Dischi
Fall to Pieces, Tricky e la nuova frontiera del trip-hop
Dopo tre anni di inattività Tricky torna alla ribalta con un ep e un disco in questo 2020, anno per lui di dolore ma anche di riflessione e feroce creatività. Il titolo dell’album è Fall to Pieces ed è stato anticipato da tre singoli: Fall Please, Thinking of e I’m in the Doorway. Con il primo l’artista richiama alle armi il suo pubblico con un pezzo decisamente più pop del suo standard sperimentale, mentre con gli altri due preannuncia le due sole collaborazioni che percorreranno l’LP, vale a dire le cantanti Marta e Oh Land. Fall to Pieces è composto da 11 brani di breve durata (il più lungo è Like a Stone, tre minuti e ventisei secondi) che dimostrano la spaventosa capacità produttiva del musicista britannico con sonorità ancora legate al cosiddetto “periodo Portishead” tra ultimi anni 90 e 2000, un mood chill ma allo stesso tempo turbato, tormentato, accompagnate da una strumentale elettronica minimale e moderna.
I brani più interessanti sono secondo me Chills me to the Bone, Throws me Around ed il singolo Thinking Of. Quest’ultimo, inserito come opening dell’album, è una perfetta introduzione al mondo perturbante ed onirico di Tricky. Allo stesso modo Throws me Around crea un’atmosfera da Dolby Surround, un suono oppressivo e profondo che al primo ascolto mi ha fatto sentire come chiuso in una stanza buia a fissare il soffitto. Una condizione inquietante da non imputare però a nessuno se non a te stesso. Una solitudine scelta. Chills me to the Bone invece prende una direzione più marcatamente angosciata, quasi sfiorando alcune sonorità industrial di metá anni novanta.
Adrian Thaws ha nuovamente dimostrato di essere una delle menti musicali più interessanti nel panorama britannico, capace di costruire scenari coinvolgenti dove si avvia un dialogo tra artista e ascoltatore, sebbene con l’uso di poche parole. In quanto pioniere del trip-hop da lui non ci aspettava altro, e Fall to Pieces potrebbe risultare in una sorta di rivincita per un genere ad oggi disgraziatamente misconosciuto.
Un album, in conclusione, da ascoltare con attenzione, lasciandosi comunicare qualcosa dall’artista e magari, chissà, comunicargli qualcosa a nostra volta.