Editoriali
Festival di Sanremo 2024 – La serata delle cover e dei duetti
Inizia la quarta serata a Sanremo 2024 dedicata a cover e duetti che nella storia del Festival ha sempre cambiato le carte in tavola della gara e regalato momenti musicali molto interessanti. Iniziamo subito con Sangiovanni che duetta con Aitana e porta “Farfalle”, la canzone con cui ha partecipato a Sanremo due anni fa. Sangio, io posso capire i grandi artisti con una lunga carriera alle spalle che decidono di portare una propria canzone, ma quanto può essere smisurato il tuo ego se fai lo stesso quando fai musica dall’altro ieri?
Per scoprire tutto il festival ecco qui la prima serata , seconda serata, terza serata
Annalisa ha letteralmente detto io farò una strage stasera e la fa cantando insieme a La Rappresentante di Lista e il Coro Artemisia sulle note di “Sweet Dreams (Are Made Of This)”. E già con con l’acuto iniziale pettina tutto il pubblico nelle prime dieci file dimostrandoci ancora una volta che dietro alle canzoni da trend su TikTok c’è anche una delle voci italiane migliori degli ultimi anni. Il connubio di voci con Veronica – che finalmente è tornata ad un colore di capelli che la valorizza – funziona benissimo e questo si presenta già come uno dei duetti migliori della serata. Semplicemente WOW! Rose Villain canta con la mitica Gianna Nannini con un medley delle canzoni più belle della nostra rocker italiana, forse non il duetto migliore, ma non ci dispiace.
Tre cantanti in gara e sul palco sale L’Unità Cinofila delle Forze dell’Ordine; come dicevamo, Amadeus ha una passione per le forze armate e tutto sommato questi adorabili cagnolini che lavorano per la sicurezza del Festival di Sanremo e della città stessa, hanno più presenza scenica di alcuni artisti in gara.
Gazzelle e Fulminacci ci fanno rivivere uno dei momenti più pregni di ansia della nostra vita: la “Notte Prima Degli Esami”, con l’omonima e bellissima canzone di Antonello Venditti; ma gli esami nella vita non finiscono mai e non possiamo esimerci dal cantare a squarcia gola il ritornello come se avessimo ancora diciotto anni sul lungomare di Pozzuoli insieme alle amiche della 5C sperando che non esca l’Ermetismo alla prima prova e alla fine esce proprio Ungaretti! The Kolors con Umberto Tozzi per la gioia dei telespettatori dei paesi dell’Est Europa che ora saranno in visibilio ascoltando le canzoni più famose di Tozzi che loro amano molto più di noi. Duetto che comunque ci sta e ci fa ballare, ma sicuramente meno dei nostri amici in Romania.
Alfa, così giovane, porta sul palco con sé uno dei monumenti della musica italiana, Roberto Vecchioni, per cantare insieme “Sogna, Ragazzo Sogna” in un duetto molto delicato, rispettando una canzone così bella ma aggiungendo anche del suo. Bravo Alfa e infatti il pubblico si alza per una standing ovation meritatissima. Lorella Cuccarini arriva da fuori al teatro in stile Broadway, ballando e cantando entra prima nel foyer e poi nel teatro sulle note di “We Go Together” di Grease e poi sul palco finalmente la sua celebre “La Notte Vola” e “Sugar Sugar” ballando con un Fiorello che con quella parrucca e quella camicia è pronto per fare D’Artagnan e si ruba pure l’applauso per la Cuccarini.
I BNKR44 con Pino D’Angiò per una performance che tra due minuti ci saremo dimenticati. Irama invece si fa accompagnare da Riccardo Cocciante per un duetto da #PositiveVibes che sembra pensato a posta per noi con il cuore infranto, una bella botta d’allegria con “Quando Finisce Un Amore” alle dieci di sera! Per un attimo temiamo che Cocciante possa cantare tutto il musical Notre Dame De Paris, ma per fortuna gli levano il microfono di mano.
Fiorella Mannoia regina del non portare rancore, canta con Francesco Gabbani “Che Sia Benedetta” ed “Occidentali’s Karma”, rispettivamente secondo e primo posto al fortunato Sanremo di Carlo Conti del 2017. E ci piace molto! I Santi Francesi duettano con Skin e ci regalano un’emozionante versione di “Hallelujah”, che poi è difficile non riuscire ad emozionare con questa canzone e loro si guadagnano un’altra standing ovation.
