Due parole con gli organizzatori di un festival che, anno dopo anno, acquista visibilità e valore. Evento dalla forte impronta sociale, vedrà la partecipazione di musicisti affermati e del conduttore televisivo Paolo Bonolis. Parola a Filippo Mauceri e Michele Afferrante.
È probabile che la serata di maggior successo sia l’ultima, quella di sabato 29 agosto, perché è quella che racchiude i nomi di maggior richiamo, a partire dal conduttore Paolo Bonolis. È infatti questa l’unica occasione per vedere Bonolis presentare una manifestazione live in cui non siano presenti telecamere o riprese di alcun genere. Anche l’assegnazione dei premi farà la sua parte nell’attirare il pubblico.
Ma ci saranno anche delle sorprese eccellenti, di cui ancora non vogliamo parlare, ma che saranno sicuramente di grande richiamo e prestigio.
Com’è nata l’idea di coinvolgere Paolo Bonolis nel festival?
L’idea è nata perché noi siamo autori del programma televisivo “Il senso della vita” e abbiamo sentito la necessità di uscire dall’ambito angusto dello studio televisivo per venire a diretto contatto con la gente, soprattutto per poter parlare e confrontarsi su tematiche così importanti, per le quali la condivisione e la partecipazione sono fondamentali. Abbiamo parlato a Paolo Bonolis del nostro progetto ed è saltato fuori che anche lui sentiva questa esigenza.
In occasione di una manifestazione pubblica c’è l’occasione di avere dei momenti di riflessione più ampi rispetto a quelli che abbiamo in tv, la partecipazione del pubblico è più attiva e il confronto più efficace.
Quanto è difficile realizzare manifestazioni di questo tipo in Italia?
Le difficoltà ci sono sempre a livello organizzativo, ma sono quelle tipiche dell’organizzazione di un evento con numerosi ospiti (necessità di incastrare gli impegni).
L’amministrazione comunale (nelle perone del sindaco Orfeo Goraci e dell’Assessore alla Cultura Renzo Menichetti) in realtà ci è sempre venuta molto incontro, dimostrando di credere in questa nostra iniziativa e sovvenzionandola, nonostante la consapevolezza che le risorse economiche per questo tipo di manifestazioni sono limitate.
Noi ci auguriamo che questa terza edizione possa risvegliare l’attenzione di aziende private, che magari hanno maggiori disponibilità verso queste iniziative culturali che puntano sulle tematiche legate alla vita.
I progetti che avevate tre anni fa si sono realizzati? Avete dovuto modificarli? Quali sono i prossimi progetti o ‘sogni’ che avete in mente?
I progetti si sono realizzati. Naturalmente abbiamo contattato tanti personaggi ed alcuni però, per motivi logistici, non sono ancora riusciti a partecipare. Siamo soddisfatti perché tutti gli ospiti danno un riscontro molto positivo nei confronti sia della città e dell’accoglienza del pubblico che del percorso culturale che noi studiamo per loro all’interno della manifestazione.
L’obiettivo finale è quello di dare sempre maggior visibilità al logo “Life in Gubbio”, far sì che i premi assegnati diventino veramente prestigiosi, nel senso di avere un loro spessore ed essere ancora più ambiti.
Infine un’anticipazione per quanto possibile: quali sono i nomi in lizza per i riconoscimenti ‘il senso di una vita’ che verranno consegnati durante la serata finale?
Ad oggi i nomi sono ufficiali, quindi li possiamo anticipare: per il teatro verrà premiato Gigi Proietti, per la musica invece sarà la volta di Nicola Piovani (già Premio Oscar).
Il “Premio internazionale Lupo di Gubbio per la riconciliazione” andrà quest’anno a Parents Circle, un’associazione israelo-palestinese che riunisce membri di famiglie palestinesi ed israeliane che hanno perso un familiare a causa della guerra ma che si impegnano quotidianamente fianco a fianco nella ricerca di un punto d’incontro per ottenere la riconciliazione tra i loro popoli attraverso il dialogo.