20 anni di Punkreas e importanti novità per Canapa Eventi. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Flaco, chitarrista della band e fondatore di Canapa Records ed Eventi insieme a Noax.
1 dicembre 2009
Raggiunto telefonicamente poco prima del live alla Rock ‘N’ Roll Arena di Romagnano Sesia, il chitarrista dalla sapiente parlata si è prestato alle nostre domande in modo molto disponibile, per quello che è stato più un piacevole scambio di idee e parole, che un’intervista vera e propria.
Partiamo dalle formalità. Canapa Eventi. Che cos’è?
Canapa Eventi ha un’idea antica, molto lontana dalla realizzazione pratica. Dagli albori della nostra carriera abbiamo sempre interpretato il “fare musica” come modo di vivere e fare informazione e comunicazione. Per fare questo occorre riconoscersi in una collettività. Fare i musicisti era già abbastanza impegnativo, così i nostri progetti si sono dilatati nel tempo fino ad arrivare ad oggi, dove abbiamo trovato le energie e competenze che in passato ci erano mancate. Dopo tanti anni abbiamo raccolto esperienza. Ora abbiamo conosciuto fior di persone che ci danno una mano, dalla grafica all’ambito artistico. Questo è il momento giusto per unire le competenze e realizzare l’intento di Canapa Eventi, ovvero: fare girare band e contenuti che ci piacciono. È un momento d’urgenza: siamo di fronte al rischio di una malattia sociale, si stanno diffondendo molte culture e gli atteggiamenti di chiusura che portano al versante razzistico ci fanno paura.. Come esseri umani e pensanti crediamo che l’imbastrardimento culturale e l’incrocio siano le cose migliori. Siamo insomma a favore dei miscugli, anche a livello artistico.
Ecco, parliamo dei progetti discografici che avete in ballo. Canapa Records è presente da molti anni e ora si è appunto affiancata la sezione Eventi. Come intendete procedere?
Al momento uno dei gruppi che più ci ha appassionato e che stiamo seguendo sono gli Yokoano, un gruppo che ci ha colpito mentre iniziavamo ad organizzare le serate dove abbiamo la direzione artistica. Il nostro fonico di sala, Gianluca, ce li ha presentati. Con loro milita Dani, già chitarrista delle Pornoriviste, che aveva creato questo progetto collaterale che per noi è fuori genere, non codificabile ed opposto alle Pornoriviste. Per noi sono stati un’oasi nel deserto discografico italiano.
Prima hai parlato di malattia sociale. Come giudichi il razzismo nel calcio? Magari, non so, confrontato al Rugby, che al momento è lo sport sulla bocca di tutti per lealtà e sportività
Guarda è solo questione di tempo, il calcio è diventato un luogo di spettacolarizzazione politica. Il fatto che le società di calcio siano diventate società per azioni è stato l’epicentro di quello che ora è un circo bar da campagna elettorale. Il rugby in questo momento è al di fuori, e tale resterà finché la logica commerciale non entrerà anche lì dentro.
Canapa Eventi avrà delle serate giusto? Ti va di presentarle?
Certo, allora: avremo una serata al Circolone di Legnano,uno dei posti che storicamente ha sempre prodotto cose interessanti e gode di una rete di persone che si trovano e apprezzano una certa cultura. Abbiamo cominciato due mesi fa, cerchiamo di creare una dimensione nostra. Al Circolo Magnolia invece collaboriamo con Hard Stuff, agenzia storica di alternative che opera ad alti livelli e che per noi è interessantissima. Saranno serate di stampo internazionale, ad esempio con i Casualties, poi vorremmo fare serate di punk italiano, ad esempio i Linea. Il Circolone invece nel 2010 sarà più hip hop.
Terzo e ultimo posto l’Acropoli di Vimercate, il più decentrato e piccolo ma che ci piace perché possiamo dare spazio a situazioni minori di band emergenti, creando una palestra per i primi passi delle nuove band.
Punkreas: quest’anno ricorre il ventennale della vostra carriera. Canapa Eventi è per caso il vostro regalo?
No non direi, anche se sono collegate…casualmente. Ma la casualità è sempre un effetto prospettico. Punkreas e Canapa sono una sinergia…non solo perché ci sono le stesse persone (tecnici, drivers, tour manager), ma anche perché gli Yokoano, di cui abbiamo parlato prima, ce li stiamo portando in tour con la nostra band, per 4 o 5 date, per aiutarli a farsi le ossa. Forse un regalo che ci stiamo facendo è un pezzo che stiamo scrivendo insieme agli Assalti Frontali.
Qual è il vostro rapporto coi social network?
Il mio rapporto è poco sviluppato…esiste un Flaco in Facebook che non sono io e che però non disturbo. In Canapa invece non me ne occupo io, ma ci sono ragazzi che lavorano su myspace, face book, twitter ecc. e le risposte di capacità di collegamento e contatto universale sono davvero sviluppate, oltre ogni previsione. Gran parte della nostra promozione arriva da lì oltre che dall’ufficio stampa. Internet si è rivelata uno strumento preziosissimo, ma oltre non mi spingo.
Tu cerchi di promuovere una realtà alternativa, che in Italia stenta sempre a trovare gli spazi che merita. Come vedi il fenomeno tribute band e cover band?
È un mondo parallelo al mio, che personalmente non mi crea disturbo, ma crea tuttavia un danno, a livello generale, il fatto che ultimamente la gente si sia distaccata dalla ricerca musicale. Io non ho niente di personale contro chi suona in certi progetti, ma sinceramente il fenomeno testimonia scarso dinamismo da parte del pubblico. Come artista trovo agghiacciante replicare esattamente qualcun altro. Evidentemente c’è un ritorno economico nell’imitare qualcuno: ritorno che però soffoca la musica vera. Ti dico questo: preferirò sempre il rutto di un bambino dopo la pappa a 3 ore qualsiasi cover/tribute band.
Definisci Canapa come “impegnata e indipendente”, ma se ci fosse un’artista mainstream con il quale ti piacerebbe collaborare, chi sarebbe?
Beh, sarebbe sicuramente Caparezza.
L’ultima domanda te la faccio sui Punkreas: che progetti ci sono in ballo per il ventennale, dopo l’uscita di “Futuro Imperfetto” dello scorso anno?
Dopo il tour non ci sono ancora progetti importanti. Ci concentreremo su Canapa. Per quanto riguarda invece i Punkreas nei prossimi giorni metteremo a punto il lavoro sul prossimo tour e ci dedicheremo alle prove. Successivamente troveremo il tempo di elaborare il materiale raccolto in quest’anno e mezzo, sia video che audio. Sul nuovo materiale ci concediamo tutto il tempo di questo mondo: credo che se il riff è ancora buono dopo un anno allora ha davvero qualcosa da dire. È un metodo per selezionare e credo che usciremo per la fine del prossimo anno con il nuovo lavoro, ma ci serve ancora qualche nuova esperienza e nuova collaborazione. Per adesso godiamoci questo anniversario!
Riccardo Canato