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Green Day – La recensione di Saviors

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In questo anno pieno di celebrazioni, tutte legate dal numero quattro, si aggiunge l’uscita dell’ultimo album dei Green Day Saviors. Nel 1994 pubblicavano Dookie, album che li ha catapultati nel mainstream e di cui se ne è già parlato molto, e con merito. Nel 2004 arriva American Idiot, disco dove Billie Joe, Mike Dirnt e Tre Cool provano, con successo, a far quel passo che andrà poi a consacrarli come band rock a tutto tondo.

Saviors, nonché il quattordicesimo del gruppo californiano, non dà e non toglie nulla a quanto fatto finora dai Green Day; è un disco dove i tre si collocano perfettamente nella loro comfort-zone, il che non dev’esser visto come aspetto negativo, anzi, perché uno dei tanti loro meriti è di essersi creati una loro identità, e soprattutto esser riusciti a portarla avanti con forza e consapevolezza, in particolare riguardo l’aspetto live.


The American Dream Is Killing Me, primo singolo del disco, uscito nell’autunno del 2023, si poneva già come gustoso antipasto, coi suoi richiami verso il sound dei primi 2000. E non solo; le ritmiche di Coma City che ci riportano indietro di qualche decennio, stesso flash-back che ritroviamo in Suzie Chapstick, brano che strizza visibilmente l’occhio a Warning. Se con Dilemma ritroviamo un Bille Joe più introspettivo, con Bobby Sox creano quell’effetto nostalgia da farci pensare addirittura che forse sarebbe stata bene nella track-list di un loro album dei 90’s, o, perdonate il complottiamo, di esserne addirittura una facente parte di un’ipotetica b-sides.

Anche in questo disco non mancano nei testi riferimenti politici o comunque di dissenso verso la loro terra natìa, e li ritroviamo in maniera marcata nella già citata Coma City.
Come detto inizialmente, questo disco non aggiunge niente alla carriera dei Green Day, anzi,
possiamo senza alcun dubbio considerarlo come il lavoro più riuscito nella fase post-2000, dopo, obbligatoriamente, American Idiot.


Se c’è una cosa per la quale i Green Day possono vantarsi è quella di non essersi mai presi troppo sul serio, se non nel già più volte citato American Idiot; a volte esagerando, con scarsi risultati (vedi la “trilogia spagnola”), mentre riuscendoci perfettamente nei primi 10 anni della loro carriera.

Saviors è questo: un disco che non suscita chissà quali aspettative, dove la band gioca, scherza, ci regala riferimenti e citazioni riguardo il passato, ma in maniera azzarderei matura. Ed è forse questo ciò che ci aspettiamo da loro oggi.

Non resta che capire la resa live di questo nuovo disco, ma parliamo anche di una band che
proprio in quel contesto ha sempre dato il meglio di sé stessa, e quale occasione se non gli I-Days 2024?



La tracklist di Saviors dei Green Day

  1. The American Dream Is Killing Me – 3:06
  2. Look Ma, No Brains! – 2:03
  3. Bobby Sox – 3:45
  4. One Eyed Bastard – 2:53
  5. Dilemma – 3:19
  6. 1981 – 2:10
  7. Goodnight Adeline – 2:57
  8. Coma City – 3:29
  9. Corvette Summer – 3:03
  10. Suzie Chapstick – 3:17
  11. Strange Days Are Here to Stay – 3:06
  12. Living in the ’20s – 2:07
  13. Father to a Son – 3:55
  14. Saviors – 2:56
  15. Fancy Sauce – 4:02


Recensione di Piero Di Battista
Foto di Mairo Cinquetti

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