Come per gli In Flames, abbiamo avuto occasione di incontrare alla ColumbiaHalle di Berlino Adam D, mente principale dei metalcorers statunitensi Killswitch Engage.
6 dicembre 2009
Un’intervista nella quale si è parlato del nuovo disco, dell’intensa attività live di supporto e della fama in ascesa di una delle band più importanti del lato più melodico e easy del metalcore internazionale.
Un nuovo disco, “Killswitch Engage”, possiamo chiamarlo part 2, visto che è lo stesso titolo del vostro debut album? Ci dici qualcosa di questo nuovo album?
Sì dai, possiamo anche chiamarlo “Killswitch Engage Part 2” (ride, ndr). Questa release per noi è stato un leggero cambiamento rispetto a tutte le altre. La più grossa “rivoluzione” è stata il fatto di aver scelto di affiancarci ad un produttore di fama internazionale come Brendan O’Brien, che in passato ha lavorato con band del calibro di Stone Temple Pilots, Pearl Jam, Bruce Springsteen. Abbiamo anche iniziato a scrivere della musica con un songwriting e con degli approcci che non avevamo mai utilizzato precedentemente, registrando buona parte del tutto a Los Angeles e non, come abbiamo sempre fatto, a casa nostra nel Massachusetts. Il grosso delle idee per questo nuovo disco le abbiamo raccolte nel corso dei tre anni che sono passati tra “As Daylight Dies” a “Killswitch Engage”.. A conti fatti, è stato veramente, rispetto ai precedenti, un disco diverso per la nostra band.
Siete in tour ininterrottamente da giugno: date in Europa la scorsa estate, il Mayhem Festival con Slayer e Marilyn Manson, altre date in NordAmerica e ora questo Taste of Chaos. Come sta andando questo vostro tour promozionale in giro per il mondo?
Siamo stati in molte nazioni, ma ad oggi non siamo ancora stati in Asia, dove abbiamo una fanbase molto ampia. Grandi show, tante persone (ma non molte di più di quante pensavamo venissero), un vero e proprio successo. Avevamo anche una data in Italia la scorsa estate in un festival con Nine Inch Nails, Korn e altre band, ma l’abbiamo cancellata per un lutto che aveva colpito improvvisamente la nostra band. Noi amiamo l’Italia e proprio a Milano, un paio di anni fa, abbiamo fatto uno degli show migliori della nostra carriera.
Sul titolo del vostro nuovo disco: avete deciso di intitolarlo come il vostro primo album, uscito per Ferret Records. Come mai questa scelta? Avete deciso di prenderlo come un nuovo inizio per la vostra band?
Il nostro scopo era stupire tutti (ride, ndr). A parte gli scherzi, quando abbiamo iniziato a lavorare su “Killswitch Engage” ci eravamo prefissati lo scopo di creare un nuovo sound, un qualcosa che fosse differente con quanto avevamo proposto in passato. Possiamo prenderlo come un nuovo inizio, sì.
La vostra fama sta crescendo nel Vecchio Continente? State raggiungendo i livelli del Regno Unito, stato nel quale siete ormai un nome di primo livello?
Ad essere sincero, posso dirti che sicuramente in Germania stiamo ottenendo dei risultati che non ci saremmo mai aspettati, e che migliorano concerto dopo concerto. Posso dirti che stiamo avendo sempre più successo in Europa con il passare dei mesi. Anche in Italia, nello show del quale ti ho parlato poco fa, abbiamo avuto un seguito che ci ha sorpreso. Questa risposta positiva da parte dei fan e dei semplici ascoltatori ci ha stupito, e siamo fieri di tutto ciò: quando i fan sono felici, anche noi lo siamo.
State girando l’Europa insieme a band con le quali avete stretto rapporti di amicizia, come ad esempio In Flames ed Every Time I Die. Come vivi questo clima da “grande famiglia” che si respira in questo Taste of Chaos?
E’ il miglior modo per andare in tour in giro per il mondo, poco ma sicuro! Più le persone sono amiche, più sono felici e più le lunghe giornate passano in fretta. È bello passare il tempo prima e dopo il concerto scherzando e bevendo qualcosa insieme, soprattutto con gli In Flames. All’apparenza sembra difficile reggere i ritmi degli scandinavi, ma io non ho problemi, ce la posso fare (ride, ndr).
Avete registrato ogni disco, escluso il primo, con Roadrunner Records: com’è il rapporto con questa etichetta?
Meglio di così non può andare: sta lavorando alla grande con noi, dandoci un grande supporto morale ed economico nella promozione dei nostri dischi. Di sicuro una buona parte del successo dei Killswitch Engage è da imputare anche alla Roadrunner Records che è stata capace, nel corso degli anni, di aiutarci con opinioni e scelte azzeccate.
State pianificando altre date nei prossimi mesi?
Molte, molte date! Penso che ad oggi non saprei dirti quando finiremo il tour di supporto a “Killswitch Engage”: molto probabilmente faremo le nostre ultime date a fine 2010. Ad oggi stiamo dedicando anima e corpo ai concerti, al punto che non abbiamo tempo e forze per stendere idee per un nuovo disco.
E quando troverete del tempo per tornare in Italia?
Noi speriamo di tornare per il periodo dei festival estivi. Ad oggi non abbiamo nessuna conferma, siamo in trattativa ma posso dirti che questa è, tra le varie ipotesi, quella più fattibile per vedere i Killswitch Engage live in Italia. Non posso darti conferme definitive, lo stesso tour europeo dei festival è in fase di conferma, quindi non posso rilasciarti alcuna anteprima o breaking news (ride, ndr)!
Si ringrazia Roadrunner Records per la collaborazione
Nicola Lucchetta