Interviste
Demian Dorelli: “My Window” è una dedica alle vie d’acqua del mondo
Demian Dorelli ha pubblicato “My window” il 19 maggio: il disco del compositore è uscito per Ponderosa Music Records ed è ispirato a grandi pittori come Vermeer e Hockney. “My window” racconta il mondo bloccando istanti e sensazioni in nove composizioni, che il loro autore ha dedicato “alla vita nei nostri mari e fiumi, luoghi senza i quali non riesco a immaginare un futuro”.
“My Window” è una raccolta di 9 composizioni originali per piano solo in cui sono inclusi i singoli “My Window”, “Kaleidoscope” e “Clouds in Bloom”. Questo progetto nasce in seguito all’osservazione di un’opera di David Hockey parte della collezione “My Window”, nel quale ha ritratto “le sue percezioni del mondo dalla finestra della sua casa di Yorkshire”.
Hai tratto ispirazione da artisti come Vermeer e Hockney, e non riesco a non pensare al dipinto “Ragazza che legge una lettera alla finestra”. Ma cosa vedi tu, davvero, quando guardi fuori dalla finestra?
Vedo relazioni. Non solo relazioni fra le persone, ma anche con la natura e come si rapporta col mondo in cui viviamo. È interessante osservare le velocità diverse con cui si muovono. Dalla finestra del mio studio c’è un albero che attira la mia attenzione: sembra calmo e saggio, osservatore di un mondo che, in confronto a lui, va a velocità supersonica. Offre una visione del tempo diversa, una diversa dalla nostra di sicuro.
Restiamo sul tema: cosa ti piacerebbe vedere? Può essere un paesaggio diverso o anche balene volanti, non saprei.
Se parliamo di cosa vorrei vedere, mi piacciono moltissimo le vie d’acqua del nostro mondo. Non riesco a immaginare una vista più attraente di un fiume che scorre, pieno di vita che ne dipende: pesci, insetti, uccelli e piante. Immagina un raro martin pescatore che vola con grazia, mentre uno spirito affine si sistema sulle rive pronto a dipingere la bellezza che vede. Spero in un mondo dove lavoreremo armoniosamente con la natura invece che contro di essa.
Sei stato circondato da arti visive fin da piccolo, ma ti traduci in musica: vedi la musica quando la suoni? Come funziona la tua mente?
Quando suona non vedo necessariamente la musica: è un’esperienza che sento profondamente. A volte suono ad occhi aperti, altre li tengo chiusi. In ogni caso, traggo ispirazione da ciò che vedo intorno a me. Un incontro visivo può dare il via a un processo creativo, far nascere emozioni, sentimenti o storie che spesso mi guidano fino al piano.
Le finestre sono come fotografie, in un certo senso: ti fanno vedere qualcosa che è fuori mentre guardi da dentro, come quando guardi nel mirino di una macchina fotografica. Le tue composizioni sono così? Come fotografie?
La tua analogia fra finestre e fotografie è molto azzeccata. In un certo senso le mie composizioni sono snapshots. Ci sono momenti in cui cerco di catturare certi sentimenti o storie, anche se sono transitori. È come cercare di congelare una scena o un momento attraverso la lente di una macchina fotografica. Inquadrare una scena o catturare un momento cambia il modo in cui lo percepisco, spesso facendolo diventare una storia nelle mie composizioni. L’arte ha sempre avuto questo potere e, curiosamente, le finestre hanno un effetto simile. Servono come un invito a comunicare col mondo esterno, influenzando il nostro spazio con la luce, il buio, colori, suoni e anche l’essenza di ciò che vi si trova dietro. Ho cercato di incapsulare qualcosa di tutto questo nella mia musica.
Puoi dirci qualcosa sugli artwork che Franco Matticchio ha creato per la tua musica?
Franco Matticchio ha creato la cover del mio primo album e, quando l’ho vista per la prima volta, sono rimasto supefatto da quanto fosse perfetta. Non puoi immaginare quanto fossi felice quando ha accettato di lavorare anche per questo progetto, per me è un genio.
Questa volta voleva fare un passo in più. Non solo lavorare sulla copertina principale, ma produrre un artwork originale per ognuna delle 9 tracce. Molte delle mie composizioni sono ispirate da opere d’arte, quindi sembrava un ottimo modo per chiudere il cerchio e riportare la musica verso l’arte. È stato importante avergli dato informazioni di background minime per potergli lasciare la più completa libertà di interpretazione, è ciò che fa meglio: alla fine ha avuto accesso solo ai titoli dei brani ed ha ascoltato il disco una volta. I risultati sono così stimolanti, ha catturato genialmente bellissimi elementi della musica nel suo modo unico e magico.
Potete vedere gli artworks nel disco fisico, sia in CD che in vinile. Li condividerò anche sui miei social media, così potrete vedere quanto brilli il tocco che Franco ha aggiunto al mio lavoro.