Interviste
Quomo, un cantautore senza stereotipi e con qualche colpo di testa
Quomo, all’anagrafe Mario Cuomo, è un talentuoso cantautore napoletano classe ‘96 (di Tivoli d’adozione) senza stereotipi e con una creatività che spezza un po’ le sonorità indie alle quali siamo abituati. Con il suo ultimo singolo “Colpo di testa” Quomo propone un brano pop rock, provocatorio e scanzonato, intriso di chitarre fuzz e batterie garage; dismette le sonorità progressive, per avvicinarsi al mondo rock fatto di testi diretti e chitarre distorte, forti contaminazioni indie-pop e richiami a un cantautorato moderno, per l’appunto, senza stereotipi. Leggero e mai scontato, “Colpi di Testa” è un brano che parla di un’incontenibile voglia di evadere, nei sogni e nella mente. Quomo ce lo racconta così – “Colpo di testa” è un brano allegro, fresco e colorato. Credo non sia stato un caso averlo scritto e composto in primavera, il momento giusto per aprirsi a nuovi stili e sonorità, cercando nuovi spunti e strade da percorrere. Avevo voglia di scrivere un pezzo spensierato sia nella musica che nel testo e mi è risultato semplice giocare sul tema della voglia di evasione, facendo cantare un personaggio con la testa fra le nuvole, un po’ folle un po’ ribelle, un po’ perso nel suo mondo ma questa volta un mondo pieno di good vibes.”
Quomo, si è avvicinato alla musica sin da giovanissimo e “Colpo di Testa” segue una serie di singoli, estratti da l’EP “Il Mondo della Mancanza” del 2019, come “Rumore Mentale” e “L’Alba e la Luna”. Siamo andati a fare due chiacchiere con questo artista che ci piace davvero molto.
Partiamo dal tuo ultimo singolo “Colpo di testa”, una canzone davvero ben servita, diverse sonorità che convogliano verso la riuscita del brano. Come è nata questa canzone?
È nata di getto, volevo scrivere una canzone semplice e diretta, era un momento particolarmente allegro e la canzone è nata praticamente da sola.
Ascoltandola più volte ho trovato una bellissima spensieratezza ed allegria ma in alcuni momenti mi sono sentita risucchiata verso gli anni ’70, in un locale un po’ fumoso con un sottofondo dei Doors, è un’immagine mia personale ed involontaria o è reale e voluto il richiamo a quel tipo di mood?
Si, diciamo che effettivamente “Colpo di testa” è influenzata parecchio, non solo dal mondo dei’70. In ogni caso il riferimento ai Doors mi fa sorridere perché da ragazzo iniziai a suonare le tastiere partendo proprio dai Doors. Quindi ni, cioè non sono partito con quell’intenzione ma sicuramente ci ho pensato in fase di registrazione.
Il titolo del brano ti appartiene davvero? Sei uno che di colpi di testa ne ha fatti e ne fa? Ti immagino calmo e tranquillo con momenti di euforia incontenibile ma ovviamente è solo una mia impressione.
Devo dire che qualche cazzata l’ho fatta, mi sento un tipo da colpo di testa ma so stare anche buono e tranquillo. Diciamo che in linea di massima sono tranquillo dai, non sarebbero “colpi di testa” se la follia fosse la norma.
Si sente moltissimo la voglia di evasione, il sapore della libertà, la stessa che per tanto tempo è mancata a tutti. La pandemia ha lasciato spazio alla creatività o ha sortito l’effetto contrario?
È stato un periodo difficilissimo e non mi sento di dire che sia ancora passato. Ho provato diverse sensazioni e vissuto momenti più o meno produttivi a seconda dell’umore che è stato molto altalenante. In particolare quest’ultimo inverno è stato il momento più duro. I momenti positivi sono stati quelli che invece mi hanno riavvicinato nei limiti del possibile agli amici e alla quotidianità, periodi in cui sono riuscito a sbloccarmi artisticamente e a scrivere una melodia, un paio di versi o una canzone intera quando mi diceva bene.
Immagino che questo singolo sia l’anticipazione di un lavoro più ampio, ci sono già i brani per un nuovo album o sei ancora in una fase compositiva?
Sono ancora in fase compositiva, credo di esserlo sempre. In realtà allo Strastudio abbiamo già ultimato alcuni pezzi e credo che per la fine del 2021 riusciremo a farvi sentire qualcosa di nuovo.
L’America della quale parli in “Colpo Di Testa” ti ha influenzato? Musicalmente parlando, ovviamente.
Si, mi ha influenzato ma non nella stesura… è dopo averla scritta, è in fase di rec che ho notato l’affinità con un certo ambiente. Giorgio mi ha aiutato in questo, mi ha fatto sentire alcuni gruppi indie americani che poi sono andato ad approfondire da solo. Ci sta, è l’intenzione che forse è affine: scrivere e suonare senza pensarci troppo.
Cosa hanno portato di nuovo, nello scrivere e comporre, le nuove collaborazioni come per esempio con Giorgio Maria Condemi?
Lavorare con Giorgio Maria Condemi e Gianni Istroni è stato di grande aiuto. Mi hanno aiutato a capire alcune cose di me riflettendo sulla musica che faccio, sulle strutture, i suoni ecc. Non è stata una cosa immediata perché si sa, come tutte le cose nuove importarti all’inizio ti disorientano… però ci siamo trovati ed è anche grazie a loro se mi sento più maturo e sicuro di me rispetto al passato.
Riesci a mettere tutto te stesso dentro i tuoi brani e a farlo con tutta la sincerità?
È una condizione necessaria, alla lunga non riuscirei ad essere produttivo se non mi sentissi rappresentato in quello che scrivo. Di tentativi se ne fanno, ogni tanto si azzarda e si cerca di scoprire nuove strade percorribili e interpretabili. L’importante è non avere poi paura di tornare sui propri passi.
C’è stato un momento in cui ti sei sentito tradito dalla musica?
Ci sono stati momenti difficili fra me e la musica, ce ne saranno ancora suppongo… credo sia normale. È un rapporto speciale, nel bene e nel male.
La tua musica mi piace moltissimo e trovo che tu sia davvero molto bravo, ho letto che non ami i talent e che se mai il successo dovesse farti montare la testa ci sarebbero gli amici, pronti a rimetterti sulla retta via, ma questo successo te lo meriti davvero. Dove stai puntando in questo momento della tua carriera?
Punto a suonare in posti speciali, voglio viaggiare e vivere esperienze con le mie canzoni. In qualche modo farò.
Lasciando che la tua musica e il tuo talento ti portino dove meriti, spendiamo due parole sul passato. Quanto Mauro Cuomo c’è in Quomo? Cosa ti porti dentro delle tue esperienze pregresse?
Mauro Cuomo se la vive, Quomo ci mette la firma.
La speranza, che andasse tutto bene, ha creato una spirale dentro ognuno di noi e non credo sarà facile separarci da questa sensazione. Quali sono le tue speranze, sia personali che non?
Spero che alla fine di tutto, quando sarà passato, ci rimanga la pazienza e la forza di ripartire e la voglia di tornare a vivere emozioni tutti insieme.
Link al brano:
https://spoti.fi/3xY5P5D