Si intitola “Oronero”, il nuovo e decimo disco di Giorgia, fuori venerdì 28 ottobre 2016 e anticipato dall’omonimo singolo. Si è presa il tempo che le occorreva la cantautrice romana per la realizzazione di questo disco prodotto con Michele Canova, come i precedenti “Dietro le apparenze” e “Senza Paura”, da cui lo separano ben tre anni.
Un lasso di tempo necessario per assimilare e tradurre in parole e musica gli eventi di un periodo difficile per la collettività e per Giorgia stessa, che spiega: “Finito il tour non stavo benissimo, quindi ho aspettato di rimettermi in piedi e sono entrata in studio proprio con la volontà di lavorare in modo tale da non avere ripensamenti una volta uscito il disco, una sensazione che ho già provato in passato, almeno per i primi dischi. Mi sono messa a scrivere senza sapere bene cosa stessi cercando, con giornate dove non esce niente, grande sconforto, quella fase creativa che serve poi per arrivare invece a qualcosa. Piano piano, poi, lavorando col produttore Michele Canova, che mi ha affiancato benissimo, senza intermediari e confrontandoci molto spesso su tutto, sono arrivate le prime canzoni e quando arrivano lo senti proprio, ti emoziona”.
Un’emozione che passa anche attraverso la sincerità del gioco a togliere dell’elettronica asciutta su cui viaggiano le parole dei quindici brani del disco, scritte per lo più da Giorgia, che conferma così non solo le sue straordinarie doti vocali, ma anche la capacità di esprimersi appieno come autrice e di farlo trattando temi impegnati. “Per quanto riguarda la scrittura, ho voluto raccontare quello che vedevo in quei giorni, in cui sono successe un sacco di cose dal Bataclan agli amici che morivano, alla mia vita di donna, perché è anche vero che, quando ti metti a scrivere e ti butti in un’esperienza creativa dove vuoi esprimere qualcosa di te, devi per forza guardarti dentro e capire. Nella mia scrittura spesso ho avuto paura di raccontare, mettevo filtri, cercavo parole più poetiche e meno dirette, mentre questa volta no, ho lavorato per arrivare diretta, trasparente e assolutamente sincera”.
Guardarsi intorno per ritrovarsi, osservare il mondo per riuscire a scavarsi dentro e tornare a conoscersi in profondità, rivalutare l’individuo per riscattare un’umanità incosciente e avvelenata, questo è “Oronero”, “una metafora per raccontare la realtà che viviamo tutti i giorni, perché così come il petrolio è una risorsa, ma usato male diventa un modo per ammazzarsi e per arricchirsi, anche le relazioni interpersonali possono diventare velenose, quando trascendono nel gioco di potere, nel trovare il proprio valore tramite la distruzione dell’altro e il giudizio fine a se stesso. Che questo sia un tempo difficile è evidente, ma ciò che vince sempre alla fine è la scelta dell’individuo, che decide se vedere tutto male e massacrare, oppure guardarsi dentro e capire che cosa può fare nel suo piccolo, che però risuona a livello universale. Tra le cose importanti nella vita c’è la capacità di credere in qualcosa e di provare fede. Non parlo di religione, ma del trovare e nutrire quello spazio interiore dove c’è posto per credere in sé e nella propria capacità di contare qualcosa anche in un momento storico come questo”, osserva Giorgia, che con questo disco il 19 marzo partirà per un tour di diciassette date nelle principali città italiane.