A soli ventiquattro anni ha diretto l’orchestra del Festival di Sanremo per entrambi i vincitori della scorsa edizione, cosa mai successa in precedenza. Logico aspettarsi moltissimo da una giovane promessa del pianoforte come Federica Fornabaio, che si trova ora a pubblicare il proprio album d’esordio (e subito per una major…).
Outune ha avuto l’occasione di capire meglio le intenzioni di questa straordinaria ragazza.
15 settembre 2009
Innanzitutto: primo album e subito con una major. Immagino tu abbia sentito qualche tipo di pressione. Se non dall’esterno, quantomeno dall’interno…
Devo essere sincera: non ho subito alcuna pressione, nemmeno minima da parte di chi ha lavorato con me all’album. Sono sempre stata convinta della qualità del mio lavoro e credo che sia giusto credere fino in fondo in quello che si fa. Altrimenti non si dovrebbe nemmeno iniziare a farlo. Mi rendo anche conto che qualcuno debba piegarsi a volte alle regole del mercato, ma penso che alla fine il lavoro paga sempre.
Mi è parso di capire che in un certo senso tu paragoni il tuo modo di comporre alla poesia…in contrapposizione alla prosa..
Sì è vero. Credo che il mio modo di scrivere musica sia assolutamente paragonabile alla scrittura poetica. Con questo non dico né che la prosa sia inferiore alla poesia o che ritenga di scrivere ad un livello più alto di altri. Intendo solo dire che il mio modo di comporre utilizza meno elementi rispetto ad altri compositori. Il mio scopo è quello di suscitare la maggior intensità possibile con la semplicità della forma. L’espressione artistica per me più complessa è comunicare emotivamente tantissimo utilizzando poche note, quelle essenziali per il racconto. Ed è esattamente la differenza fra prosa e poesia di cui parlavi: la seconda usa poche parole, quelle più giuste e più forti.
Ho letto che il mare è una delle tue maggiori fonti di ispirazione…Mi puoi spiegare cosa ti suscita e soprattutto se pensi possa essere una fonte infinita ed inesauribile di sensazioni.
Il mare è puro istinto, in qualche modo per me rappresenta il simbolo dell’infinito, una metà così lontana eppure raggiungibile. Quando penso al mare, diversi sentimenti mi attraversano: da una parte lo amo, mi affascina, ma allo stesso tempo mi spaventa; come il fuoco, che anche se sai che brucia hai la tentazione di avvicinarti comunque. Quando penso alla sua maestosità mi vengono in mente l concetto romantici dello Sturm und Drang.
Credi che il tuo genere di musica possa arrivare oltre gli appassionati di classica? Negli ultimi anni abbiamo assistito a grossi successi come quelli di Ludovico Einaudi o Giovanni Allevi. Pensi anche tu che arrivare alle masse voglia dire snaturare la classica?
Assolutamente no. Penso che l’elite che ha relegato la musica classica ad un bene esclusivamente altolocato (culturalmente ed economicamente) sia da dimenticare e da non favorire in alcun modo. Le polemiche nate dopo il successo di Allevi mi sembrano assurde e non fanno altro che alimentare in me la sensazione che un certo tipo di mentalità abbia solamente prodotto una sorta di autoghettizzazione di un intero genere.
Hai definito il pianoforte molto più di un semplice strumento: è un’entità in simbiosi con la mia anima. Quindi su questo tuo album d’esordio ti metti completamente a nudo. Ti mostri immediatamente senza alcuna maschera.
Hai ragione, in questo album d’esordio ho mostrato subito tutta me stessa, senza cercare di essere qualcun altro o di comporre in modo diverso da come ho sempre fatto. Sono presenti persino pezzi composti diversi anni fa, che non ho nemmeno ritoccato di una nota perché ogni canzone è come una fotografia, rappresenta un particolare momento della mia vita e non va ritoccata mai.
Vedi internet più come una risorsa o lo temi maggiormente per via dei problemi legati al download illegale?
Sono assolutamente favorevole ad internet, in tutto e per tutto. Credo che gli aspetti positivi superino ancora di molto quelli negativi. Inoltre penso che si sia comunque giunti ad una specie di equilibrio rispetto a qualche anno fa in cui il download illegale era di misura spropositata. Sono un’ottimista, quindi credo che il futuro anche da questo punto di vista possa riservare alcune sorprese.
Luca Garrò