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PUNKADEKA FESTIVAL: 25 anni del web magazine che ha raccontato il punk

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Punkadeka festival 2024

Ed eccoci giunti al primo di settembre; sui social come di consueto vengono proposte, tanto per cambiare, a random “Wake me up when September ends” dei Green Day o “Impressioni di settembre” della PFM, la gente è pronta al rientro lavorativo, ferie finite o quasi, traffico autostradale fatto pure questo, e in lontananza vediamo già i titoli di coda dell’estate. Ma aspettiamo un attimo, fermiamoci al primo giorno del mese, domenica, Milano, Circolo Magnolia. C’è il Punkadeka Festival, sette band, di cui due internazionali, ed organizzato in occasione dei 25 anni di attività del web magazine che ha raccontato il punk e la scena underground.

Prima di addentrarci nella location facciamo un salto sempre in zona Idroscalo, dove la Sick Family, collettivo nato da poco ma con già all’attivo diverse iniziative, soprattutto in ambito live, ha organizzato un brunch a libero accesso condito da un mini-set acustico di Gab De La Vega, iniziativa carina, ben organizzata, ci si aspettava più gente ma il calore del primo pomeriggio non ha certo invogliato la gente a parteciparvi. Il mio consiglio è quello di continuare a seguirli, le novità saranno davvero tante e gradevoli.

Alle 16 ci addentriamo nel Magnolia e in attesa della prima band, sempre in compagnia di una birretta dissetante, facciamo un doveroso quanto consueto giro tra i vari stand. Dopo il BayFest ritroviamo lo stand di SaraPunka, gioco di cui vi abbiamo già parlato proprio in occasione del racconto della rassegna svoltasi in Romagna, e che anche questa volta ha intrattenuto il pubblico tra un’esibizione e l’altra. Chi l’ha ideato ci dice che è stata l’ultima del 2024 e forse l’ultima in assoluto. Se così fosse è un vero peccato, anche perché è un tipo di intrattenimento perfetto in un festival durante i cambi palco. Non mancano ovviamente i vari merch ufficiali, ma anche stand di vinili, gadgets, e abbigliamento stile ovviamente punk.

Punkadeka festival 2024


Arriviamo alle 17 e ad aprire le danze sono i The Rubber Room, band milanese/brianzola nata pochi anni fa dalle ceneri di diversi progetti, e capitanata da Formy, voce e leader del gruppo, che non ho problemi a sostenere sia uno dei migliori frontman della scena punk italiana. Canta, corre, salta, coinvolge i già tanti presenti con uno stage-diving da protagonista a ritmo di punk-rock puro cantato in inglese. I The Rubber Room sono perfetti per aprire un evento del genere e lo dimostrano anche questa volta, seguiamoli anche perché a breve uscirà il loro nuovo EP, stavolta tutto in lingua madre.

The Rubber Room



La festa è ormai iniziata e continua coi Bad Frog, indubbiamente la band che più è cresciuta nell’ultimo anno. Molti li hanno conosciuti in occasione di una delle due date dei NoFx di qualche mese fa dove hanno fatto da opener, ma chi frequenta questa scena sa che la band lodigiana è attiva ormai da tanti anni e soltanto ora sta raggiungendo la visibilità che si merita. Grazie al loro punk-rock con testi a dir poco demenziali e dai titoli inequivocabili come “Milano Spacca”, “Il Mio Gatto è Fatto” o “Alice Escile”, non fanno fatica a coinvolgere la ormai fedele fanbase munita anche di fumogeni, coriandoli e simili, oltre che da un pogo dove nessuno si è risparmiato nonostante le temperature meteo piuttosto elevate. Festa dev’essere giusto? E sia, Paolino (voce e basso) e compagnia anche questa volta non tradiscono. 

La location lentamente inizia a riempirsi e l’organizzazione è sicuramente lodevole; i punti food & beverage sono dislocati in maniera coerente e non vediamo lunghe code d’attesa, stessa cosa per i servizi igienici. Ci teniamo a sottolineare questi aspetti logistici perché nei festival nostrani non sono state poche le occasioni dove abbiamo avuto modo di lamentarci, e anche con ragione.

Una band che personalmente attendevo con tanta curiosità erano i Sud Disorder da Taranto, band punk-rock a forti tinte OI! che negli ultimi anni ha girato in lungo e largo lo stivale con riscontri tendenti all’eccellente, infatti la resa live è stata ciò che ci aspettavamo: poco più di mezz’ora con un tiro che, in gergo pugilistico, potremmo paragonare a una sequenza di diretti. Tre anni fa usciva il loro ultimo disco “Senza Amor Non Vale Nulla” di cui eseguono anche l’omonimo brano assieme a Eugy dei Bull Brigade. Questa è stata la loro ultima esibizione live di quest’anno prima di rinchiudersi in studio. I consensi alla fine sono unanimi, piccolo spoiler: la loro è stata la miglior esibizione di tutto l’evento.

