UMMO, intervista per l’uscita dell’album di debutto

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L’uscita dell’omonimo album di debutto degli UMMO, band composta da quattro ragazzi dalla provincia di Pescara, sta creando un po’ di scompiglio.”Stellare ed esoterico”, come vogliono definirlo loro. Erotico e trasgressivo, come si capisce subito. Quando del pop italiano non resta granché ma arrivano gocce di metallo pesante e ruggine di rock digitale a contaminare il pezzo.
Ci piace sottolineare che le anteprime video hanno regalato alla band numeri importanti e il rumore che gira fin dalle prime battute è davvero notevole tenendo sempre ben a mente che si tratta di un esordio italiano nel panorama indipendente di oggi. Per quanto il loro nome faccia esplicito riferimento allo spazio e all’ufologia – tanto che sulla rivista nazionale di ufologia X-Time viene loro dedicato un intero servizio – la loro musica invece è decisamente terrena e non fa che regalare riscontri lusinghieri da tutte le parti.
Ecco la nostra intervista a Cristiano Romanelli, frontman e autore degli UMMO.

UMMO: già il nome è eccentrico. Come mai?
Apparire prima ancora di suonare. Ci vedrete prima ancora di sentirci. Muoveremo i nostri corpi prima ancora di dar voce ai nostri strumenti. Leggerete UMMO prima ancora dei testi delle canzoni. UMMO si fa ricordare, è veloce, è strano.

Beh, il video di “Malinconia” non lascia spazio ad altre interpretazioni. Avete voluto conquistare le attenzioni e ci state riuscendo sfidando la censura…
Due donne che fanno sesso secondo te è da censurare?

No. Anzi. Però per il quieto vivere delle etiche e delle morali forse è così. Forse è così che vuole la massa. Non trovi?
Io penso invece che ci sia fin troppo ipocrisia anche in questo argomento. Il quieto vivere delle etiche e delle morali (come lo chiami tu) lascia liberi e incensurati i video dei massacri (non ultimo quello francese) e poi si pulisce la coscienza urlando allo scandalo se vedono la foto di una ragazza nuda o una coppia omosessuale che si bacia. Nel nostro video è così e non è affatto esplicito come nei film porno che tra l’altro, ribadisco, sono fruibili da tutti. Poi arriva il video degli UMMO e ci dite che siamo scandalosi. Davvero: è uno scherzo? Forse non c’è troppa coerenza non trovi?

Sì, di sicuro la coerenza non è il pezzo forte di questa storia. Però così facendo si stuzzica sicuramente la sensibilità. È questo che volete? Funziona allo scopo?
Basta questo a stuzzicare la sensibilità del pubblico? Ok, allora lo facciamo. Inutile dirti che ci piace. Siamo nel mondo dell’essere e dell’apparire e non siamo nessuno per dettare nuove regole e moralizzare l’opinione pubblica. Giochiamo usando in modo utile gli ingredienti che ci vengono dati. Se un giorno avremo la forza di tracciare nuove pagine di storia magari vi diremo cosa per noi è davvero scandaloso.

A proposito di scandalo. Parlando proprio di questo video qualche giorno fa avete avuto anche un commento sui social non proprio gentile…
L’omofobia è sempre dietro l’angolo. Sulla nostra pagina Facebook qualche ben pensante ha deciso di dire la sua sull’omosessualità senza troppi filtri e giri di parole. Ovviamente si sono scatenati commenti di ogni tipo. Il nostro ufficio stampa ha gestito la cosa nel migliore dei modi e alla fine tutto è andato a tacere anche perchè noi siamo artisti e il nostro compito è fare musica, non fare politica. Però, guardando il lato spensierato e leggero della cosa, se questo accade è anche segno che piace, che a suo modo lascia una traccia nel pubblico che abbiamo la fortuna di raggiungere.

E allora non posso evitare di chiedertelo: pensi che ad una band come la vostra, un grande passaggio mediatico sia la prova del 9?
Tutti dovrebbero avere una possibilità importante. Questa è la verità.
Da lì poi vediamo che succede. Sicuramente ce la si gioca sul serio. Non ti nascondo che, visti i primi riscontri, mi viene da pensare che forse avremmo le carte per fare una bella partita.

Il disco? Ottima scelta farlo uscire a Natale, ha funzionato?
Esatto. Uscito nei digital store da Natale… è servito? A cosa? Mah. Siamo in un momento davvero difficile che forse sono rarissime le cose che servono e che funzionano oggi. Il disco oggi è un oggetto che non serve più.

Perché farlo allora?
Il “Non serve più” è riferito al mercato e al lavoro discografico. Per il resto è fondamentale. Serve, servirà ai concerti, servirà per chi ci ama, servirà per quando sarà il momento. Facciamo musica e il disco è parte di questo nostro modo di vivere. Va fatto e ne faremo altri.

Vuoi dire che avete già nuove canzoni in cantiere?
Noi scriviamo quasi ogni giorno. Oggi abbiamo già nuove canzoni più forti di quelle che ci sono dentro questo lavoro. Tempo al tempo.

E allora non resta che far girare il vostro disco. In bocca al lupo per tutto ragazzi.
Crepi il lupo, Marco. Grazie di cuore a te e a tutti voi per lo spazio che ci avete dedicato.

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