Non penso che esista a oggi una band metalcore che non abbia mai sbagliato un disco. Gli August Burns Red sono da quasi dieci anni la garanzia assoluta nel genere, quel nome che in un modo o nell’altro riuscirà comunque a spiattellarti al muro a prescindere dalle soluzioni stilistiche che deciderà di usare. Alla faccia di mode passeggere, frange, clean vocals inappropriate e via dicendo.
I ragazzoni della Pennsylvania alzano ancora l’asticella nel nuovo album, settimo di una carriera che da “Messengers” in poi non ha praticamente mai visto cedimenti. Non c’è niente che non funzioni nel disco di Greiner e compagni. L’ennesima dimostrazione di crescita, di voglia di sperimentare (ascoltatevi “Separating the Seas” o il break centrale di “Majoring in the Minors”), di migliorarsi e di allungare le composizioni (le bellissime Broken Promises e Vanguard parlano da sole). Evolversi continuando a sfasciare le gengive chiaramente: per chiarimenti chiedere a “Everlasting Ending”.
Un cd che non è consigliato, bensì semplicemente obbligatorio per chi ama queste sonorità e in generale il metallone moderno con i breakdown e strutturato. Capi indiscussi.