Interviste
Febe, Come un bruco diventa farfalla una ragazza diventa cantautrice
Febe ha pubblicato il suo singolo, “Come un bruco diventa farfalla”, venerdì 8 aprile, un invito a “brillare, stupire, volare e non guardarti indietro”. Scritto con Davide Gobello, il pezzo esce dopo la partecipazione di Febe alle selezioni per Amici: anche se non è riuscita ad entrare nella scuola ha riscosso grande successo, e il suo primo singolo è adesso diposinile su tutte le piattaforme streaming. Febe canta per esprimersi e comunicare: per lei la musica è arte, è un’arma e una missione.
Non so se hai visto “A bug’s life”, ma c’è una scena tenerissima in cui un bruco dice “un giorno sarò una bellissima farfalla, e tutto andrà meglio”: lui è un brucone enorme, e alla fine gli sbucano queste due ali piccine piccine che non si sa come fa a volare ma lui è felicissimo lo stesso. È un po’ come dire “oh, io sto bene così rompete poco le palle”. Come funziona per te?
No non ho mai visto ‘A bug’s life’ però mi piace questa cosa! Mi informerò̀ sicuramente meglio! Non saprei come funziona per me, semplicemente sono d’accordo con il brucone, tutti i tipi di traguardi personali hanno una grandezza ed un’importanza soggettiva a mio avviso! Quindi probabilmente riprendendo questa storia mille volte mi sono ritrovata ad essere il brucone con le ali piccole piccole ma fierissima di averle.
Io adoro i tuoi tatuaggi, giuro! Credi ci sia un collegamento fra le immagini che porti addosso e la musica che fai? Usi musica e tatuaggi allo stesso modo per esprimerti o sono due linguaggi diversi?
Per iniziare grazie del complimento, mi fa piacere ti piacciano. Sì, credo che ci sia un collegamento ma solo ed unicamente per il fatto che i miei tatuaggi parlano della mia storia, e la mia musica esiste grazie alla mia storia, ma non li ritengo parte dello stesso linguaggio. I tatuaggi sono una cosa strettamente personale, più che per esprimere concetti agli altri servono a me come ricordo di qualcosa che per me è stato importante o mi ha segnata.
La musica per te è un sogno, ma anche un’arma. Come la usi? Pensi che possa cambiare le cose? E in che modo?
La musica mi aiuta sotto forma di valvola di sfogo o diario. Alcune canzoni nascono per lasciare andare ed altre per immortalare un momento, altre ancora per condividere qualcosa che credo possa essere d’aiuto. Io credo che la musica possa cambiare le cose. In realtà qualunque mezzo di comunicazione artistico – e non – può cambiare le cose, dipende sempre da quanto è considerato, ascoltato o capito. Diciamo che la musica è una delle cose più piacevoli e allo stesso tempo fruibili per far passare dei bei messaggi ed aiutare le persone anche in campo emotivo. Nel mio piccolo, io cerco di far passare emozioni, perché credo che in questo periodo storico ci sia l’urgenza ed il bisogno di riscoprire le proprie emozioni.
Il singolo è uscito l’otto aprile: sai già come sta andando? E in che altri modi promuoverai la tua musica?
Come sta andando è difficile dirlo, non è passato molto, e credo che i numeri siano relativi. Posso dire che sta andando molto meglio di ciò che mi aspettassi, e il riscontro da parte delle persone che lo ascoltano si fa sentire e per me questa rimane la cosa più importante. Mi fa piacere che le persone si sentano capite da me, molte si sono limitate a mandarmi complimenti, altre mi hanno detto la loro interpretazione del brano, altre ancora in che situazioni ascoltano la canzone ed hanno condiviso la loro storia con me. Bè non potevo chiedere più di così, questa cosa mi riempie davvero il cuore. Per adesso promuovo la mia musica tramite social, a breve credo che con il mio pianista inizierò ad organizzare qualche serata in locali! Ci stiamo lavorando.