Lenny Kravitz – Strut

lenny-kravitz-strut-recensione

L’intenzione era quella di dare all’ultimo lavoro di Lenny Kravitz, “Strut”, un voto 5/5 e motivarlo con il video di “New York City”. Senza nessun testo. Il punto è che le dodici tracce che compongono il suo decimo disco includono anche una cover di “Ooo Baby Baby” e una reinterpretazione di “Happy Birthday”, due episodi piuttosto inutili nell’amalgama finale e che, inevitabilmente, abbassano il voto finale.

Le altre dieci canzoni sono però una meglio dell’altra. Nell’iniziale “Sex” e nella title track si respira l’aria del David Bowie più patinato e funk, le ballad “She’s A Beast” e “I Never Want To Let You Down” sono tra le più riuscite della sua carriera e “I’m A Believer” ha tutte le carte in regola per essere giocata in sede live. Il resto non è da meno, tra il rock sensuale che da sempre è il suo trademark e i due singoli, “The Chamber” e la già citata “New York City”, che hanno ottenuto un meritato seguito anche nel nostro Paese. Bomba. E un risultato finale come questo se lo aspettava lo stesso Kravitz intitolando il suo album “Strut”, come quella “camminata impettita” di chi è consapevole di aver fatto un ottimo lavoro.

Lascia un commento