A Plini non servono sicuramente conferme o consacrazioni. Il giovane chitarrista è già sufficientemente conosciuto e idolatrato online da giovanissimi malati di virtuosismi chitarristici moderni. Con Handmade Cities però, l’artista pubblica il suo primo vero e proprio full length, concentrando al proprio interno tutti i suoi groove preferiti, spaziando in un godibilissimo album strumentale dal free jazz al djent. Manna dal cielo per chi cerca eredi della scuola Satriani/Vai devoti al verbo Theater-iano degli anni Duemila.
Plini deve essere conosciuto da chi si ciba di Animals As Leaders e più in generale di prog-core contemporaneo senza escursioni estreme. Provate Cascade, Every Piece Matters e Inhale per farvi un’idea concreta del lavoro.
Qualità esagerata e intrattenimento garantito. Lavoro consigliatissimo.