Serata dai ritmi inaspettati quella del 4 dicembre 2015 al Gran Teatro Geox di Padova: sul palco Filippo Neviani e la sua band fanno capire che Nek non è solo canzonette da rotazione radiofonica, ma un artista completo e di contenuto, che non sa cantare solo l’amore con i ritmi tipici dell’estate.
Certo, ottenere l’apprezzamento del pubblico risulta più facile quando si ha un nutrito numero di ammiratrici al seguito che per età spaziano dai 20 ai 40 anni e hanno tanta voglia di cantare e dimenarsi, nonostante il teatro preveda solo posti a sedere. Se si aggiunge che la scaletta del “Prima di parlare tour” propone il meglio di un repertorio costellato di hit e successi commerciali, a cui Nek ha dato un taglio molto veloce e quasi pop-rock nel corso dell’esibizione, ci si aspetta solo il momento in cui le platee vengano incitate ad alzarsi in piedi e correre sotto il palco.
E questo è proprio ciò che è successo ieri sera, col risultato che sulle note degli ultimi quattro pezzi, ai piedi di Nek c’era uno stuolo di donne (e non solo) urlanti, che allungavano le mani ottenendo “cinque” e carezze a profusione da un artista che ha fatto tutto tranne che tirarsela. Abile intrattenitore, con una voce sempre all’altezza e dosata nei momenti topici – anche se a volte ha richiamato il modus cantandi di Antonacci, con quel parlato furbo che non ti fa sgolare -, sempre valido chitarrista nei momenti di medley acustico e con le energie di uno che i quaranta li ha passati da poco. Giuro che un paio di volte ho pensato al Morandi del futuro, mani escluse.
La serata è partita col botto: senza lasciare al pubblico il tempo di adattarsi alle luci appena spente, la band si è presentata sul palco intonando il successo sanremese “Fatti avanti amore”, seguito da “Se io non avessi te” e “Congiunzione astrale”, riproponendo in fotocopia la scaletta delle altre date di questo tour. Un insieme di oltre venti brani per circa un’ora e tre quarti di musica senza pause o momenti vuoti, segno di una preparazione meticolosa evidenziata dal giusto spazio lasciato ai momenti in acustico e ai mini medley, che hanno conquistato letteralmente il pubblico. E il pensiero durante la serata è anche andato ai bambini malati e dimenticati oltre che ai fatti di cronaca di questi giorni: la scorsa esibizione patavina era arrivata in seguito agli attentati di Parigi e il breve richiamo di Nek a quegli eventi ha dimostrato quanto un artista possa essere toccato nel profondo nel momento in cui il suo lavoro d’intrattenitore e dispensatore di emozioni viene purtroppo macchiato da fatti come quelli visti lo scorso novembre. Ma la musica alla fine serve ad unire e a divertire, e questo è in soldoni quello che hanno fatto Filippo e la sua band, in una serata davvero energica e arricchita dalla partecipazione calorosa del pubblico accorso. Alla fine, parafrasando Bennato, sono solo canzonette… ma ne siamo sicuri?