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Interviste

Masamasa, ci racconta con Timidezza il suo ultimo album, Fernando Alonso

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Federico De Nicola, in arte Masamasa, ha fatto uscire Timidezza, il primo singolo tratto da suo album Fernando Alonso. Timidezza, corredato da un video che è il racconto per immagini della risposta alla domanda “Qual è l’esperienza che ti ha messo più a disagio” girato con gli amici dell’artista, è il nuovo brano del rapper casertano. Il disco, uscito l’udici settembre 2020, è già disponibile sulle piattaforme online.
Masamasa ha all’attivo un EP, Ostbanhof, e tre singoli pubblicati a inizio 2018: Contento, Friendly e Tipaindie con cui ha raggiunto la top 5 nella playlist Viral 50 Italia su Spotify. Tutto è stato prodotto e rilasciato insieme a Simoo, producer e conterraneo.

Prima domanda, di tipo semantico: in Toscana “fare la masa” significa fare una partaccia a qualcuno. Cosa significa invece Masamasa?
Mi avevano detto che aveva vari significati nei rispettivi dialetti, ci volo. Masamasa è un’alterazione del nomignolo “Masaniello” che mi dava la prof. quando ero piccolo. Alle scuole medie facevo molta confusione in classe ma poi mi sono calmato e il nome non lo sentivo più mio. Mi chiamavano tutti così ed era impossibile eliminarlo, quindi l’ho alterato.

Timidezza è un po’ una specie di “vendetta” nei confronti di un modo di essere che viene quasi imposto: fin da piccoli ci viene detto che bisogna farsi notare per andare avanti, che se vogliamo arrivare da qualche parte dobbiamo farlo andando avanti di petto, mentre invece è vero anche che sono possibili altre strade. Tu come ti rapporti con questo modo di comportarci che ci insegnano fin da subito?
Non ho ancora un’opinione ben precisa, diciamo che ho rifiutato ogni forma di educazione imposta da quando sono nato: tendo a fare sempre il contrario di quello che mi dicono, ho una curiosità che mi spinge a farlo. Comunque sto tendando di essere me stesso ma non posso ancora dirti se funziona e se è considerabile come una strada.

Lo stereotipo del mondo del rap è quello che vuole gli artisti sfacciati, che si presentano dicendo “oh, sono qui”. Tu invece te ne esci con Timidezza. Potrebbe essere l’inizio di un’ “umanizzazione” del genere, di far vedere che dentro la scena rap ci sono persone reali e non solo musica?
È un argomento ormai vecchio, il mondo del rap è un microcosmo. Non mi sono sentito mai parte di quel mondo e credo che mai succederà. A me piace la musica, non ascolto neanche rap principalmente. Soprattutto da piccolino, quando ero ancora indeciso sull’adeguarmi all’ambiente rap che frequentavo o continuare ad essere me stesso, mi pesavano tantissimo certi valori associati al genere.

Timidezza è il primo singolo del tuo album: sai già come sta andando il disco, hai già qualche notizia in proposito?
Mah sinceramente io non sono mai contento. Avrei voluto suonarlo in giro, ma invece tocca promuoverlo sui social: io non sono bravo a trattarli come mezzo di espansione, i live sono il mio mondo e io parlo cantando. Toccherà aspettare.

Questo è un periodo difficile per portare in giro la propria musica: come ti stai organizzando per promuoverla?
Sorrido perché non avevo letto ancora questa domanda e ho involontariamente già risposto. Sto promuovendo quando capita qualcosa: mini live in streaming, dirette varie etc.. Ma non voglio scervellarmi a trovare metodi pubblicitari, le persone sono la mia promozione.

E ora la domanda che odiano tutti: quali sono i tuoi tre dischi preferiti?

No, io l’adoro questa domanda. Cambiano ogni giorno però. Per oggi ti dico:
Daft Punk – Random Access Memories
Pino Daniele – Che Dio Ti Benedica
Pharrell – In My Mind

 

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