La copertina dice già tutto. Colori diversi tendenti al nero che si mischiano. Come le sonorità racchiuse qua dentro. E se non fosse un disco italiano tutti starebbero ad osannarlo, a rendere grazia, a venerarlo (e bla bla bla).
Dopo un album autoprodotto ed un EP edito dalla francese Africantape, ecco il terzo lavoro di Aucan, trio bresciano che con “Black Rainbow”, uscito per la nostrana Tempesta, fa davvero il botto.
Undici brani con un mucchio di influenze diverse stipate dentro. Un grande abbraccio all’elettronica del passato prossimo e un lancio del giavellotto nel futuro. Trip-hop da Bristol casa madre dei Portishead, industrial, dubstep, ambient-Warp-Autechre, post-rock-electro sintetico. Ma queste influenze non sono soltanto una somma ma una fusione che confonde i componenti per creare atmosfere in maniera davvero personale. Una vera esplosione di colori che si svela alle orecchie tra synth notturni, bassi gonfi e batteria che sgomita. Un suono oscuro e denso, perfetto grazie ad un’ottima produzione. Un disco importante.
Luca Freddi