Veil of Maya – Matriarch

Veil-of-Maya-Matriarch-recensione

Sono passati tre anni da “Eclipse”, ma per i Veil of Maya sembrano trascorse ere geologiche per quanto la loro proposta si sia trasformata. Trentasei mesi che hanno visto diversi avvicendamenti, ma soprattutto l’ingresso in line-up del vocalist Lukas Magyar (ex Arms of Empire) e l’uscita del quinto full length, “Matriarch”.

Se da un lato i nostri rimangono i soliti adorabili nerd di sempre, con citazioni di videogame, manga e serie TV cult, per la prima volta in assoluto incorporano buone dosi di cantato clean nello screaming e growl consueti. La più grande novità in casa Veil of Maya non è la melodia, in qualche modo presente fin dagli esordi, ma il fatto che in “Matriarch” ci siano diversi pezzi costruiti esclusivamente su di essa (vedi “Aeris” e il singolo “Mikasa”).

Magyar è uno dei pochi esempi di vocalist deathcore “con la voce”, e il suo apporto trasforma la band di Chicago in una formazione completamente diversa rispetto al passato, anche se rimangono una manciata di brani (“Leeloo” e “Teleute” per citarne un paio) ancora radicati nella loro personalissima tradizione.

Distaccarsi così tanto dalle proprie coordinate è il massimo pregio così come la peggiore pecca di “Matriarch”: se da un lato il risultato è godibilissimo, dall’altro il rischio è di perdere l’impronta che ha reso i Veil of Maya distinguibili tra mille formazioni simili, omologandosi (anche se molto bene) al sound di tante altre band.

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