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Interviste

Do Your Thang, un ritorno cupo e apocalittico per il collettivo romano

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È uscito a fine aprile il nuovo singolo del collettivo romano Do Your Thang; il pezzo porta il titolo del celebre videogioco Mass Effect ed è in collaborazione con il rapper torinese Ensi. La strumentale evoca uno scenario dark and gritty, quasi da Sin City, e il testo è una ricerca della rivalsa attraverso un percorso insidioso, una strada volutamente difficile senza compromessi. Il tutto raccontato con una rabbia collettiva, comune agli ultimi lavori della realtà romana e assolutamente coerente con le storie raccontate nelle barre. 

Il 2022 marca il nono anno di attività di Do Your Thang sulla scena romana e nazionale, periodo in cui il progetto ha avuto modo di radicarsi nella scena hip hop underground (e non) dello stivale anche attraverso collaborazioni con numerosissimi artisti: per citarne alcuni Colle der Fomento, Ghemon, Rancore, Ensi, Willie Peyote e Mezzosangue solo in Italia, più diversi nomi all’estero.

Il singolo anticipa l’uscita del nuovo disco GANG THEORY, in uscita il 10 giugno, che sarà poi presentato in un live nella capitale in data da destinarsi. 

Il 29 aprile è uscito il singolo Mass Effect. Il pezzo è cupo e crudo, un cyberpunk dalle tinte noir, disilluso e post-apocalittico. Da cosa nasce Mass Effect? Che cosa racconta di voi questo singolo?

William Pascal: Mass Effect nasce da un forte sentimento di rivalsa che accomuna un po’ tutti noi e che pensiamo abbia plasmato anche Ensi fino al successo che sta finalmente ottenendo oggi. Racconta le nostre guerre personali (interne ed esterne), il nostro tortuoso percorso all’interno della scena e l’impegno nel fare la nostra cosa senza compromessi.

Mass Effect condivide con il precedente singolo, Trappole, una vena particolarmente aggressiva rispetto a quella più groovy dei vostri precedenti lavori. Perché questa svolta più rabbiosa? L’album seguirà questo mood?

William Pascal: Prima di questo disco abbiamo fatto uscire solo 3 singoli a nome Do Your Thang, troppo pochi per raccontare tutte le nostre influenze e ispirazioni musicali. All’interno dei percorsi solisti la rabbia è stata una costante nella scrittura per molti di noi, nell’album troverete tante sonorità ed emozioni diverse unirsi in un’unica opera.

In Mass Effect vediamo la collaborazione del rapper torinese Ensi. Chi ha contattato chi? Come è stato lavorare con lui?

Federico: Se non ricordo male la prima volta ci siamo incontrati alla doppia presentazione di “Educazione Sabauda” di Willie Peyote a Torino e da lì ci siamo incrociati più volte.

White Boy: E’ nata da una sorta di scambio, mettiamola così. Jari aveva una serata di presentazione a Roma, precisamente a Largo Venue e ci aveva chiesto di essere in apertura in quanto localz. Facciamo il nostro a inizio serata e, finito lo show di Ensi, al momento giusto nel backstage gli abbiamo proposto la collaborazione. Naturalmente, parlo sia a nome mio che a nome di William, è stata un’esperienza fuori di testa: collaborare con uno degli artisti che ci ha influenzato e che ha segnato il genere non richiede troppe parole per essere spiegato.

Il vostro collettivo vive dal 2013, quasi dieci anni. Quale percepite che sia diventato il vostro ruolo attuale nella scena hip hop italiana? Pensate eventualmente, in futuro, di espandervi anche all’estero?

Jekesa: Dal 2013 ad oggi abbiamo cambiato tante volte forma, ma l’idea è sempre stata quella di essere un punto di riferimento per chi vuole esprimersi liberamente come meglio crede e senza seguire troppo le mode musicali. Non ci sentiamo di avere un ruolo, speriamo di essere d’ispirazione per chi viene dopo nel fare musica insieme e nel seguire i propri gusti, il proprio stile.

Rubber Soul: Vediamo all’estero come a un’altra delle nostre fonti di ispirazione, come fa ad esempio William quando rappa in Francese e SWED in Spagnolo, ma non abbiamo mai veramente pensato a superare le Alpi, ma sarebbe sicuramente un’esperienza incredibile.

Avete collaborato con tantissimi artisti nel corso della vostra carriera; ce n’è uno (o più) in particolare con cui non avete ancora lavorato con cui vi piacerebbe recuperare?

White Boy: Credo che ognuno di noi abbia una lista di nomi dalla quale è molto difficile scegliere. Sicuramente ci piacerebbe continuare a collaborare con artisti che stimiamo e ci hanno influenzato nel tempo.

Pacman XII: Dopo essere riusciti a collaborare con un gigante come Danno e a suonare assieme al Colle der Fomento, non nego che ci piacerebbe coronare la nostra presenza nella capitale con una collaborazione con Noyz e Coez. Sarebbe un bel traguardo come lo sarebbe lavorare con altri grandi nomi del Rap e non, ognuno di noi ha i suoi idoli in base al proprio gusto.

Federico: Sarebbe interessante e stimolante collaborare con altre realtà indipendenti come Asian Fake, Undamento e Machete con cui troviamo diverse affinità. 

Il vostro nuovo album, GANG THEORY, uscirà il 10 giugno. Avete già in programma un tour?

Federico: Sicuramente presenteremo il disco nella nostra città natale, Roma, presto annunceremo quando. In parallelo stiamo lavorando per organizzare un tour e siamo aperti a chiunque volesse contattarci a riguardo.

Volete dire qualcosa ai vostri fan?

Rubber Soul: Vi ringraziamo per il supporto e l’amore che ci dimostrate ad ogni occasione. Non vediamo l’ora di condividere con voi quello che abbiamo realizzato negli ultimi 2 anni e di abbracciarvi tutti ai prossimi live!

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