E’ un Miguel Bosè carico ed entusiasta quello che si presenta per introdurre alla stampa italiana il suo nuovo disco “Cardio”. L’album verrà pubblicato il 16 aprile sotto Carosello Records e si preannuncia già un successo: “In prevendita è già disco di platino, un inizio niente male direi!”
“Nei paesi latini sta vendendo benissimo, c’è stata una grande ricettività da parte della gente. L’album è energico, divertente e sfrenato, pieno di ironia e di simpatia. Il pubblico lo ha capito, ha sentito che il lavoro è nato all’insegna delle good vibrations.”
Che il cantante stia bene lo si vede anche dal suo aspetto fisico: “Ero diventato una specie di cetaceo, davvero facevo schifo, grazie a una dieta ayurvedica ho recuperato la condizione perdendo più di venti chile in sei mesi o poco più!”. Questa vitalità come già sottolineato si ritrova all’interno di “Cardio”: “ci sono molti generi diversi, ma non dite che ci sono delle chitarre rock! Sono chitarre brit pop, c’è molto ritmo ma non c’è il rock. Mi piacerebbe sia chiaro saperlo fare, ma non son capace di fare rock, le chitarre che si sentono le trovo molto indie, molto sporche. Faccio un gran Pop, ogni tanto scherzo con l’hip hop, col funkie, con dei suoni molto anni ottanta e anche qualcosa in più, l’ultimo pezzo “Eso No” è un omaggio ai T-Rex!”
Un altro pezzo a cui Miguel tiene molto è “Júrame”, che racconta l’incredibile esperienza vissuta dall’artista insieme a Juanes per un leggendario concerto (terzo di tutti i tempi per affluenza) tenutosi a L’Avana a settembre 2009: “C’erano un milione e seicentomila persone, più di noi han fatto solo Rod Steward a Copacabana e gli Stones al Rock In Rio. In quel pezzo dico sostanzialmente che se si ha la volontà di arrivare in fondo, di perseguire i propri obiettivi, si riesce a raggiungere qualsiasi traguardo. Portare a termine quel progetto, realizzare un concerto simile a L’Avana, è stata una soddisfazione incredibile. E’ stato un percorso infinito, con migliaia di impedimenti e un sacco di difficoltà. Quando sono arrivate le minacce degli anticastristi sono spariti gli sponsor e anche un bel po’ di artisti. Li capii assolutamente ci mancherebbe, però ci ritrovammo da soli ma non mollammo di un centimetro. In Florida e a Cuba per fortuna le nuove generazioni voglio la riapertura del dialogo, il Presidente Obama pare finalmente aver aperto la porta per chiudere una volta per tutte il capitolo ‘embargo’. Quel concerto arrivò al termine di un sacco di stress e di preoccupazioni, eppure andò benissimo e sarà un ricordo che per sempre mi porterò dentro.”
Parla volentieri di tutto Bosè, si lancia su considerazioni di moda, politica, religione, cinema e anche calcio, prevedendo la debacle del Real Madrid a opera del Barcellona che avverà 24 ore dopo la conferenza. Le ultime parole però le dedica al suo impegno sociale che di recente ha visto la nascita della sua nuova fondazione: “Si chiama Metropolis Global e ha sede a Bogotà, capitale della Colombia, e si occupa del riciclaggio dei rifiuti in ogni sua forma. In particolare il progetto abitativo Barrio Verde, che si basa totalmente sull’utilizzo di materiali riciclabili e fonti d’energia rinnovabili, sta per essere lanciato a Bogotà, Medellin e Cartagena con cinque prototipi di edilizia popolare pronti a essere eretti. Credo tantissimo in questo progetto e penso che si debba necessariamente affrontare il problema del riciclaggio dei rifiuti e dell’eco-sostenibilità, anche perché o lo facciamo subito nei prossimi anni altrimenti sarà troppo tardi.”