beyoncé) e che speriamo tocchi presto anche l’Italia.
Cinzia Meroni