Aucan + Godblesscomputers, il report del concerto a Torino dell’11 dicembre 2015

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Li avevamo lasciati quest’estate sul palco del Flowers Festival, tra i protagonisti della sua intensissima programmazione musicale. Li ritroviamo qualche mese dopo, l’11 dicembre, nella sala Majakovskij dell’Hiroshima Mon Amour di Torino: Godblesscomputers e Aucan, pupilli elettronici dell’etichetta discografica La Tempesta, tornano a calcare la stessa scena nel nebbioso autunno torinese. L’emiliano Lorenzo Nada prosegue la parte invernale del tour di presentazione di “Plush and Safe”, ultimo nato nella famiglia allargata de La Tempesta International e dell’etichetta Fresh Yo! Label. Per tre date coinciderà con i bresciani Aucan: il trio lombardo è reduce dall’uscita di “Stelle Fisse”.

È Godblesscomputers ad aprire le danze di questa data dedicata all’elettronica, sfidando il pigro pubblico del venerdì sera. I fluidi ipnotici del visual che scorre alle sue spalle, i suoni ambientali rubati alla natura, proiettano Lorenzo Nada nello scenario di un ecosistema astratto, in un ambiente diafano fatto di graffi e suoni ovattati. Le influenze e le citazioni hip-hop e soul convivono, si incontrano e si intrecciano comandate dalle dita scattanti di Lorenzo Nada su synth e tastiere. Su pezzi come “Closer” e “Abisso” è impossibile star fermi; è lo stesso Godblesscomputers ad agitarsi e girare su se stesso in quelle movenze che sono diventate un po’ il marchio di fabbrica dei suoi live. Vario e sperimentale il percorso musicale di Lorenzo Nada: la formazione elettronica berlinese subisce contaminazioni dub e si affianca a re-work di evergreen come “Lost in Downtown” degli intramontabili Beastie Boys.

Dalle foreste di Godblesscomputers ai viaggi interstellari degli Aucan: la scelta del nome “Stelle Fisse” per l’ultima release del trio non è casuale. Potenziato da visual di asteroidi e riprese aeree a volo d’aquila, il sound degli Aucan ci porta direttamente nello spazio. Echi lontani, note metalliche accompagnate da beat aggressivi, le voci si fanno rarefatte, distanti: è l’infinito che esplode dai synth, dalle chitarre e dalle percussioni.
Il minimalismo di “Stelle Fisse” si intreccia con il sound trip hop delle release precedenti degli Aucan mettendo in evidenza lo stato di separazione tra le vecchie e la nuova produzione della band, tra un revival post-dustep e un beat downtempo.
L’astronave Aucan chiude così la serata di Tempesta all’Hiroshima Mon Amour. Il trio bresciano e Godblesscomputers sono un binomio collaudato che non può che funzionare, offrendo una panoramica sulla scena elettronica indipendente italiana a cui non possiamo che guardare con un pizzico di fierezza.

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