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Editoriali

54 anni fa ci lasciava il Voodoo Child 

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This photograph is in the public domain in Finland, because either a period of 50 years has elapsed from the year of creation or the photograph was first published before 1966. The section 49a of the Finnish Copyright Act (404/1961, amended 607/2015) specifies that photographs not considered to be "works of art" become public domain 50 years after they were created. The 50 years from creation protection period came into force in 1991. Before that the protection period was 25 years from the year of first publication according to the §16 of the law of protection of photographs of 1961. Material already released to public domain according to the 1961 law remains in public domain, and therefore all photographs (but not photographic works of art) released before 1966 are in the public domain. See Commons:Copyright rules by territory/Finland for details.

43 anni fa la musica rock piangeva la scomparsa di una leggenda, forse la più emblematica quando si parla di chitarra, Jimi Hendrix, all’età di 27 anni, ci lasciava segnando impresse come incisioni sul marmo le sue influenze e i suoi pezzi memorabili, ai 27, come tanti alla sua età, dopo uno stile di vita altissimo e travagliato, venne ritrovato privo di vita nel suo appartamento a Londra, il 18 settembre 1970.

Jimi, con 3 album in studio, e 2 in live, non ha riscritto, ha fatto la storia del rock. Tra psichedelia vera e propria, e miscugli di hard rock, blues e funk, ha rivoluzionato e plasmato il panorama musicale tra gli anni 60 e gli anni 70. Con il suo stile inconfondibile e innovativo, sembrava la facesse parlare la chitarra, esprimendo il suo talento al 100% spaziando tra vari generi, tecniche, e sonorità straordinari.

Un uso della chitarra che sfruttava tutto quello che poteva avere; feedback sonori, distorsioni, bending delle corde, effetti come il wah wah, e il fahser, rendevano e rendono tutt’oggi subito riconoscibile il suo stile.

Sul palco scenico era divino, con i suoi abbigliamenti psichedelici, colorati e ribelli, pantaloni a zampa e fascia in testa, dava un imaginario della sua arte che resta emblematico tutt’ora, ed esibizioni come quando diede fuoco alla chitarra con la benzina, o quando suonó con i denti, rimangono nella storia. 

Ma non è stato solo un genio musicale. È stato anche un simbolo della controcultura degli anni ’60, e mentre esplodeva Jimi Hendrix esplodevano anche le manifestazioni e le proteste studentesche che caratterizzano il tessuto sociale di quegli anni, anni di ribellione, di lotte per i diritti civili, di tensione e di trasformazione, di cui personaggi come Jimi furono un icona, portando la loro arte ad essere un riflesso di ció che ribolliva tra le persone negli anni 60’: la voglia di lasciarsi andare, ma allo stesso tempo mantenere un atteggiamento ribelle. L’iconico assolo di chitarra durante la sua interpretazione dell’inno nazionale americano a Woodstock non fu solo un momento di pura genialità musicale, ma anche una dichiarazione politica, una fusione tra protesta e arte, che ancora oggi risuona.

Come Jim Morrison, Janis Joplin e, più tardi, Kurt Cobain e Amy Winehouse, Hendrix ha segnato la musica in un arco di tempo brevissimo, ma in modo indelebile. La sua morte improvvisa non ha fatto altro che alimentare il mito del genio ribelle, troppo grande per essere contenuto dal mondo. Ma anche se ci ha lasciati troppo presto, le sue influenze vivono ancora oggi, artisti come Stevie Ray Vaughan, Prince e Lenny Kravitz e molti altri hanno più volte dichiarato quanto Hendrix abbia plasmato il loro modo di intendere la chitarra e la musica. Non si tratta solo di imitazione, ma di un’eredità che ha spinto altri a esplorare, innovare e cercare nuovi suoni, esattamente come fece lui. 

James Marshall, in arte Jimi Hendrix, è riuscito a lasciare un segno così profondo che anche chi non ha mai ascoltato un suo album conosce il suo nome, il suo volto e il suo stile. 

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