Dischi
Franz Ferdinand – Hits To The Head
Vent’anni di Franz Ferdinand, vent’anni di hit, “per fare ballare le ragazze” e per arrivare dritte in testa, Hits To the Head, come, legittimamente, la band di Glasgow ha intitolato il suo primo best of. Venti tracce, fuori venerdì 11 marzo, che ne ripercorrono in ordine cronologico l’intera carriera, più due inediti, Billy Goodbye e Curious, entrambi scritti nel 2021 e co-prodotti da Stuart Price (Dua Lipa, Madonna, Pet Shop Boys), a chiudere la carrellata di successi.
Si parte da Franz Ferdinand, album d’esordio della band, giunto quest’anno alla maggiore età. Un disco che all’uscita, nel 2004, ebbe lo stesso effetto di una pastiglia di Prozac per gli amanti di un Britpop in decisa fase di stallo, dopo i fasti degli anni ’90, infiammati, tra l’altro, dall’infinita diatriba tra Blur e Oasis. Darts Of Pleasure, Take Me Out, The Dark Of The Matinée, Michael e This Fire sono i pezzi scelti dalla band capitanata da Alex Kapranos in rappresentanza dell’epoca, forse la migliore per la formazione scozzese, nonché il primo succoso assaggio di una ricetta esplosiva, fatta di post punk, pop, new wave, disco, funk e una discreta dose di follia.
Pubblicato a ruota nel 2005, You Could Have It So Much Better, confermò il talento compositivo della band, capace di confezionare in breve tempo un album ricco di brani sapientemente cesellati, perfette pop songs come Do You Want To, Walk Away e The Fallen, incluse nella raccolta, insieme ad Outsiders, primo dei brani inseriti non perché fortunati quanto i precedenti in termini di riscontro di pubblico, ma perché particolarmente cari alla band e ai suoi fan.
“È stato un po’ come scrivere la scaletta per un festival, vuoi suonare le canzoni che sai che il pubblico vuole sentire. Le hit. Portare le hit alla testa, al cuore, ai piedi. Questo significa scegliere ovviamente i singoli, ma anche canzoni che hanno un significato speciale sia per la band che per l’audience”, ha dichiarato Kapranos, leader di una band, che negli anni a venire conoscerà prima un lungo periodo di silenzio e il tentativo di rinnovarsi, poi diversi abbandoni e cambi di formazione, ma non di sostanza, forse una delle ragioni che ne hanno decretato il parziale declino.
Il tentativo di aprirsi a nuove sonorità, abbozzato nel successivo Tonight: Franz Ferdinand, del 2009, caratterizzato da un singolare mix di elettronica, rock e dance, ispirato a suoni dub e reggae, non porterà a una vera svolta. Lo sentiamo qui in Lucid Dreams, Ulysses e No You Girls, che rimane comunque uno dei migliori episodi dell’intera discografia della band, vincitrice di due Brit Awards, un Ivor Novello, un Mecury Prize, più volte nominata ai Grammy e con la bellezza di 10 milioni di album venduti, 1,2 miliardi di stream, 14 album di platino e 6 milioni di biglietti venduti per i suoi live in carriera.
Right Thoughts, Right Words, Right Action, iI quarto album dei Franz Ferdinand uscirà nel 2013 e sarà l’ultimo con la formazione originale composta da Alex Kapranos (voce e chitarra), Nick McCarthy (chitarra voce e tastiera), Bob Hardy (basso) e Paul Thomson (Batteria e cori). Right Action, Evil Eye, Love Illumination e Stand In the Horizon, immortalano in questo best of una band matura, campioni impenitenti della propria cifra stilistica, il miglior pregio e il miglior difetto di Kapranos e soci.
Dopo l’avventura del 2015 targata FFS, album realizzato in compagnia degli Sparks, di cui nella compilation non rimane traccia, il 2016 porterà con sé importanti cambiamenti di line-up, con l’abbandono di McCarty, per ragioni familiari e il desiderio di seguire altri progetti, sostituito da Dino Bardot alla chitarra e l’ingresso di Julian Corrie alle tastiere e cori. Con questa formazione, nel 2018, i Franz Ferdinand pubblicheranno quello che a oggi è il loro ultimo studio album Always Ascending. Realizzato avvalendosi della collaborazione del producer Philippe Zdar (Cassius, Phoenix), l’album è massicciamente venato di sonorità elettroniche e da atmosfere new-wave, dance-punk, testimoniate qui dalla title track e da Glimpse of Love.
E siamo ai giorni nostri, con i due inediti realizzati insieme all’ultima new entry, ossia Audrey Tait, subentrata a Paul Thomson alla batteria e ai cori: Curious e Billy Goodbye, impenitentebaluardo del marchio FF il primo, esuberante (forse troppo) tentativo di rinfrescare l’atmosfera il secondo, tra le atmosfere springsteeniane della strofa e le sonorità beatlesiane del bridge. Non esalta, ma nulla toglie alla storia di una band, che in poco meno di due decenni ha scritto un’indimenticabile pagina dell’alt rock e regalato agli amanti del genere manciate di riffoni, snocciolati su ritmiche contagiose e giri di basso irresistibili. In sintesi? Hits To the Head.