È vero, non filiamo gli Angra da tempo immemorabile oramai. Sarà che siamo troppo vecchi, che piangevamo con Matos e con i primi due pazzeschi dischi (“Angels Cry” e “Holy Land”), che ci siamo fatti andar bene “Rebirth” e ci siamo man mano rassegnati a una band che avrebbe davvero potuto diventare gigantesca ed è, purtroppo, rimasta una buonissima band power metal.
L’ottavo album si intitola “Secret Garden” e vede Fabione Lione dietro il microfono. Che dire? Poco o nulla: disco interessante per i fan della scena sinfonica e powerona ma che aggiunge veramente poco a una carriera che oramai va avanti per inerzia. Sono rimasti solo i veterani (e bravissimi) Kiko Loureiro e Rafael Bittencourt, il resto è gente nuova, ospitate di Doro e Simone Simons degli Epica e giusto qualche brano interessante (dopo le prime cinque tracce ci si perde nella monotonia). Formalmente perfetto, suonato benissimo e prodotto ad hoc. Ma è un compitino, e poco altro.
Paolo Sisa
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