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Editoriali

MISSIO: il duo texano presenta il nuovo monumentale album “I Am Cinco”

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È un viaggio emotivo dall’ampio spettro sonoro il nuovo progetto dei MISSIO: “I Am Cinco”. A due anni dall’ultimo “Villain”, il duo di Austin torna sulle scene con un monumentale deluxe album, disponibile da venerdì 3 maggio, composto dalle 26 canzoni pubblicate, a partire dal 2023, nei 5 ep “I Am Sad”, “I Am High”, “I Am Awesome”, “I Am Angry” e “I Am Crazy”. Refrattari a qualsiasi etichetta di genere, Matthew Brue e David Butler, ci portano sulle montagne russe della vita, esplorandola in tutta la sua bellezza, sulle note di un songwriting capace di attraversare e fondere senza compromessi influenze rock, alt rock, elettronica, accenni indie e hip-hop. Con cinque album, a partire dal debutto del 2017 “Loner”, e oltre un miliardo di streaming all’attivo, i MISSIO saranno alla Santeria Toscana 31 di Milano, l’8 giugno, per l’unica data italiana, la prima in carriera, del tour a supporto di “I Am Cinco” (info su Vivo Concerti). Nel mentre, ecco cosa ci hanno raccontato sul loro nuovo, ambizioso progetto.

Da che periodo creativo hanno preso vita queste 26 canzoni? «Ci eravamo presi una pausa dalla scrittura, per ricaricarci dopo aver completato il nostro album precedente “Villain” e durante quel periodo entrambi abbiamo sentito il desiderio e l’ispirazione per mettere giù le nostre idee in maniera indipendente. Ricordo che un giorno, parlando con David, gli ho detto che avevo scritto un sacco di canzoni nuove e lui mi ha risposto che aveva fatto lo stesso! Ci siamo presi un momento per metterci a tavolino e ci siamo resi conto che avevamo circa 40 diverse idee già scritte e pronte per essere realizzate e questa è stata la genesi del deluxe album “I Am Cinco”».

Nell’album attraversiamo cinque diversi mood. Le canzoni sono nate nell’humus di ogni preciso stato d’animo o vi siete resi conto a posteriori che ognuna di esse faceva parte di un gruppo, che rappresentava un determinato mood? «Eravamo circa a metà del processo di scrittura, quando ci siamo accorti di quante canzoni avevamo disponibili. Quando finalmente abbiamo deciso come volevamo dare corpo a questa musica artisticamente abbiamo iniziato a raggruppare le canzoni nei diversi mood a seconda di come ci facevano sentire. Prima di rendercene conto, avevamo già 26 canzoni raggruppate per genere/sentimento e questa è stata la creazione e il culmine di “I Am Cinco”».

Entrambi scrivete: che interazione c’è in genere tra di voi e come ha funzionato per questo progetto? «Dipende dall’album. Sembra che sia cambiata con ogni progetto che abbiamo fatto, ma in genere iniziamo a lavorare da soli a diverse idee/demos e poi le portiamo in una session per lavorarci insieme. Personalmente sento che questo mi aiuta a fare in modo di rimpolpare tutte le possibili idee per conto mio, senza fretta. Detto ciò, abbiamo anche scritto dall’inizio un sacco di canzoni insieme , quindi dipende davvero da come ci sentiamo. La cosa più importante, comunque, è che entrambi amiamo tantissimo scrivere canzoni, sia da soli, che insieme».

E come MISSIO qual è la vostra missione, cosa volete dare a chi ascolta la vostra musica? «Direi che la nostra missione principale è aiutare i nostri fan a capire che “è ok non sentirsi ok”. È così facile perdersi in questo grande, spaventoso mondo e noi vogliamo che le persone siano viste e sentite per quello che sono autenticamente, come esseri umani. Ognuno di noi vede il mondo dalla sua prospettiva e la nostra speranza è di riuscire musicalmente a condividere la nostra prospettiva con altre persone attorno al mondo e che questo dia loro un po’ di sollievo emotivo da questa vita così difficile».

Oggi ci provate con un doppio LP. L’idea di uscire con questa raccolta mastodontica non vi ha spaventati nemmeno per un attimo? «In una parola: assolutamente (ride). Nell’industria musicale di oggi i singoli sono la valuta principale. Con le playlist un artista ottiene una chance, la maggior parte delle volte, di condividere una sola canzone delle sue e questo è quanto. Uscire con un album deluxe di 26 canzoni è incredibilmente spaventoso, il rischio è che la maggior parte dei brani possano perdersi nel vuoto, nella massa di tutte le altre canzoni che vengono pubblicate in tutto il mondo quotidianamente. Alla fine, però, noi crediamo nel nostro songwriting e crediamo che ogni canzone sarà ascoltata dalle persone che devono e questo è spirituale».

Quali sono stati i vostri riferimenti storici nel dare vita ad un progetto di così ampio respiro? «“The Wall” dei Pink Floyd, “Physical Graffiti” dei Led Zeppelin e “Mellon Collie and the Infinite Sadness” degli Smashing Pumpkins».

Il vostro suono è molto libero, difficile da definire, com’è nata questa sintesi, così trasversale ai generi e cosa rende “I Am Cinco” un lavoro coerente a livello sonoro? «Approcciamo la scrittura come un pittore approccia una tela bianca. Non ci sono regole e non ce ne dovranno mai essere. Un giorno il dipinto potrà essere caotico e rabbioso, il giorno dopo sereno e pacifico. A volte il pittore usa colori molto brillanti, altre volte potrebbe limitarsi al bianco e nero. La nostra visione della composizione è la stessa. Scriviamo a seconda di quello che sentiamo al momento, a volte siamo arrabbiati, altre volte tristi. In definitiva, non crediamo che l’arte o la scrittura debbano mai essere confinati in una scatola».

Avete lavorato al progetto tra Austin e Citta del Messico, come hanno influito queste due città sul risultato finale? «Austin, Texas, è la nostra città e ci sentiremo per sempre ispirati dalla città che conosciamo. Molti fantastici artisti e cantautori sono venuti fuori da Austin, è una città che unisce il fascino del West e del deserto del Sud. Città del Messico, dal canto suo, è vibrante, colorata e piena di cultura. La città stessa coltiva l’ispirazione e ti coinvolge con la sua immensa attenzione per il dettaglio e l’arte. Sembra avere un calore che molte delle città del mondo non hanno ed è diventata una delle nostre città preferite al mondo, se non la preferita».

L’8 giugno sarete in Italia per un’unica data alla Santeria di Milano. Che rapporto avete con l’Italia e col pubblico italiano? «Sarà la nostra prima volta in assoluto in Italia e siamo incredibilmente eccitati! Speriamo di riuscire a creare un bellissimo rapporto con i nostri fan italiani, che ci supportano e sono toccati dalla musica che facciamo. Ci vediamo l’8 di giugno!».

Che show possiamo aspettarci? «Sarà autentico e pieno di passione artistica. Vi porteremo in un viaggio musicale attraverso i generi, ma sappiate che ve ne andrete avendo auto sia una serata divertente, che un’esperienza spirituale, che speriamo vi aiuterà a sentirvi più centrati».

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