Interviste
G Pillola presenta il terzo album Canzoni per Appassionati
È uscito il 26 marzo il terzo album di G Pillola, Canzoni per Appassionati. L’album mostra il superamento del ponte di transizione che è il secondo album Ciao Belli, un cambiamento stilistico dell’artista verso lidi più funky, pop-rock e indie ormai lontani dal mood d’esordio di G.
Canzoni per Appassionati è realizzato in collaborazione con l’hub creativo Krokodil House e 2Much Records e conta 13 tracce, un viaggio di intensa sperimentazione musicale per il cantante genovese trapiantato a Torino.
Il dualismo Genova/Torino si presenta anche all’interno dell’album: Torino funge da ambientazione, da “fondale” per la narrazione degli eventi, mentre Genova prende la forma di una sorta di spettro del passato, di entità malinconica che si ripresenta celatamente in determinati momenti.
La parziale collaborazione con Blue Jeans ha favorito la scoperta (e poi l’influenza riflessa nel disco) di molti generi, anche distanti tra loro, rendendo Canzoni per Appassionati un calderone al cui interno si mescolano mood, elementi e sonorità differenti ma abilmente accomunate dallo stile di G Pillola. Per capire meglio quanto detto basta ascoltare i tre singoli che anticipano l’album: Dove Sei, Lo Specchio e Facile, tre brani con tre arrangiamenti molto diversi tra loro ma uniti dalla “vibe” caratteristica del cantante.
Il 26 marzo esce il tuo nuovo album Canzoni per Appassionati. Una svolta stilistica piuttosto importante. Passi dall’happy trap dei dischi precedenti ad un agglomerato di rock, pop, indie, funk… a cosa è dovuta questa espansione di genere e stile?
Sicuramente già il mio ultimo disco è un ponte tra quello che facevo prima e le nuova sperimentazioni, diciamo che poi ho sentito del tutto la necessità di trovare nuovi stimoli e per farlo ho scelto di entrare in un mondo comunicativo diverso che in questo momento della mia vita credo mi calzi meglio.
Canzoni per Appassionati è un titolo molto eloquente. Chi sono gli “appassionati” per te?
Questo concetto di fare ‘canzoni per appassionati’ è nato ancora prima di decidere che sarebbe stato il nome del disco, forse intendevo riferirmi al fatto che chi mi ha seguito e si è riconosciuto nella mia musica anche dopo il cambio di genere si dimostra essere appassionato a tutto il mondo che mi ruota attorno.
L’album è stato anticipato da tre singoli: Dove Sei, Lo specchio e Facile. Tre canzoni diverse tra loro ma accomunate dal tuo stile che si adatta perfettamente a questi tre mood diversi. Qual è stato il processo creativo dietro alla realizzazione dei tre brani?
Ho voluto sperimentare diversi generi e dopo diverse cernite abbiamo deciso quali ci calzavano di più, il funk è sicuramente il sound che ha influenzato di più tutte le canzoni.
Quanto ha influito la pandemia sulla produzione del disco? Quando hai iniziato a lavorarci?
Ammetto che questo disco era già quasi pronto all’inizio del primissimo lockdown, per cui ormai sono due anni che ci lavoriamo. Durante la pandemia sicuramente abbia avuto tempo di fare altre prove cosi abbiamo aggiunto alcune canzoni e ne abbiamo tolte altre, è normale, più lasci che un artista abbia tempo di ripensare ad un suo progetto e più sicuramente questo lo cambierà in base alle sensazioni che prova in quel momento, cambi tu e di conseguenza vuoi cambiare il disco perché sia in linea con il tuo pensiero.
Pensi di proseguire con questo “melting pot” di generi musicali in futuro?
Più che altro vorrei capire quale genere mi piace di più e investire del tempo e del lavoro per concentrarmi su quello e portarlo avanti in un progetto ancora più omogeneo.
Durante Canzoni per Appassionati citi diverse volte la città di Torino. Quanta Torino c’è nel tuo album?
Moltissima, questa città mi ha formato e sicuramente gran parte della mia crescita sia umana che musicale l’ho fatta qui, per cui nel disco Torino è quasi sempre presente, mentre Genova appare come un’ombra che sta nel mio cervelletto e ogni tanto si presenta sotto forma di malinconia o nostalgia.
Hai avuto qualche influenza particolare durante la produzione di Canzoni per Appassionati?
Sicuramente il fatto di avere lavorato al progetto a metà con Blue Jeans che originariamente è un bassista metal ha fatto si che lui stesso desse forma alle mie idee, poi ovviamente tutti i generi che abbiamo scoperto di avere come gusti comuni li abbiamo rivisitati a modo nostro, vedi il pop giapponese da parte sua e la disco dance italiana anni’70 ’80 per quanto riguarda me.
Vuoi dire qualcosa ai tuoi ascoltatori?
Amici cari, è un periodo difficile, non credo di poter salvare nessuno ma forse con il disco potrete distrarvi almeno un oretta, bacioni.