Editoriali
Gli Elettrica raccontano il nuovo singolo “Mai +”: «Ecco il nostro romantico punk»
Dopo il singolo d’esordio “Fammi Male”, gli Elettrica ritornano con un nuovo brano dall’attitudine rock: “Mai +”. Nato a Milano nel 2022 e forte della direzione artistica di Davide “Divi” Autelitano, frontman de I Ministri, il trio in questo brano dai toni tra indie rock e romanticismo pop esplora il tema dell’amore in una prospettiva più matura e tangibile, il tormento, le incertezze e quel blue (collegato al blue monday, giorno più triste dell’anno), che trovano la massima espressione nell’incisivo finale “soli mai +”. «I due pezzi faranno parte di un disco di 9 canzoni, 9 storie, il cui filo conduttore è l’amore, visto da varie angolazioni», ci ha raccontato Dario, batterista della band. «Quella di “Mai+” è sicuramente una storia d’amore romantica e un po’ retro, che si lega al singolo precedente proprio per il tema che tratta: relazioni e sentimenti».
Se in “Fammi Male” raccontavate una storia d’amore moderna combattuta tra autolesionismo e follia, la dimensione del ricordo di “Mai +”, vuole dirci che quando una storia finisce bisogna tenere il buono, ma essere capaci di lasciarla andare? «Sì, è da vedere come il ricordo di una storia d’amore, quando si pensava di non tornare più a una situazione di solitudine e invece… ma bisogna fare i conti anche con questo, con quel blue, quella malinconia che certe storie ti lasciano».
Che valore date alla tristezza e alla malinconia nel vostro processo creativo? «È un tema ricorrente nei testi dei nostri brani. C’è questa disillusione di fondo, si parla di amori un po’ tormentati, di relazioni finite e questo blue ha una dimensione ricorrente, a volte ci si crogiola anche un po’ in questa dimensione».
Parlare di amori tormentati oggi, può risultare spinoso. È un peso che avvertite? «Le tematiche arrivano dal nostro vissuto, non credo che ci sia stato un fattore limitante da parte del mondo esterno rispetto ai temi che abbiamo affrontato. Credo che i disagi legati alle relazioni facciano parte della vita quotidiana delle persone, così come le cose belle e che quindi parlarne sia normale».
A che punto siete del disco? «È già chiuso. Andremo avanti con un singolo al mese fino ad aprile e poi uscirà l’album».
Come sono nati gli Elettrica? «Io sono l’ultimo entrato nel progetto, poco più di un anno fa ho conosciuto Damiano (chitarra) e Andrea (basso), che si erano conosciuti un po’ di tempo prima e avevano iniziato a lavorare su alcuni pezzi, che Damiano aveva messo giù in un periodo, appena prima del Covid, in cui viveva a Londra, ecco il perché dell’influenza londinese nelle sonorità e anche un po’ nei testi. Nel giro di qualche mese poi siamo entrati in contatto con Divi dei Ministri, che Damiano conosceva da qualche anno e che si è reso disponibile per lavorare alle produzioni di questi brani, che al momento erano in versione abbastanza casalinga, di demo autoprodotte. Da lì è partita una fase molto stimolante per noi»
Com’è stato lavorare con Divi? «Lui si è preso benissimo quando ha ascoltato i nostri brani e per noi lavorare con lui è stata una scuola, sia a livello di scrittura, arrangiamento, ricerca del sound, su cui avevamo le idee molto chiare, ma qualche limite tecnico nella realizzazione. Nessuno di noi è uscito da scuole professionali di musica, quindi siamo piuttosto punk anche da quel punto di vista. Divi ha inflitto subito la direzione ed è stato poi molto bravo a spronarci e a farci credere in noi stessi».
La vostra attitudine e in parte il vostro suono mi ricorda anche tanto il bel rock italiano di fine ’90, primi 2000. Quali sono i vostri punti di riferimento artistici? «Sicuramente i Ministri, sono veramente tra i gruppi che ci hanno sempre ispirati, come i Verdena, cosa che forse si sente un po’, e I Tre Allegri Ragazzi Morti. I nostri ascolti, però, sono anche tanto in ambito internazionale».
Gruppo preferito? «The Strokes, non so se passa il nostro desiderio di avvicinarci a loro, almeno nel suono delle chitarre».
Ci sono live in vista? «La dimensione live è quella che ci piace maggiormente, ma ora ci si ferma un attimo, fino a fine gennaio, per poi ripartire con decisione a febbraio».