Terzo concerto in tre giorni, terzo pienone per il Teatro Degli Orrori: dopo il sold out al CSO Pedro di Padova e il concerto di venerdì a Torino (leggi il report cliccando qui), la band sbarca a Il Deposito di Pordenone per un concerto delle grandi occasioni. Per un semplice motivo: il 24 ottobre è il compleanno di Giulio Favero, e ciò giustifica in parte la presenza tra il pubblico del membro de I Tre Allegri Ragazzi Morti Enrico Molteni, tra i fondatori dell’etichetta La Tempesta, e di alcuni componenti dei Mellow Mood (di sicuro i due gemelli frontman del gruppo, che con i loro rasta difficilmente passano in secondo piano).
Il Teatro Degli Orrori del 2015 è una band che sta vivendo una seconda nascita: con l’ingresso in pianta stabile di Marcello Batelli alla chitarra e Kole Laca alle tastiere, già in lineup dal tour di supporto a “Il Mondo Nuovo”, la proposta musicale fa il definitivo salto di qualità, grazie all’impatto delle due chitarre e agli inserti di tastiere che aggiungono inquietudine e maggior spessore alla matrice noise rock che richiama inevitabilmente a leggende come i Jesus Lizard, sin dagli esordi una delle massime ispirazioni della band di Pierpaolo Capovilla.
La più grande sorpresa del concerto di Pordenone arriva proprio dal frontman, vittima nei passati tour (soprattutto in quelli a supporto del debutto “Dell’Impero Delle Tenebre) di performance imbarazzanti. Pur mantenendo un’attitudine sul palco che ricorda quella di David Yow dei già citati Jesus Lizard, dal punto di vista vocale Pierpaolo decide per un approccio più teatrale, omaggiando in molti punti quel Carmelo Bene che è una delle sue più importanti influenze. In alcune parti cantate l’artista fa fatica, ma rispetto a concerti del passato Capovilla ne esce vincitore senza alcuna riserva. Niente da aggiungere sui suoi compagni d’avventura storici, dal tarantolato Gionata Mirai alla monumentale sezione ritmica gestita da Franz Valente e Ragno Favero, da annoverare come patrimonio dell’alternative rock nazionale.
La scaletta proposta non si muove di un millimetro rispetto a quanto suonato nel debutto patavino: un primo atto nel quale viene suonato tutto il primo disco e una seconda parte con alcuni dei più importanti estratti degli altri tre lavori. Un viaggio nei quattro album della band, ma anche uno specchio in oltre un secolo di storia contemporanea: dall’omaggio alle donne partigiane nel classico “Compagna Teresa” a quello al drammaturgo sovietico “Majakovskij”, passando ai più attuali abusi di farmaci (“Benzodiazepina”), l’omicidio di Ken Saro Wiwa (“A Sangue Freddo”) e arrivando al più attuale G8 di Genova (“Genova”). Una forte critica arriva anche a quel PD diventato “di destra”, la cui delusione esplode in una arrabbiata “Il Lungo Sonno”. A chiudere l’esibizione quella “La Canzone Di Tom” con la quale il combo ha calato per più volte il sipario dei suoi concerti.
L’unico consiglio che possiamo dare è quello di vedere assolutamente Il Teatro Degli Orrori dal vivo: tutti i difetti del passato, soprattutto quel Pierpaolo Capovilla vera e propria scheggia impazzita del combo, sono stati smussati. Già una realtà consolidata, ora il combo è diventato un imperdibile Carrarmatorock, giocando la facilissima carta di citare uno dei loro pezzi più famosi.
Nicola Lucchetta – Foto di Sabrina Tagliapietra
Il Teatro Degli Orrori, la scaletta del concerto di Pordenone
Disinteressati e indifferenti, La paura, Cazzotti e suppliche, Benzodiazepina, Lavorare stanca, Genova, Una donna, Il lungo sonno (Lettera aperta al Partito Democratico), Sentimenti inconfessabili, Una giornata al sole, Bellissima, Slint, Non vedo l’ora, Il turbamento della gelosia, È colpa mia, E lei venne!, Compagna Teresa, Majakovskij, Vita mia, Due, A sangue freddo, La canzone di Tom