Un altro Radio Italia Live se n’è andato e cosa ne resterà di questa edizione? Ho provato a riderci su, tanto più che i compleanni (e Radio Italia ne fa dieci, di anni) dovrebbero essere motivo di gaudio e svago. Ecco la lista della spesa riassuntiva.
Le ustioni di quarto grado sulla pelle delle prime file. Accampati da un paio di giorni, prima della data designata, formando dei veri e propri bivacchi, disidratati, rossi in volto e sulle braccia, irriducibili: questi sono i volti delle prime 4 file dopo la transenna. Crescita sul mercato per l’Aloe assicurata.
Luca e Paolo, irriducibili comici. Menefreghisti del sistema, postilla già nota al Sanremo 2011, qui alzano il tiro e insieme a Nek aka Filippo Neviani, improvvisano un brano riguardante il Cavaliere, sulle note del “Grande Amore” de Il Volo, dando al brano una spinta in più.
Social. Il mood della serata, tanto che questa notte, con la testa sul cuscino, attendevo anche io i tanti annunciati tweet di Mengoni, Pezzali, Liga e co. Mi sono consolata stamane: ho fatto colazione con caffè ed hashtag.
Ligabue ha smesso di invecchiare. Chitarra alla mano pochi preamboli diritti al sodo.
La fototessera di Max Pezzali aka Fonzie Ponciarelli. Ingiallita come gli anni ottanta, segno che il tempo passa e che una t-shirt, un cappellino e un jeans a vita bassa non riescono a graziarti.
Le trasparenze di Alessandra Amoroso che, abbandonati i jeans in qualche anfratto, sfoggia un tacco 15 e un abito ad alta seduzione. A ciò si aggiunge la commozione, quasi lacrimale, della cantante di Galatina. Il pubblico ne resta ammutolito, se non fosse per un simpatico signore che dalle recondite file urla “Alessà che te piagni?”.
Giovanni Caccamo e la taglia di vestiario. Look strizzato al punto di non lasciar nulla all’immaginazione, mostrando a tutti che il segreto dei suoi acuti sta nella lampo sopra il cavallo.
Bob Sinclar e la pronuncia. Stramazzato al suolo, arriva anche l’ultimo tentativo di pronunciare correttamente il suo cognome. Prova a risollevare la situazione una corista impaillettata ma nulla d a fare. Ne dà il triste annuncio prima di uscire di scena.
Il – finalmente – total look di Nesli. Dopo un Primo Maggio in giacca e petto nudo, un videoclip che ne riprende lo style mood e qualche foto sbirciata dai concerti sulla stessa lunghezza d’onda, finalmente Francesco Tarducci deve esser corso ai ripari, filando a gambe levate in qualche negozio in piazza Duomo. Ero seriamente preoccupata che si prendesse il classico colpo d’aria e invece di ridere, a quel punto avrebbe versato lacrime amare e di certo non sarebbe andato tutto bene.
Le coreografie di Mengoni. Io manderei un tweet, uno squillo, un messaggio al signor Peparini: Marco Mengoni le sta alle calcagna dimostrando le sue doti di ballerino. Un po’ tamarro, per carità, eppur si muove.
Il prezzemolino J-Ax. Ormai presente ovunque anche quando non invitato, il “Bella Zio” più conosciuto in Italia è un presenzialista peggio della Fico durante il periodo Balotelli.
L’abbronzatura di Fedez. Direttamente da Gabicce Mare, anzi Miami perché “lui può”, Federico Leonardo Lucia si presenta in t-shirt e bermuda di pelle con abbronzatura invidiabile, tanto che entra direttamente in sfida con Carlo Conti. Grande assente l’asciugamano da spiaggia, ma l’aria del “mi trovavo qui per caso” era palpabile anche alle ragazzine con tempeste ormonali in corso.
La sveglia di Fragola. Lorenzino Fragola, tira fuori gli attributi e si muove sulle note di “Siamo Uguali”. Dopo la trasparenza scenica di Sanremo, il catanese deve aver seguito un buon training di autoconvinzione.
Il sempreverde Nek. Filippo Neviani, risorto grazie all’ultimo Festival della canzone italiana, si mostra in splendida forma rientrando di merito in quella categoria che vede capolista Renga degli over 30 più sexy che mai.
La pancia di Cremonini. Dice il detto: omo di pancia uomo di sostanza. Per pochi intenditori.
Il bis di “Dio è Morto” della Nannini. Errata corrige: dopo un primo inizio tentennante e in completo controtempo, il “ricominciamo” è suonato come campana a festa.
Si spengono le luci e le candeline, in attesa di ciò che avverrà il prossimo anno. Una festa senza bisogno di scervellarsi per il regalo da portare, e allora “Evviva Radio Italia”.