Punkadeka festival 2024


La band seguente è senza dubbio un nome che fa parte della storia del punk-rock italiano: The Manges, tra i più importanti portavoce del “Ramonescore”. La band di La Spezia ci regala uno show senza infamia e senza gloria, penalizzati forse dal palco tant’è che loro stessi hanno detto più volte di preferire i piccoli club. Ma ovviamente non potevano non esserci anche loro, che, come hanno detto, ringrazieranno per sempre Punkadeka non solo per lo spazio che gli ha sempre dato, ma anche per averli votati come band dell’anno nel 2006. I The Manges rappresentano ormai una sicurezza, riconosciuta anche dall’altra parte dell’Oceano. Avercene di band come loro.

Siamo a ora di cena, e tutto procede senza alcun intoppo. E’ il turno di una band che quasi tre anni fa ha pubblicato uno dei migliori dischi punk dell’ultimo periodo. L’album è “Il Fuoco Non si è Spento” e loro sono i Bull Brigade. Ormai risulta difficile non riuscire a partecipare ad un loro show, tant’è che chi vi scrive, al di là dei gusti, li ha visti più volte negli ultimi mesi, e in questa occasione li ha ritrovati anche più in forma e con più voglia. Tra “Cuori Stanchi” , “Il Fuoco Non si è Spento” o “Partirò Per Te” al momento sono il gruppo che ha più coinvolto il pubblico presente che con fedeltà e tanta passione canta soffocando quasi la voce di Eugy, che tra battute anti-Juventus (nota la sua fede granata) e proclami pro-Palestina riesce pienamente a far diventare un’unica cosa band e pubblico, ripeto, così in forma non li ricordavo.

E’ sera inoltrata e arriva il momento degli ospiti internazionali. I primi sono i The Chisel, alcuni di noi li hanno conosciuti per aver aperto il concerto dei Dropkick Murphys di circa tre mesi fa al Carroponte. Fecero un’ottima impressione e la stessa sensazione la ritroviamo anche questa volta. Il loro punk-OI! made in UK richiama molto quei 70’s londinesi ma riescono a renderlo fresco in chiave live, suonando in una maniera così accattivante che a tratti sembrava di stare in un piccolo locale di periferia, ed è proprio questo lo spirito che vogliono proporre, ed è lo stesso che si percepisce da sotto il palco. Hanno quattro anni di attività ma sembrano dei veterani, e il disco “What a Fucking Nightmare” è indubbiamente uno dei migliori del genere usciti quest’anno. Promossi senza alcun dubbio e pronti per il passaggio di consegne con chi sta per arrivare sul palco, gli UK Subs.

Punkadeka festival 2024


Gli UK Subs sono ai titoli di coda, tant’è che questa è la loro ultima data in Italia. Non ci addentriamo su questioni storiche, sappiamo chi sono e cosa hanno rappresentato per il punk in generale, d’altronde stiamo parlando di una delle band punk più longeve di sempre. A dispetto dell’anagrafe che sappiamo esser impietosa, gli inglesi non deludono affatto, “Riot”, “Stranglehold”, “Disease” sono tra i brani più storici che band non manca di proporre anche in questa serata, ma vuoi per l’ultimo tour della loro carriera, l’aria che si respira ha quel retrogusto malinconico, e anche loro dal palco non fanno nulla, o meglio, fanno ben poco per nasconderla. Resterà il ricordo di esserci stati, perché non vi è gusto musicale quando ci si ritrova davanti una band che ha fatto la storia nel proprio genere.

UK SUBS


I titoli di coda arrivano anche per questo festival. Il Punkadeka Festival è stato sicuramente un bel regalo dedicato ai propri lettori e ad ogni appassionato di punk, che sia che artista sul palco oppure nell’organizzazione di grandi o piccole realtà della scena. Sarebbe stato utile parlar in maniera più approfondita con lo staff della webzine, ma un abbraccio condito dalle parole “è stata una figata, grazie!” è valso molto di più, almeno a livello emotivo. La scena punk ha dimostrato ancora una volta di esser viva, di essersi ripresa soprattutto dopo il Covid. Punkadeka ha sicuramente contribuito a tutto questo. Assieme a noi, che non abbiamo mai mollato.


Testo di Piero di Battista
Foto per concessione di Punkadeka

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