We Were Promised Jetpacks, le foto e il report del concerto di Torino del 2 ottobre 2014

we-were-promised-jetpacks-foto-report-concerto-torino-1

I We Were Promised Jetpacks si sono esibiti il 2 ottobre 2014 allo Spazio211 di Torino, per la seconda e ultima tappa del loro passaggio in Italia. La band scozzese ha appena pubblicato il suo nuovo album “Unravelling” e sta saltando da un club all’altro d’Europa per promuoverlo, ma purtroppo l’occasione per sentirli live è anche la conferma ad alcuni timori che aleggiavano intorno al disco.
Quel magnifico piglio dei primi due lavori, e del primo in particolare, va un po’ a perdersi nei nuovi brani. Si parla sempre di un buon livello, i WWPJ stanno emergendo bene e hanno tutte le carte in regola per diventare un nome rilevante nel panorama indie/alt-rock made in UK, ma la trappola del “erano meglio il primo album” è sempre bastarda.
L’attacco con la nuovissima “Safety in Numbers” non è male, così come la successiva “Night Terror” che inizia a scaldare l’esigua platea, eppure lo stacco tra questi primi due brani e il terzo, quella “Quiet Little Voices” che è la loro canzone più famosa, è spiazzante. Diciamo che si ha quasi avuto la sensazione di assistere ad un opening act prima degli headliner, solo che erano sempre i We Were Promised Jetpacks. La differenza la fanno i cori e il crescendo, entrambi poco invasivi ma di grande impatto. Quello che ti aspetti da una bella band dal vivo, e loro fanno una figura splendida.
La formazione di Edimburgo è in grande forma, fresca e ancora nella fase in cui anche un piccolo club di Torino è un’occasione. Suonano con grande cura, ma anche con una spontanea dinamicità che cozza un po’ con il ristretto spazio a disposizione sul palco. La scaletta è quasi equilibratamente ripartita tra “These Four Walls”, il già apprezzato debutto del 2009, e il nuovo capitolo discografico, con buona pace dell’intermedio “In the Pit of the Stomach”, da cui vengono selezionati solo tre brani. Tra questi tre spicca l’atmosfera creata da “Sore Thumb”, che insieme a “It’s Thunder and it’s Lightning” compone la miglior successione della serata.

Dalle band scozzesi viene ormai naturale aspettarsi grandi cose, abituati ai fantastici nomi che in questi anni hanno conquistato l’Europa e non solo. La domanda è: i We Were Promised Jetpacks saranno in grado di allinearsi a questa tendenza? Nonostante le remore sull’evoluzione nel songwriting, le possibilità ci sono tutte. In fondo gli avevano promesso i Jetpack, pretenderanno qualcosa in cambio.

Foto a cura di Andrea Marchetti.

Lascia un commento