Quattro cowboy scatenati stanno per fare irruzione nella vostra tranquilla città, che riposa sorniona fra la polvere del deserto. Sceriffi state in guardia, perché nel saloon presto l’atmosfera si farà molto, molto, calda.
Redwest: Il Lurido, la Straniera, il Randagio ed il Losco. Dietro questi inquietanti nomignoli si celano i membri della formazione “Spaghetti Western Metal”; la lista dei sottogeneri del metallo nati negli anni è lunga, ma questo, devo ammettere, ancora mi mancava.
Mi sono approcciato al disco dei Redwest con un po’ di scetticismo, non sapendo bene cosa mi sarei trovato ad ascoltare, e temendo di incappare in qualche strano sottogenere di folk metal, magari un po’ banalotto e pacchiano.
Invece la band milanese, attiva dal 2009 e con due EP alle spalle, propone un piacevolissimo hard rock/metal dai toni piuttosto classici, spesso arricchito con inserti tipici delle colonne sonore dei vecchi western.
Il connubio di sonorità riesce al 100%. Solo in un paio di brani personalmente non ho sentito particolarmente questi intrecci musicali, ma in pezzi come “The Ballad of Eddie W”, “Fire”, la tiratissima “Bullet Rain” o la conclusiva “Poker”, l’esperimento musicale dei Redwest riesce particolarmente bene e l’effetto è proprio quello ricercato. Immancabile poi la ballad, “Morning Ghost”, dove la Straniera mette in mostra tutte le sue ottime doti canore da “usignolo della prateria”.
Un disco, questo “Crimson Renegade”, che prende l’ascoltatore fin dall’opener, con brani dalle strutture piuttosto immediate e di presa sicura, ritornelli che si fanno cantare già dal primo ascolto, e con quel sapore polveroso di saloon che convincerà molti, perché diciamoci la verità: a chi non piace l’immagine del cowboy che col suo destriero cavalca verso il sole che tramonta, dopo aver sgominato l’ennesima banda di fuorilegge ed essersi sciacquato la gola con del buon whiskey al saloon della città?