Dopo cinque anni dallo scioglimento dei Lost, torna sotto i riflettori Walter Fontana. “Sono qui”, il primo disco di inediti da solista, segna il suo nuovo punto di partenza. “La cosa che più ha influenzato la realizzazione di questo mio nuovo album è stata la consapevolezza di quello che sono oggi. In questi anni di assenza dal panorama musicale mi sono messo in gioco, a nudo, per poter crescere come artista e come persona, e ho riversato nelle mie canzoni tutte le esperienze fatte, cercando di non mettere alcun limite alla creatività elaborando con grande serenità. È stata un’evoluzione naturale, intensa e piena di sorprese”.
“Sono qui” è il brano che dà il titolo al disco, ma è l’ultima traccia. Come mai?
Ho deciso di inserire “Sono qui” come ultima traccia del disco perché è il brano più intimo, a cui tengo molto e che rappresenta a pieno la mia voglia di ripartire e di riscattarmi. La voglia di tornare a fare musica dopo un periodo di pausa che mi ha segnato molto. Sono stati 5 anni intensi, ho viaggiato, sono tornato nel mio vecchio paese, ho ripreso i contatti con i miei vecchi amici e la mia famiglia. Tutto questo mi ha permesso di tornare a contatto con la realtà vera e questo mi ha aiutato a trovare nuovi spunti.
Si può dire che questo album sia una conseguenza di ciò che in passato hai vissuto con i Lost? Quella veloce ascesa che comporta, spesso, alte pressioni.
In parte sì, è riportato all’interno del disco. Dopo lo scioglimento dei Lost sono successe tante cose, tutte nello stesso momento. Sono rimasto schiacciato e dovevo ritrovare la serenità e il modo giusto per tornare a scrivere. Necessitavo di nuove storie da narrare. In parte riprende quello che è successo con i Lost.
Agliardi e Giovanni Caccamo: come nascono queste collaborazioni?
Ci sono varie collaborazioni, sono tutti amici che hanno voluto lasciare una traccia, un pezzo di loro all’interno del disco. Sono molto contento di ciò. Quando una collaborazione musicale nasce da un’amicizia diventa tutto molto più semplice e divertente.
La cosa che mi stupisce è vedere invece il tuo featuring con un rapper inglese.
È un piccolo sogno che avevo quando ho iniziato a scrivere “Perfetto”. Sin da subito ho capito che avevo bisogno di una collaborazione internazionale. Ho avuto la fortuna di incrociare la mia strada con Jethro Sheeran. Quando ha ascoltato il brano, ha voluto esserci. In un paio di giorni ha scritto la sua parte e ha registrato le sue voci, completando il puzzle.
Nel disco si passa dall’R’n’B a sonorità vicine all’EDM. Come si definisce Walter attraverso questi generi?
Mi sono lasciato influenzare da ciò che ascolto. Già al tempo dei Lost mi piaceva molto sperimentare con la musica, nel disco c’è tutto. Non so come potermi definire, io metto comunque la sigla pop, perché cerco di arrivare a tutti e da lì ognuno può essere colpito da una canzone piuttosto che da un’altra.
Quanto tempo ci hai messo per racchiudere le idee che ti venivano man mano e quante canzoni hai scartato?
La fase di chiusura delle canzoni è stato un processo abbastanza veloce. Nel giro di due, tre mesi abbiamo fatto tutto. Il brano che mi ha impegnato di più è “Sono qui”, perché è la canzone in cui mi sono messo a nudo totalmente. Volevo esser sincero al cento per cento e questo comporta ad avere dubbi e paure.
Chi ti trovi ora davanti? Gli stessi fan di prima o un nuovo pubblico curioso di scoprirti?
Da un lato ho trovato le persone che mi seguivano con i Lost, ovviamente cresciute, ed è bello perché quando abbiamo parlato mi hanno raccontato che in tutti questi anni mi hanno sempre seguito. Ho scoperto, però, che i nuovi brani piacciono molto a un pubblico nuovo, che non ha età.
Chi è oggi Walter? Hai intitolato un brano “Questo sono io”.
È un brano che sottintende il messaggio di accettarmi per chi sono. Ho imparato ad amare i miei pregi e i miei difetti, a conoscermi. Sono cresciuto a livello artistico e personale. Sono un ragazzo di trent’anni che non ha paura di mostrare chi è ed è consapevole della forza di ciò. Sono molto sereno e contento del lavoro che sto facendo, non ho paura di andare avanti.