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Editoriali

World Press Photo: La più importante mostra al mondo di foto­giornalismo

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World Press Photo: La più importante mostra al mondo di foto­giornalismo

“Se Parigi avesse il mare, sarebbe una piccola Bari”, questo è uno dei modi di dire più scherzosi e conosciuti in Puglia e all’ estero.


Bari non sarà Parigi, ma negli ultimi anni tra attività culturali e mostre si sta difendendo bene.
Ed è proprio a Bari che, per il decimo anno consecutivo, viene ospitato il World Press Photo Exhibition 2023 e per l’occasione del decennale nel capoluogo pugliese, giunge a Bari con tante novità: un ampliamento espositivo ed eventi collaterali per la città dedicati a tutti i baresi e turisti. La mostra di fotogiornalismo più prestigiosa al mondo con i suoi 120 scatti vincitori della 66^ edizione del concorso è visitabile dal 13 ottobre al 10 dicembre presso il suggestivo Teatro Margherita, uno dei teatri storici costruito sul mare della città, restaurato e riconvertito in museo di Arte contemporanea.

L’immagine vincitrice del titolo di World Press Photo of the Year 2023 è stata scattata dal giornalista e fotografo ucraino Evgeniy Maloteka il 9 marzo del 2022 per l’Associated Press. In titolo dell’ opera è “L’assedio a Mariupol” ed è stata scattata durante uno dei più brutali accadimenti della guerra in Ucraina durante l’attacco aereo al Mariupol Maternity Hospital. Iryna Kalinina, una giovane donna incinta di 32 anni e gravemente ferita, è adagiata su una barella e viene trasportata all’esterno dell’ospedale colpito deliberatamente dalle forze armate russe, in un attacco che ha causato tre morti e circa diciassette feriti. Il suo bambino, chiamato Miron (nome che in ucraino significa “pace”) è nato morto poco dopo quello scatto e, mezz’ora dopo il parto, anche Iryna è deceduta. La scelta della giuria nel decretare questa immagine lo scatto simbolo dell’anno appena trascorso è motivata dal fatto che la foto descrive un vero e proprio attacco al futuro dell’Ucraina.

Tra le altre menzioni d’onore troviamo il reporter danese Mads Nissen, che con il lavoro dal titolo “Il prezzo della pace in Afghanistan” realizzato per Politiken si è aggiudicato il premio per la World Press Photo Story of the Year, la fotografa armena Anush Babajanyan che con il progetto Battered Waters (letteralmente “acque maltrattate”) realizzato per VII Photo/National Geographic Society si è aggiudicata la vittoria nella categoria World Press Photo Long-Term Project e l’egiziano Mohamed Mahdy che con “Here, The Doors Don’t Know Me (Qui le porte non mi conoscono)” ha ricevuto, infine, il World Press Photo Open Format Award.

In mostra, troviamo anche due italiani: il romano Simone Tramonte, vincitore regionale per l’area geografica dell’Europa per la categoria Long Term Project con l’opera dal titolo “Net- Zero Transition” e Alessandro Cinque, originario di Orvieto ma stabilitosi a Lima, in Perù. È lui ad aggiudicarsi il premio Story of the Year per l’area geografica del Sud America, con il reportage dal titolo “Alpaqueros”, realizzato con il supporto del National Geographic e del Pulitzer Center.

Visitare il World Press Photo è sempre un grande stimolo ad aprire gli occhi su ciò che ci circonda nel mondo perché per quanto si possa dibattere sulla fotografia tra il reale e la finzione, se è vero che la fotografia (salvo rarissimi casi) è frutto dell’intenzionalità del fotografo in quanto il fotografo può raccontare ciò che vuole modificando l’inquadratura, inserendo o escludendo già in fase di scatto determinati dettagli che potrebbero cambiarne il racconto sulla realtà dei fatti, la fotografia reportagistica è soggetta a regole etiche che i fotoreporter sono tenuti a rispettare. Una tra tante, quella di essere imparziali e tenere fuori dalle fotografie giudizi e pregiudizi personali. La fotografia è un linguaggio universale e la fotografia reportagistica è uno strumento di denuncia sociale e di riflessione così come dimostrano gli scatti fotografici del World Press Photo. Scatti in grado di raccontare e di mostrare le tematiche ed emergenze dei nostri tempi da un altro punto di vista, quello più vicino ed inedito.

La mostra è visitabile presso il Teatro Margherita di Bari dal 13 Ottobre al 10 dicembre 2023.

Per info: https://www.worldpressphotobari.it/

Federica Signorile

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