Alla seconda pubblicazione, si sente cosa piace ai We’re All To Blame: il loro rock elettronico evolve e sperimenta, muovendosi tra i generi e creando un interessante connubio tra la melodia vocale della cantante e l’energico frastuono di sintetizzatori e percussioni.
“Break The Circle”, apripista dell’EP, parte in quarta sovrapponendo un riff pesante ad un agile gioco di tastiera, alternando momenti di diversa intensità. Tutto il brano è costruito sul tema portante, il riffone ascoltato in apertura. “S.W.H.” è un crescendo elettronico che propone al posto della voce principale una voce “robotica” dalle suggestioni sci-fi; “Faithless” si apre su note più intimiste, prima di esplodere nell’inevitabile tripudio musicale che sfocia in un refrain che non tarda ad entrare in testa. L’atmosfera si fa quasi spettrale, mentre la voce lotta per emergere tra i suoni che la circondano. La chiusura è affidata a “Rotten World”, secondo singolo estratto, che riassume alla perfezione il mood di questo “Matt. 15:14” e lancia una critica ad un mondo distorto quanto il proprio sound.
Cosa si trova in un disco degli WAATB? Senza dubbio atmosfere sferzanti quanto ipnotiche, e sonorità ricercate e personali, riconoscibili nonostante la continua evoluzione.