Si intitola “Soy” ed è il secondo disco di Lali, uscito venerdì 16 settembre a circa tre anni di distanza da “A Bailar”, l’esordio solista che la consacrò come rivelazione in America Latina. Ribattezzata la “J Lo latina”, un po’ per questione d’immagine, un po’ per la miscela di pop, hip hop, dance, R&B, dubstep ed elettronica che caratterizza la sua musica, Lali – Mariana Esposito all’anagrafe – è pronta a conquistare il mondo, partendo proprio dall’Italia, dove ha già annunciato un featuring esplosivo con Baby K per la versione spagnola del tormentone “Roma-Bangkok”.
“In una vita passata dovevo essere romana”, racconta Lali a proposito del suo rapporto con l’Italia, dove la sua già nutrita fanbase sta lievitando di ora in ora. “Conosco Firenze, Venezia e ora anche Milano, ma la città che adoro è Roma. Ci sono stata diverse volte e la cosa assurda è che mentre nella mia città riesco ancora a perdermi per le strade, Roma mi sembra di conoscerla da sempre. È vero, miei bisnonni erano di Ancona e mio fratello ha vissuto lì per motivi di lavoro, lui fa il calciatore, ma la mia vicinanza con Roma è davvero pazzesca”.
Classe 1991, da Buenos Aires, cantante, attrice, influencer amatissima sui social (con qualcosa come oltre 4 milioni di followers su Twitter e 2,9 milioni di followers su Instagram) e nel paese di origine, dove iniziò a muovere i primi passi sul piccolo schermo a soli 6 anni, per poi diventare idolo dei giovanissimi interpretando il ruolo di Marianella “Mar” Talarico Rinaldi nella serie tv di Cris Morena “Teen Angels”, Lali è una ragazza con le idee ben chiare in testa e a proposito del suo passaggio dalla televisione alla musica spiega: “In realtà non ho mai smesso di fare televisione e fino al 2015 ho lavorato anche come attrice, ma oggi la mia priorità è la musica. Credo che in Argentina ci sia stato un vuoto nel pop femminile, non ci sono artiste donne giovani che facciano questo tipo di musica, non ci sono showgirl che propongano un tipo di concerto in cui ci siano la canzone, la musica, gli abiti e l’impatto scenografico”.
Pop, sì, con la P maiuscola, ma anche con qualcosa da raccontare, come è lecito aspettarsi da un’artista che nel mondo dello spettacolo ci è cresciuta, innamorandosi della musica a sei anni, illuminata dall’incontro con i Queen di Freddie Mercury: “Quando lo vidi per la prima volta sul palco pensai: “ecco, è questo che voglio fare”. Lui era lo spettacolo in persona e io amo tutti questi personaggi che sono degli intrattenitori, non solo dei cantanti, ma intrattenitori a tutto tondo, come Michael Jackson, Madonna, Beyoncé, che trovo un’artista, produttrice e show girl impareggiabile”.
“Questo mio secondo album è molto importante per me, perché è molto più profondo rispetto al primo”, continua Lali a proposito del lavoro (il primo con una major, la Sony), che dovrebbe consacrarla a livello internazionale come cantante e autrice dei suoi brani, di cui ha scritto tutti i testi. Un disco dove dalla scintillante patina del pop emergono intime riflessioni su temi attuali e importanti. “Anche se la canzone che lo intitola, “Soy”, parla del luogo dove sono nata e cresciuta, della mia infanzia e di quella bambina che ballava di fronte allo specchio senza mai pensare che sarebbe riuscita ad arrivare fino a qui, questo disco è tutto fuorché autoreferenziale. Con le mie canzoni, però, non voglio insegnare niente a nessuno, perché sono molto giovane e non so ancora praticamente nulla della vita”.
In questo album, tuttavia, due canzoni a cui Lali tiene particolarmente, proprio per gli argomenti scottanti che affrontano, ci sono: “La prima è “Amor es presente”, in cui parlo di ciò che mi circonda, di quello che è la vita e di come dobbiamo imparare a convivere con le critiche che ci fanno, col come ci sentiamo di fronte a queste critiche. So che i miei fan sono molto giovani e che mi emozionano le stesse cose che fanno emozionare loro, quindi è tutto molto naturale. “Reina”, invece, è una canzone che ho scritto dopo aver sentito al telegiornale notizie che mi hanno colpita moltissimo, soprattutto di bullismo nei confronti di bambini. In Argentina c’è stato un bambino di nove anni che si è suicidato perché era vittima di bullismo a scuola e poi c’è stato il caso di una ragazza quattordicenne, molto bella, che è stata sfregiata per il semplice fatto di essere bella. Sono storie che mi hanno colpita moltissimo e so che è un’emozione che condivido con chi ascolterà queste canzoni”.
Tredici brani tutti rigorosamente in spagnolo, a testimonianza del rispetto della cantante per le sue origini latino americane, prodotti da un team al 100% argentino e masterizzati negli US da due personaggi di fama internazionale come il produttore Roberto “Tito” Vazquez (Jason Derulo, Yandel, Pitbull, Enrique Iglesias) e Chris Gehringer (ingegnere del suono con Rihanna, Madonna, Nick Jonas, The 1975, Twenty One Pilots). “Questo secondo disco è il risultato di un lavoro molto molto intenso, siamo un team molto affiatato, composto da musicisti e tecnici che conosco dai tempi dei “Teen Angels”. Non sono una strumentista, ma scrivo, e nel farlo assieme a loro cerco di trasmettere lo spirito della canzone e ciò che voglio realizzare attraverso le immagini, i video; è molto importante che loro capiscano ciò che voglio trasmettere attraverso un brano, e devo dire che abbiamo lavorato davvero sodo per produrre questo disco”, spiega la cantante, orgogliosa di un album che porterà di persona ai suoi fan italiani nell’instore di sabato 17 settembre alla Discoteca Laziale di Roma e del giorno seguente al Mondadori Megastore di Milano. Un succoso antipasto di quel che verrà, perché per dirla con le parole di Lali: “L’uscita del cd ha aperto molte possibilità, quindi preparatevi per dei grandi concerti!”.