Sotto la pioggia di Piazza Colombo, c’è Arisa con la sua canzone più bella a far sognare il Suzuki Stage, peccato che abbia rubato i vestiti a Dolly Parton, ma ci fa dimenticare la bruttezza dell’outfit con la sua voce pazzesca sulle note di “La Notte”. I Ricchi e Poveri cantano le loro canzoni con Paola e Chiara e da questo duetto non può che uscire l’esibizione più iconica della serata. Io vi vedo che siete in piedi sul divano a ballare “Sarà Perché Ti Amo” dimenticandovi della faticosa settimana lavorativa e sanremese che vi portare dietro! Ghali accompagnato al piano da Ratchopper porta un medley che intitola “Italiano Vero” che parte in arabo, continua con la sua famosa “Cara Italia” e poi conclude con “Italiano” di Toto Cotugno per un momento che va oltre la musica. Un attentato alla destra. Bellissimo.
Clara con Ivana Spagna (nella sua versione Muppets) e il Coro Regio di Voci Bianche del Teatro Regio di Torino canta “Il Cerchio Della Vita” facendoci venire subito voglia di spegnere Rai Uno e riguardare Il Re Leone, ma poi ritorniamo subito in noi, che non si dica che non siamo fedeli a Sanremo fino alla fine! Il collegamento con l’Aristonello sotto la pioggia ci porta al momento più magico della serata: il ritorno del nostro amatissimo Maestro Beppe Vessicchio e quello onestamente meno atteso dei Jalisse sul palco dell’Ariston, per ricordarci che nella vita bisogna crederci davvero per poter raggiungere i propri obiettivi, come loro che ci hanno riprovato per ventisette anni di seguito! Crederci sempre, arrendersi mai [cit. Jalisse].
Loredana Berté porta con sé Venerus (chi? Ammetto la mia ignoranza, ma Loredana conosce mezzo mondo della musica italiana e non e poteva oggettivamente chiedere a chiunque), ma c’è il primo problema tecnico di questa edizione; per fortuna Loredana non distrugge tutta la scenografia sbroccando come Blanco l’anno scorso, lo fa notare con calma e poi si riprende la scena cantando al massimo “Ragazzo Mio”. Geolier schiera l’armeria pesante portandosi Guè, Luchè e Gigi D’Alessio per un medley tutto napoletano. Dato che ho scoperto di essere l’unica, ma proprio l’unica a non apprezzare particolarmente Geolier e la musica napoletana di questo tipo – non la musica napoletana in generale eh, badate bene! – ho deciso che eviterò di commentare perché sicuramente il problema è mio, quindi ne approfitto per andare a prepararmi il tè caldo. Anche se… No, niente!
Per fortuna c’è Gigi D’Agostino a svegliarci da questo torpore facendoci ballare dalla Costa Smeralda, dopo il tè sono prontissima per scatenarmi in pista per tutta la not…ZZZ. Anche perché mancano ancora la metà dei cantanti in gara. Angelina Mango vuole vincere questa gara delle cover (e se lo meriterebbe) e ci commuove tutti cantando il papà, accompagnata dal Quartetto d’Archi dell’Orchestra di Roma per una versione molto dolce de “La Rodine” di Mango e riceve forse la più meritata delle standing ovation di oggi.
Si ritorna a ballare con Alessandra Amoroso e i Boomdabash che ci portano in Puglia, all’estate e alla voglia di immergersi nel mare cristallino del Salento e non sembra più il Festival di Sanremo ma il Battiti Live. Dargen D’Amico con la Babelnova Orchestra omaggia Ennio Morricone, ma poteva anche inviargli un cestino di frutta e sarebbe stato uguale. Però alla fine di questa esibizione trascurabile, ritorna a parlare della situazione in Palestina ed ancora una volta chiede il cessate il fuoco e non possiamo far altro che volergli bene comunque.
Mahmood ha pensato a me e a tutti gli studenti dell’Unibo per questa particolarissima e sardissima versione di “Com’è Profondo Il Mare” del nostro indimenticabile Lucio Dalla accompagnato dai Tenores di Bitti. Mr. Rain ci fa tornare al 2002 con una delle canzoni più tristi della nostra adolescenza: “Mary”, cantata insieme ai Gemelli Diversi e alle Farfalle Azzurre e lo so che l’abbiamo cantata tutta anche ora. Vi ho sentiti! Poi però giustamente ci ficca anche un pezzo di “Supereroi” perché quest’anno i cantanti hanno l’ego più grande dell’asta del microfono e devono assolutamente farci sentire le loro stesse canzoni durante la serata delle cover.
