Skunk Anansie, il report del concerto a Piazzola sul Brenta (PD) del 17 luglio 2016

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Gli Skunk Anansie continuano il loro tour italiano facendo tappa il 17 luglio 2016 a Piazzola sul Brenta (Padova) per la seconda serata di rock “pesante” prevista nella rassegna patavina. Con una setlist che ripercorre la loro carriera e tanta attitudine, conquistano il pubblico e lo rendono il membro aggiunto della band, per una serata di sano e coinvolgente rock con gli attributi.

Il parterre è già caldo quando Skin sale sul palco, complice la mezzora buona di ritardo, ma anche l’ottima esibizione dei trevigiani Down to Ground, che si rivelano ben più di un open act e meritano d’essere rivisti e risentiti a breve (da poco è uscito il loro secondo disco “The World We Live In”).

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La cantante raggiunge la scena con una giacca e un abito stile carta alluminio che si rivelano una mossa azzeccata per completare una scenografia semplice, che fa di uno schermo composito che circonda la batteria e delle luci i suoi cardini, con la giacca di Skin a riflettere le luci come uno specchio in movimento che la rende una sorta di palla da discoteca umana: effetto gagliardo oltre che ampiamente gradito al pubblico che la osanna.

Dicevo di una setlist rodata e completa, che permette di ascoltare brani dall’album di esordio “Paranoid & Sunburnt” come dall’ultimo “Anarchytecture”, rendendo il periodo di scioglimento della band un ricordo noto solo ai fan di vecchia data: l’alchimia tra i quattro musicisti e l’impatto sulla folla, la presa sulla gente e il modo di intrattenerla con un’esibizione non lunghissima ma coinvolgente hanno tramutato la serata in un evento. Chi si è guadagnato con sudore le prime file ha avuto la possibilità di farsi letteralmente calpestare da Skin, di sorreggerla durante diversi crowdsurfing, di spostarsi per farla passare e fotografarla da vicino mentre si portava quasi al centro del parterre ad intonare gli ultimi versi dell’encore di “Little Baby Swastikkka”, subito  dopo aver deliziato con un’esibizione acustica di “You’ll Follow Me Down” da brividi.

Prima, tutti hanno cantato e ballato sulle note dei grandi successi del gruppo “Because of You” ,” Hedonism” , “Charlie Big Potato”, solo per citare alcuni dei venti brani portati sulla scena fra luci psichedeliche e casse urlanti, con in mezzo un siparietto che ha dato ad un giovane del pubblico l’imprevista possibilità di raggiungere sul palco i suoi idoli, sedersi alla batteria stupendo tutti con un assolo da pro che ha lasciato diverse mascelle spalancate, per poi farsi divorare dall’eccitazione e non saper manco farfugliare il proprio nome (resterà un anonimo, ma il suo “porc@ p°§§a#a che figata” alla domanda come ti chiami resterà il mio ricordo più vivido assieme a Skin che si prostra ai piedi della batteria!).

Un concerto della madonna, insomma, con una cornice da urlo e tante emozioni a renderlo indimenticabile e ad aggiungere tanti e tanti like a quelli fin qui guadagnati da questa edizione del Postepay Festival.

Cover story: Mathias Marchioni

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