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TAYLOR SWIFT A MILANO: più che un concerto, un evento storico
Ebbene si, è finalmente arrivato il grande giorno: Taylor Swift a Milano è realtà, e dopo mesi di attesa, di pianti per chi non ha potuto acquistare il biglietto e di polemiche per quelli andati nei canali secondari a prezzi stellari (ad alcuni sono stati proposti 2000 o 3000 euro, ma si parla anche di 13.000 euro per un biglietto), uno degli stadi più famosi del mondo si appresta ad accogliere la regina della musica del momento.
Taylor Swift a San Siro non è solo un concerto, è un indotto per tutta la città le cui stime parlano di circa 180 milioni di euro tra hotel, ristoranti e tutto ciò che gira intorno al turismo. I fan che da giorni si sono accampati in strada per prendere la transenna si sono presi persino la grandinata di ieri a Milano, segno evidente che l’attesa vale una commozione cerebrale.
Gli orari sono insoliti, i Paramore aprono alle 18.45 e Taylor canterà alle 20 circa a causa delle oltre tre ore di concerto che farebbero arrabbiare non poco i residenti, molto ligi al coprifuoco.
I Paramore fanno il loro ingresso nell’enorme palco sotto la curva di San Siro alle 18.45 con “Hard Times” e parte subito una scarica di energia paurosa per tutto lo stadio. Il pubblico apprezza tantissimo, c’è chi li conosce già e chi imparerà a conoscerli stasera.
Il carisma di Hayley Williams è indubbiamente il segreto non tanto segreto della band, la sua voce è perfetta e le canzoni scivolano via una dopo l’altra soprattutto anche grazie a lei che, tra un giro di passerella e l’altro, trasmette la sua incredibile energia non solo alle prime file ma anche a chi è più lontano, come un’onda energetica.
L’idea di rallentare il ritmo a metà setlist con l’emozionante The Only Exception è un’ottima mossa, permette di rifiatare e di ascoltare dal vivo una delle loro canzoni più famose, che probabilmente ha fatto da colonna sonora a decine di momenti felici e tristi.
Quando subito dopo parte Misery Business è chiaro come, anche chi non sapeva chi fossero i Paramore, ha sentito che una forza oscura stava obbligando a muoversi, non importa come, ma la testa e le braccia non potevano rimanere ferme al loro posto.
Il set si chiude con This is Why, pezzo super radiofonico che ci ha fatto compagnia per diversi mesi sulle stazioni delle nostre auto.
TAYLOR SWIFT A MILANO
Paramore scelta perfetta, ma ora un gigantesco orologio inizia il conto alla rovescia per l’inizio della regina del pop moderno, e quando i due minuti sono scaduti ecco entrare in scena una sorta di paracadute colorati che nascondono Taylor Swift, sbuca su una pedana che pian piano la innalza per farle scoprire quanta gente la stava aspettando.
Miss Americana & The Heartbreak Prince è la prima canzone destinata a far scoppiare di gioia lo stadio. Taylor Swift si mostra sicura di se grazie all’esperienza accumulata negli anni e sembra che questa fomo verso di lei non la intacchi minimamente e ce lo dimostra cantando e ballando Cruel Summer con grande naturalezza su stivali e giacca glitterati.
The Eras Tour non si puó ridurre solo ad un concerto perché è chiaro come sia un vero e proprio show, che in alcune canzoni unisce anche il concept del musical grazie ad un corpo di ballo che regge benissimo il gioco di Taylor comunicando ed interagendo con lei durante i numerosi momenti nei quali condividono il palco.
Uno dei tantissimi elementi che fanno da padrone in questo tour sono i numerosi cambi di look che passano da quelli più eleganti, come un bellissimo abito rosso sbrilluccicante abbinato ad una chitarra acustica Gibson nera, anche lei glitterata, a quelli più casalinghi come una semplice maglietta bianca con pantaloncini, oppure ad un due pezzi color azzurro acqua in occasione di Style. Gli stilisti sono andati pazzi ma saranno sicuramente soddisfatti visto che ogni cosa che indossa le calza a pennello.
Parliamo di scenografia, sicuramente il pezzo forte. Un mix di 3D, motion graphics e, forse, anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale hanno saputo accompagnare in modo egregio lo show di Taylor Swift: un bosco incantato, un’astronave che simula l’arrivo della cantante sul palco, ambienti reali e fantasia. C’è stato sicuramente un grandissimo lavoro di studio e vanno fatti i complimenti ai realizzatori.
Taylor Swift a Milano nel suo The Eras Tour fa quello che ci si aspetta da una star come lei e lo fa molto bene , ma forse quello che si percepisce un po’ troppo è l’automatismo dello show. Chiariamoci, è giusto che una esibizione di questo livello sia preparata tutta nei minimi dettagli, ma il feedback è che non sembra faccia nulla per nascondere la macchina perfetta. L’interazione col pubblico è limitata a poche frasi preparate, forse per paura di sbagliare o forse perché non c’è nessuno spazio per le improvvisazioni.
Ci sono stati però dei momenti inevitabilmente toccanti come quando, alla fine di una grandissima esibizione solo voce e pianoforte, l’intero stadio San Siro le dedica un lunghissimo applauso che la fa visibilmente emozionare quasi ad arrivare alle lacrime agli occhi, e non può far altro che ringraziare chi l’ha aspettata e l’ha amata, chi si è fatto ore di coda, chi ha messo la tenda per partecipare a tre ore e mezza di uno spettacolo che, siamo sicuri, rimarrà indelebile nella mente dei fan.