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Interviste

Intervista ad ALFA, il singolo Sul Più Bello è il connubio di musica e cinema

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ALFA: classe 2000, genovese e, soprattutto, ambizioso. A soli vent’anni, il cantautore Andrea De Filippi, che ha scelto di firmarsi con la prima lettera dell’alfabeto greco, simbolo – non a caso – del principio, non poteva auspicare ad un inizio di carriera migliore. Oltre 276mila follower su Instagram, 248mila iscritti al canale Youtube, 50 milioni di views su Youtube e oltre 149 milioni di stream su Spotify. Non solo: il suo brano “Cin Cin” ha collezionato oltre 62 milioni di stream totali (entrando in tutte le classifiche italiane, raggiungendo anche la Top 10 della Viral Global e ottenendo la certificazione singolo di doppio platino della classifica FIMI/GFK). Come se non bastasse, ha incontrato personalmente il suo idolo di sempre, Macklemore, grazie al singolo che lo ha consacrato. In occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro, “Sul più bello”, attraverso questa intervista, abbiamo approfondito proprio con Alfa i punti focali del suo percorso da musicista, l’intersezione con il mondo del cinema e le fonti da cui attinge ispirazione. Non è mancato un focus anche sull’attualità e le nuove generazioni…

Ciao Andrea e benvenuto su MusicAttitude. Andrea…in d’arte ALFA (rigorosamente in maiuscolo). Per quale motivo hai scelto questo nome?

Ho fatto il liceo classico e mi ha sempre affascinato la cultura greca. Alfa significa “inizio, principio” e per il carattere difficile che ho in qualsiasi ambito mi sentirò sempre all’inizio, convinto di poter fare di più. Questa insoddisfazione costante mi permette di scrivere canzoni sincere.

Scopriamo qualcosa in più del tuo percorso. È del 16 giugno la pubblicazione del tuo ultimo singolo “Sul più bello”. Il brano è anche la colonna sonora del film omonimo diretto da Alice Filippi. Com’è stato approcciarsi al mondo del cinema? Che cosa hai voluto raccontare in musica?

Quello di realizzare la colonna sonora di un film era un sogno troppo grande per poterlo pensare, per questo quando ho ricevuto la proposta non ci potevo credere. Sul più bello parla di come gli imprevisti nella vita siano inevitabili e proprio per questo bisogna accettarli. Godersi al massimo gli alti e crescere durante i bassi, perché sono quelli che ti segnano e insegnano di più. È una sorta di carpe diem scritto in un mio momento di grande felicità.

A proposito di colonne sonore…Ce n’è una a cui sei particolarmente legato o che, quando la ascolti, pensi: “Avrei voluto scriverla io…”.

“Married life” di Michael Giacchino, la colonna sonora di Up, il mio film d’animazione preferito, la ascolto una volta al giorno.

Facciamo un passo indietro, anzi torniamo proprio alle origini. La tua città natale è Genova, un luogo profondamente intriso di tradizione musicale. Quanto il fattore geografico ha avuto un ruolo determinante nelle tue scelte?

Genova è un punto fondamentale del mio percorso. È una città in cui si respira musica, in grado di darti continuamente l’ispirazione giusta. Ho scritto quasi tutte le mie canzoni a Genova, quando sono lì mi sento a casa mia.

Genova significa anche mare. Da persona nata, appunto, vicino al mare, conosco bene la sensazione di legame che si prova. Qual è la tua canzone preferita che parla del mare?

“Sapore di sale” di Gino Paoli, la ascoltavo quest’inverno a Milano quando mi mancava Genova.

Sei giovanissimo, classe 2000. Il tuo trampolino di lancio è stato il singolo “Chiara Ferragni”, un pezzo rap che analizza una generazione ma soprattutto la tua generazione. Qual è il ricordo più significativo legato al tuo esordio? Abbiamo sentito che hai anche conosciuto Macklamore…

“Chiara Ferragni” era un pezzo divertente e satirico, scritto con due tra i miei migliori amici, diventato virale e condiviso dalla stessa Ferragni e persino da Macklemore, il mio cantante preferito. Ci sono molti bei ricordi, forse quelli più nitidi sono i viaggi in macchina con mio padre per andare a fare delle battaglie freestyle. A 14 anni ero fan sfegatato dell’hip hop e non potevo perdermi una rap battle a Genova.

Restiamo in tema “generazionale”. Il video di “TeSta TrA Le NuVoLe, pt. 2” – uno step di consapevolezza in più rispetto alla parte 1 in cui avevi già espresso il desiderio di rinnovamento e libertà – è stato realizzato tramite la challenge #KissAway su Tik Tok. Com’è nata l’idea? E che ruolo, secondo te, hanno avuto i social, soprattutto nel periodo del lockdown?

L’idea nasce durante il lockdown dall’impossibilità di vedere il mio regista, che abita in Toscana. Era da un po’ che io e Nicholas volevamo realizzare un record mondiale, così tramite l’utilizzo di Tiktok abbiamo realizzato il video musicale più lungo del mondo (25 ore). I social secondo me hanno aiutato molto le persone durante il lockdown a distrarsi. Io ogni giorno facevo un concerto in cameretta in diretta su Instagram, un po’ tutti i cantanti hanno cercato di portare un po’ di felicità in un periodo così difficile, era il nostro compito.

Il tuo stile musicale oscilla tra pop, rap e indie. In merito alla tua esperienza, il panorama musicale italiano è più o meno aperto a questa libertà o lo percepisci ancora legato alla “categorizzazione” in generi precisi?

Credo che il vecchio schema musicale gerarchizzato e fermo si stia rompendo grazie alle nuove leve. Oggi i nuovi artisti sanno fare tutto, unire più generi è la chiave di un nuovo pop, più internazionale e sperimentale.

Ad oggi, quali sono i tuoi ascolti e da quali artisti o band sei più ispirato?

Tra i miei artisti preferiti ci sono Macklemore, Jeremy Zucker, Rex Orange County e i Coldplay, da loro ho preso l’amore per un sound più internazionale. Sono anche molto legato alla musica italiana, Jovanotti è il mio idolo assieme a Cremonini, ascolto anche molta musica indie: Calcutta, Frah Quintale, Giorgio Poi…

 

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