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Editoriali

Il report del concerto dei Calibro 35 all’Alcatraz di Milano

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Volevamo il viaggio e il Calibro 35 ce lo hanno regalato nella data di ieri all’Alcatraz di Milano, l’ultima, in Italia, del loro “Nouvelles Aventures On Tour”. Per un parterre di aficionados, in un Alcatraz a mezzo servizio, ma dall’atmosfera decisamente calda, la band ha snocciolato una scaletta di ventidue pezzi. Al centro, i brani de le “Nouvelles Avenutres” del gruppo capitanato da Enrico Gabrielli: nuove avventure, perché frutto di un ritrovato slancio compositivo dei Calibro, dopo l’immersione nel mondo morriconiano con “Scacco al Maestro Vol. 1” e “Vol. 2”; nuove, perché realizzate lontane da quella Milano, che è stata per tanti anni casa e prima fonte di ispirazione, ma, soprattutto, perché vissute con una formazione rinnovata, che ha visto l’ingresso al basso di Roberto Dragonetti, al posto di Luca Cavina.

In un’ora e mezza di concerto, Enrico Gabrielli (tastiere, fiati e cori), Massimo Martellotta (chitarra e tastiere), Fabio Rondanini (batteria) e Roberto Dragonetti (basso) hanno dimostrato di avere trovato la quadra perfetta. Rodatissimi, i Calibro hanno chiuso il cerchio di un tour partito da Milano ad aprile e che, dal 26 ottobre, li porterà in giro per l’Europa con il “Nouvelles Aventures Eurotour”. Organizzato in cinque diverse tappe, il live si è aperto con un’intro dal film di Pier Paolo Pasolini, “Uccellacci e Uccellini”, seguito a ruota dal trittico “Mompracem”, “Stainless Steel” e “You, Filthy Bastards”: tre pezzi da due epoche diverse dei Calibro, quella presente, col suo ricercato esotismo siderale e quella del crime funk teso e gaglioffo di “Traditori di tutti”. Un assaggio delle diverse ambientazioni, nelle quali la band si immergerà con il pubblico dell’Alcatraz nel corso della serata.

Il vascello spaziale sembrerebbe già diretto verso l’assenza di gravità a questo punto del live, ma come annunciato dalla band, nella serata sono previsti diversi ospiti e, così, già il quarto pezzo in scaletta è affidato alla voce dell’amico e sodale Roberto Dell’Era (Afterhours, The Winstons), sulle note de “L’appuntamento”. Nulla da dire sull’interpretazione del Dell’Era, perfettamente a suo agio sul palco e nel vestire questo pezzo reso celebre da Ornella Vanoni, ma il tutto imprime una battuta d’arresto al ritmo di un concerto, che stava davvero iniziando a decollare. A riportare i motori in temperatura, arriva il secondo trittico, composto da “Stan Lee” (in una versione “cantata” dal Gabrielli), “Fail It Till You Make It” e “Death Of Storytelling”: semplicemente eclatante.

A seguire “Trafelato”, suonata dalla band incappucciata con dei passamontagna, è un tuffo nel passato di “Calibro 35”, ma a riportarci nel presente è “When The World Is Feeling Blind”, brano tratto dalla colonna sonora della seconda stagione della serie tv “Blanca”, cantato dalla seconda ospite della serata Arya Delgado, in quella che è stata l’ospitata meglio calata nell’atmosfera del live. Un’ultima piccola deviazione, prima di entrare nella sezione più esaltante della scaletta, quasi tutta dedicata alle nuove avventure della band con “Dinamometro”, “Eteretaco”, “Apnea”, “Ottofante”, la gradevole intrusione di “Bouchet Funk”, sempre da “Calibro 35”, e “Milan au 30ème siècle”. Si vola, il suono della band è una crema, i pezzi nuovi si muovono in un territorio, che pur rimanendo familiare a chi segue i Calibro da un po’, porta l’ascolto verso orizzonti inesplorati, dalle atmosfere chillout di “Apnea”, al meccanico esotismo di “Ottofante”, fino all’immaginario futuribile di “Milan au 30ème siècle”… oltre, c’è solo lo spazio siderale.

Non a caso, dopo un a breve uscita di scena, accompagnata dalla storica cronaca dell’allunaggio, Gabrielli e soci tornano vestiti da astronauti. Ormai la terra è un lontano ricordo: “CLBR35” e “Universe Of 10 Dimensions” sono il nocciolo bollente del live, difficile tornare indietro, ma non impossibile, ci pensano i Calibro con la tradizionale e vagamente terrestre “Gun Powder”. Riportati i piedi per terra, poi, è la volta dell’ennesimo ospite della serata, Venerus, che canta la sua “Sei acqua”; il pezzo con l’accompagnamento della band non è niente male, ma risulta quasi un corpo estraneo nel defluire del live, spezzando l’atmosfera ancora una volta prima del finalone affidato alla nuova “Extraordinaire” e a due immancabili classici: “Notte in Bovisa” e “Giulia Mon Amour”, a chiudere il cerchio nel debito tripudio. Tornati sulla Terra, i Calibro 35, prolifici custodi del meglio di quanto la musica italiana contemporanea abbia prodotto, con il loro carico di tradizione e sperimentazione, sono pronti a conquistare l’Europa.

Cinzia Meroni

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