Il Volo omaggiano i Queen
L’omaggio a Battisti arriva dai Negramaro insieme a Malika Ayane con la loro versione de “La Canzone Del Sole” che non mi convince fino in fondo, nonostante sul palco siano presenti due delle voci migliori d’Italia. Emma e Bresh per cantare un medley di Tiziano Ferro a quest’ora della notte ci vogliono proprio far soffrire, ma noi soffriamo in silenzio, anzi no, cantando a squarcia gola Tizianone nazionale insieme a loro e struggendoci per tutti gli amori passati e finiti. Con i Queen io divento particolarmente suscettibile perché per me sono una religione e invece mi tocca pure ammettere che Il Volo ha fatto una bella interpretazione di “Who Wants To Live Forever” che per me è un inno sacro. Bellissimo anche l’assolo di chitarra di Stef Burns. Quest’anno troppo apprezzamento per Il Volo, che sta succedendo?
Diodato si presenta sul palco con un mio grande amore, Jack Savoretti – per cui sono assolutamente di parte dato che lavoravo per il suo ufficio stampa, in quella che ora sembra un’altra vita – ed insieme cantano “Amore Che Vieni, Amore Che Vai” di De Andrè; sicuramente non la più memorabile delle esibizioni di questo Sanremo 2024 dedicato alla serata cover, ma che voci tutti e due! Donatella Rettore insegna il vero punk ai La Sad cantando con loro “Lamette” in un momento di puro nonsense in cui ci chiediamo cosa stia succedendo su quel palco e poi realizziamo che non deve avere senso, deve solo sembrare un casino.
Problema tecnico anche per Il Tre che mi fa pensare che il fonico da domani sarà disoccupato, ma ci dimentichiamo presto del problema con Fabrizio Moro e il medley delle sue canzoni. Sarà l’orario, sarà l’ormonella, sarà che Fabrizio Moro sembra sempre un pirata ed ha questa voce graffiante, ma per me questo duetto ci sta. Ci sta! Big Mama si porta Gaia, La Niña e Sissi per un remake di “Lady Marmelade” nella versione di Christina Aguilera, Lil’ Kim, Mya e Pink per la colonna sonora del celebre film Moulin Rouge e spaccano di brutto.
Maninni porta Ermal Meta per cantare “Non Mi Avete Fatto Niente” e io immagino Moro appena ritornato nel camerino che scalpita per tornare sul palco e cantare con il suo collega la canzone che li ha visti vincitori nel 2018. A Fred De Palma e agli Eiffel 65 non importa niente se è l’1.30 di notte, loro ci vogliono far scatenare, io ci provo pure ma ormai sono diventata un essere mitologico per metà donna e per metà divano e non credo di poter fare più niente al riguardo. Trentesimi cantanti in gara Renga e Nek che cantano Renga e Nek, in pratica una parte del loro tour control C+control V direttamente sul palco dell’Ariston. Groundbreaking!
Chi vince Sanremo 2024 dedicato alla serata cover
Far cantare i Jalisse alle 2 di notte dopo trenta esibizioni è una cattiveria che solo Fiorello poteva essere tanto diabolico da farci, per di più dopo ventisette anni ancora mi domando come “Fiumi di Parole” abbia potuto vincere.
Ma ormai ci siamo ed ecco la top 5 per questa serata di Sanremo 2024 dedicato alle cover e duetti : al quinto posto Alfa con Roberto Vecchioni, al quarto posto Ghali con Ratchopper, al terzo posto Annalista con La Rappresentante di Lista, al secondo posto incredibilmente c’è Angelina Mango con il quartetto d’Archi e vince la serata delle cover Geolier con Luchè, Guè e Gigi D’Alessio. Questo primo posto fa scatenare i fischi contrariati dalla platea (ma io sono matura e non dirò che mi accoderei volentieri). E su queste liete note in dialetto napoletano, possiamo staccare e goderci un po’ di meritato riposo prima della finale.
Spero che la serata Sanremo 2024 dedicata alle cover vi sia piaciuta, a domani per la tanto attesa finale di questo Festival!
Testo di Helda Tassi